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C ji N T 0
cxxx.
E con man languidetta il forte braccio,
Ch'era sostegno suo schiva rispinse.
Tentò più volte, e non uscì d'impaccio:
Che via più stretta ei rilegolla e cinse.
Alfin raccolta entro quel caro laccio,
Che le fu caro sorsè, e se n'insinse,
Parlando incominciò di spander fiumi,
Senza mai dirizzargli al volto i lumi.
cxxxi.
O sempre, e quando parti, e quando torni
Egualmente crudele, or chi ti guida?
Gran meraviglia che '1 morir distorni,
E di vita cagion sia l'omicida.
Tu di salvarmi cerchi? a quali scorni,
A quali pene è riservata Armida ?
Conosco F arti del fellone ignote ;
Ma ben può nulla, chi morir non puote.
CXXX Hi
Certo è scemo il tuo onor, se non s'addita
Incatenata al tuo trionfo avanti
Femmina or presa a forza, e pria tradita
Quest' è '1 maggior de' titoli, e de' vanti.
Tempo fu eh' io ti chiesi e pace, e vita :
Dolce or saria con morte useir di pianti 3
Ma non la chiedo a te ; che non è cosa,
Ch' essendo dono tuo non sia odiosa.
CXXXIII.
Per me stessa, crudel, spero sottrarmi
Alla tua feritate in alcun modo.
E s all' incatenata il toseo, e l'armi
Pur mancheranno, e i precipizj, e'1 nodo
Veggio sicure vie, che tu vietarmi
Il morir non pot retti : e'1 Ciel ne lodo.
Ce (sa ornai da'tuoi vezzi. Ah par, ch'ei fin
Deh come le speranze egre Insinga.
 
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