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LXXXII.
E d'emula virtù Y animo altero
Commossb avvampa: ed è rapito in guisa,
Che ciò che immaginando ha nel pensiero,
Città battuta e presa, e gente uccisa;
Pur come sia presente, e come vero
Dinanzi agli occhi suoi vedere avvisa:
E s' arma frettoloso : e con la spene
Già la vittoria usurpa, e la previene.
LXXXIII.
Ma Carlo, il quale a lui del regio erede
Di Dania già narrata avea la morte,
La desinata spada allor gli diede.
Prendila, dille, e sia con lieta sorte:
E solo in prò della Cristiana fede
L'adopra, giuslo e pio , non men che forte
E fa del primo suo signor vendetta,
Che t'amò tanto: e ben a te s'aspetta.
LXXXIV.
Rispose egli al Guerriero : ai Cieli piaccia,
Che la man che la spada ora riceve
Con lei del suo signor vendetta faccia :
Paghi con lei ciò che per lei si deve.
Carlo rivolto a lui con lieta faccia
Lunghe grazie rislrinse in sermon breve.
Ma lor s'offriva intento, ed al viaggio
Notturno gli affrettava il nobil Saggio.
LXXXV.
Tempo è, dicea, di girne, ove t'attende
Goffredo, e'1 Campo $ e ben giungi opportuno.
Or n'andiam pur ; eh'alle Cristiane tende
Scorger ben vi saprò per l'aer bruno.
Così dice egli; e poi sui carro aseende,
E lor v'accoglie senza indugio alcuno:
E rallentando a' suoi destrieri il morso,
Gli sferza, e drizza all'Oriente il corso.
LXXXII.
E d'emula virtù Y animo altero
Commossb avvampa: ed è rapito in guisa,
Che ciò che immaginando ha nel pensiero,
Città battuta e presa, e gente uccisa;
Pur come sia presente, e come vero
Dinanzi agli occhi suoi vedere avvisa:
E s' arma frettoloso : e con la spene
Già la vittoria usurpa, e la previene.
LXXXIII.
Ma Carlo, il quale a lui del regio erede
Di Dania già narrata avea la morte,
La desinata spada allor gli diede.
Prendila, dille, e sia con lieta sorte:
E solo in prò della Cristiana fede
L'adopra, giuslo e pio , non men che forte
E fa del primo suo signor vendetta,
Che t'amò tanto: e ben a te s'aspetta.
LXXXIV.
Rispose egli al Guerriero : ai Cieli piaccia,
Che la man che la spada ora riceve
Con lei del suo signor vendetta faccia :
Paghi con lei ciò che per lei si deve.
Carlo rivolto a lui con lieta faccia
Lunghe grazie rislrinse in sermon breve.
Ma lor s'offriva intento, ed al viaggio
Notturno gli affrettava il nobil Saggio.
LXXXV.
Tempo è, dicea, di girne, ove t'attende
Goffredo, e'1 Campo $ e ben giungi opportuno.
Or n'andiam pur ; eh'alle Cristiane tende
Scorger ben vi saprò per l'aer bruno.
Così dice egli; e poi sui carro aseende,
E lor v'accoglie senza indugio alcuno:
E rallentando a' suoi destrieri il morso,
Gli sferza, e drizza all'Oriente il corso.