V
C <s4 N T 0
evi.
Misera, non credea ch'agli occhi miei
Potessi in alcun tempo esser nojoso:
Or cieca farmi volentier torrei
Per non vederti, e riguardar non oso.
Oimè, de' lumi già sì dolci, e rei
Ov'è la fiamma? ov'è il bel raggio aseoso?
Delle fiorite guancie il bel vermiglio
Ov'è fuggito? ov'è il seren del ciglio?
CVII.
Ma che? squallido e seuro anco mi piaci,
Ànima bella, se quinci entro gire,.
S'odi il mio pianto, alle mie voglie audaci
Perdona il furto, e'1 temerario ardire.
Dalle pallide labbra i freddi baci,
Che più caldi sperai, vuò pur rapire.
Parte torrò di sue ragioni a morte,
Baciando quefie labbra esangui e shiorte.
CVIII.
Pietosa bocca, che solevi in vita
Consolar il mio duol di tue parole,
Lecito sia ch'anzi la mia partita
D'alcun tuo caro bacio io mi console.
E forsè allor, s'era a cercarlo ardita,
Quel davi tu, ch'ora convien ch'invole.
Lecito sia eh' ora ti stringa, e poi
Versi lo spirto mio fra i labbri tuoi.
cix.
Raccogli tu l'anima mia seguace :
Drizzala tu, dove la tua sen gio.
Così parla gemendo, e si disface
Qiiasi per gli occhi, e par conversa in rio.
Rivenne quegli a quell'umor vivace,
E le languide labbra alquanto aprio:
Aprì le labbra, e con le luci chiuse
Un suo sospir con que' di lei confuse.
C <s4 N T 0
evi.
Misera, non credea ch'agli occhi miei
Potessi in alcun tempo esser nojoso:
Or cieca farmi volentier torrei
Per non vederti, e riguardar non oso.
Oimè, de' lumi già sì dolci, e rei
Ov'è la fiamma? ov'è il bel raggio aseoso?
Delle fiorite guancie il bel vermiglio
Ov'è fuggito? ov'è il seren del ciglio?
CVII.
Ma che? squallido e seuro anco mi piaci,
Ànima bella, se quinci entro gire,.
S'odi il mio pianto, alle mie voglie audaci
Perdona il furto, e'1 temerario ardire.
Dalle pallide labbra i freddi baci,
Che più caldi sperai, vuò pur rapire.
Parte torrò di sue ragioni a morte,
Baciando quefie labbra esangui e shiorte.
CVIII.
Pietosa bocca, che solevi in vita
Consolar il mio duol di tue parole,
Lecito sia ch'anzi la mia partita
D'alcun tuo caro bacio io mi console.
E forsè allor, s'era a cercarlo ardita,
Quel davi tu, ch'ora convien ch'invole.
Lecito sia eh' ora ti stringa, e poi
Versi lo spirto mio fra i labbri tuoi.
cix.
Raccogli tu l'anima mia seguace :
Drizzala tu, dove la tua sen gio.
Così parla gemendo, e si disface
Qiiasi per gli occhi, e par conversa in rio.
Rivenne quegli a quell'umor vivace,
E le languide labbra alquanto aprio:
Aprì le labbra, e con le luci chiuse
Un suo sospir con que' di lei confuse.