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D EC IMO S ETT IMO.
XIV.
Il popol dell' Egitto in orditi primo
Fa di se moslra : e quattro i duci sono,
Duo dell' alto paese , e duo dell' imo ,
Ch'è del celerte Nilo opera e dono.
Al mare usurpò il letto il fertil limo,
E rassbdato al coltivar fu buono.
Sì crebbe Egitto : o quanto addentro è porto
Quel che fu lido ai naviganti esporto.
xv.
Nel primiero squadrone appar la gente.
Ch'abitò d'AlesTandria il ricco piano,
Ch'abitò il lido volto all'Occidente,
Ch'elTer comincia ornai lido Africano.
Araspe è il duce lor, duce potente
D'ingegno più, che di vigor di mano $
Ei di furtivi aguati è martro egregio,
E d'ogn'arte Moresca in guerra ha il pregio.
xvi.
Secondan quei che posti inver V Aurora
Nella corta Asiatica albergaro:
E gli guida Aronteo, cui nulla onora
Pregio o virtù ; ma titoli il fan chiaro.
Non sudò il molle sotto l'elmo ancora :
Ne mattutine trombe anco il destaro $
Ma dagli agi, e dall' ombre a dura vita
Intempertiva ambizion l'invita.
xvii.
Quella che terza è poi, squadra non pare ;
Ma un' orte immensa : e campi e lidi tiene.
Non crederai eh' Egitto mieta ed are
Per tanti: e pur da una città sua viene:
Città eh'alle provincie emula e pare,
Mille cittadinanze in se contiene :
Del Cairo i' parlo ; indi il gran vulgo adduce \
Vulgo all'arme rertio. Campsone è il duce.
( m )
 
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