4
LEANDRO O ZZO LA
A testimonianza dello studio artistico e archeologico dei ruderi antichi, nel cinquecento, è
rimasta tra l’altro una stampa di Giovanni Antonio Dosio, che raffigura appunto un giovane
intento a ritrarre dal vero delle rovine antiche. La stampa porta la data dell’anno 1569/
Che il seicento abbia conservato, anzi accresciuto, l’ammirazione per i monumenti architet-
tonici antichi si desume facilmente da molteplici fatti.
Sul principio del secolo la visita delle antichità romane doveva essere cosi diffusa da
favorire l’uso di appositi «ciceroni».2
Della passione per le anticaglie architettoniche di Roma, nel seicento, possono anche far
Fig. 5 — Nicola Poussin : Rovine romane. Madrid, Prado.
fede le numerose riproduzioni incise in quel tempo, molte delle quali raccolte in volumi forma-
vano dei veri e propri « corpus » completi.3
archeologica di quel tempo. (V. il mio articolo cit.
Gio. Paolo Pati-nini, nota 3). Sono riproduzioni di ru-
deri ad uso di fondi, come nei quadri, o sono rac-
colte di monumenti antichi, studiati a scopo di cono-
scenza architettonica e archeologica. Cf. il terzo libro
dell’Architettura del Serbo dedicato alle Antichità di
Roma.
1 È riprodotta nel Bollettino della Pubblica Istru-
zione (anno III, fase. X, pag. 370).
2 Ci è infatti rimasta speciale memoria di Giovanni
Alto o Grosso, svizzero tedesco, del quale ci è stato
conservato il ritratto in due incisioni di Francesco Vil-
lamena. Una è del 1613 e porta la scritta: «La vera
guida degli oltramontani — Ho qui retratto al natu-
rai sembiante — Mostra le antiche e le moderne
piante — E le fabbriche eccelse dei romani ». (V. Ga-
binetto delle Stampe presso la Gali. Nazionale di Roma
a Palazzo Corsini, Se. 20, 31281).
Nel fondo della stampa sono aggruppati molti mo-
numenti, come la Colonna Traiana, il Pantheon, la
Torre delle Milizie, ecc.
L’altra stampa è di dieci anni più tarda e porta la
seguente iscrizione : « joannem Aitimi etc. meo coelo
expressum. Romae, etc. An. MDCX1II. Franciscus
Villamena ».
Il fondo della stampa rappresenta la Piazza del
Quirinale. (V. Galleria degli Uffizi, Corridoio delle
Stampe).
5 V. una breve serie rammentata nel mio articolo
già citato sul Pannini in nota 3.
LEANDRO O ZZO LA
A testimonianza dello studio artistico e archeologico dei ruderi antichi, nel cinquecento, è
rimasta tra l’altro una stampa di Giovanni Antonio Dosio, che raffigura appunto un giovane
intento a ritrarre dal vero delle rovine antiche. La stampa porta la data dell’anno 1569/
Che il seicento abbia conservato, anzi accresciuto, l’ammirazione per i monumenti architet-
tonici antichi si desume facilmente da molteplici fatti.
Sul principio del secolo la visita delle antichità romane doveva essere cosi diffusa da
favorire l’uso di appositi «ciceroni».2
Della passione per le anticaglie architettoniche di Roma, nel seicento, possono anche far
Fig. 5 — Nicola Poussin : Rovine romane. Madrid, Prado.
fede le numerose riproduzioni incise in quel tempo, molte delle quali raccolte in volumi forma-
vano dei veri e propri « corpus » completi.3
archeologica di quel tempo. (V. il mio articolo cit.
Gio. Paolo Pati-nini, nota 3). Sono riproduzioni di ru-
deri ad uso di fondi, come nei quadri, o sono rac-
colte di monumenti antichi, studiati a scopo di cono-
scenza architettonica e archeologica. Cf. il terzo libro
dell’Architettura del Serbo dedicato alle Antichità di
Roma.
1 È riprodotta nel Bollettino della Pubblica Istru-
zione (anno III, fase. X, pag. 370).
2 Ci è infatti rimasta speciale memoria di Giovanni
Alto o Grosso, svizzero tedesco, del quale ci è stato
conservato il ritratto in due incisioni di Francesco Vil-
lamena. Una è del 1613 e porta la scritta: «La vera
guida degli oltramontani — Ho qui retratto al natu-
rai sembiante — Mostra le antiche e le moderne
piante — E le fabbriche eccelse dei romani ». (V. Ga-
binetto delle Stampe presso la Gali. Nazionale di Roma
a Palazzo Corsini, Se. 20, 31281).
Nel fondo della stampa sono aggruppati molti mo-
numenti, come la Colonna Traiana, il Pantheon, la
Torre delle Milizie, ecc.
L’altra stampa è di dieci anni più tarda e porta la
seguente iscrizione : « joannem Aitimi etc. meo coelo
expressum. Romae, etc. An. MDCX1II. Franciscus
Villamena ».
Il fondo della stampa rappresenta la Piazza del
Quirinale. (V. Galleria degli Uffizi, Corridoio delle
Stampe).
5 V. una breve serie rammentata nel mio articolo
già citato sul Pannini in nota 3.