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C .ùà N T 0

XXVI.
Né te > Alta moro, entro al pudico letto
Potuto ha ritener la sposa amata.
Pianse, percosse il biondo crine e '1 petto
Per distornar la tua fatale andata.
Dunque, dicea, crudel, più che'l mio aspetto
Del mar l'orrida faccia a te ria grata ?
Fian F arme al braccio tuo più caro peso r
Che 51 picciol figlio ai dolci scherzi inteso ?
XXVII.
quelli Re di Sar in acanto \ e 1 manco
Che 'n lui si pregi è il libero diadema :
Così dotto è nelr arme y e così franco
Ardir congiunge a gagliardia suprema.
Saprallo ben ( V annunzio ) il popol Franco :
Ed è ragion che insino ad or ne tema.
I suoi guerrieri indosso han la corazza ,
La spada al fianco, ed all'arcion la mazza.
XXVIII.
Ecco poi fin dagi' Indi 5 e dall' albergo
Dell' aurora venuto Adrafio il fero :
Che d'un serpente indoiso ha per usbergo
II cuojo verde y e maculato a nero :
E Imisurato a un elefante il tergo
Preme così, come si suol deslriero.
Gente guida cofiui di qua dal Gange ?
Che si lava nel mar che i* Indo frange.
XXIX.
Nella squadra che segue è scelto il fiore
Della regal milizia j e v' ha quei tutti y
Che con larga mercè y con degno onore ,
E per guerra, e per pace eran condutti :
Ch' armati a sicurezza, ed a terrore
Vengono in su defirier possenti inslrutti:
E de' purpurei manti, e della luce
Dell' acciajo e dell'oro il ciel riluce.
 
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