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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 4
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Sacchetti Sassetti, Angelo: Un gonfalone di Pirro Ligorio a Rieto
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0345

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UN GONFALONE 131 PIRRO LIGORIO A RIETI

Era un tempo portato nelle più solenni processioni ecl ora trovasi depositato nel Museo
> Civico di Rieti, per concessione della Congregazione di Carità che ne è proprietaria, il
magnifico gonfalone dell’antica Confraternita di Santa Maria, il quale, se sfuggì al Guarda-
bassi, quando compilò XIndice-Guida dei monumenti dell’ Umbria, attirò invece più volte, for-
tunatamente invano, le disoneste brame di volgari rigattieri. Del resto, che questo gonfalone
per vetustà di esecuzione, castigatezza di disegno e bontà di composizione vincesse tutte le
altre pitture del genere, che tuttora si recano in processione, appariva chiaro anche ai pro-
fani, agli occhi dei quali, anzi, il pregio dell’opera cresceva per essere essa dipinta a sugo d’erbe.

Il gonfalone (m. 2.05 X 2.70) è formato da una doppia tela centrale, su cui sono dipinti
i quadri, e da una scempia fascia perimetrale, su cui sono rozzamente dipinte a guazzo alcune
candeliere raffaellesche, rinnovate insieme con la tela nel secolo scorso forse sui disegni delle
originali. Dell’antica frangia solo qualche frammento scorgesi ancora qua e là; tutto il resto
è nuovo. La pittura rappresenta nella faccia anteriore l’Assunta con gli Apostoli, nella poste-
riore l’Ascensione e Santi ; deli’una e dell’altra daremo una breve descrizione.

* * *

Chiusa in rosea e schietta veste, da cui sembra trasparire il nudo delle carni, e accom-
pagnata da due soavi angeli, la Vergine poggia leggiera e serena verso il cielo. Un manto
ceruleo, svolazzante, dalla cintola in giù le avvolge la persona, e in mezzo ai lembi estremi
di esso si nascondono due vaghi angioletti; altri qua e là folleggiano, tripudiano; due, a
sinistra del riguardante, in alto, accostano le labbra in un bacio. La Vergine è pur dianzi
uscita dall’urna che, scoperchiata e vuota, posa sulla sommità di tre brevi gradini ; il candido
lenzuolo, che ne avvolgeva la salma, giace rovesciato in parte fuori del ciglio. I dodici Apo-
stoli, divisi in due gruppi uguali di numero da un fascio di luce che taglia diagonalmente la
scena, sono in vario atteggiamento raccolti intorno all’urna. Il gruppo di sinistra, dubbioso e
incerto, rimira e intento scruta entro l’urna vuota, quasi non creda ai propri occhi ; il gruppo
di destra, invece, fissa beato ed estatico lo sguardo sulla Vergine che, girata d’un buon terzo
la persona sulla sua sinistra, dirige il volo là, donde pare che piova la luce. Ciascun gruppo
di Apostoli ha una figura intiera al primo piano e le altre che a mano a mano si allontanano
prospetticamente. Su tutte emerge, nel gruppo sinistro, la dolcissima, quasi femminea, figura
di San Giovanni, dai capelli biondi e inanellati, dalla veste verde, su cui spicca il manto d’un
rosso sanguigno; egli ascende i gradini, sollevando con la mano destra la veste, per indagare
dentro l’urna vuota, con un gesto molle e grazioso.

Nella faccia posteriore del gonfalone il Salvatore ascende in cielo, cinto i lombi da un
manto azzurro che, agitato dal vento, si solleva dietro la sua persona in modo da formare
quasi lo sfondo al suo bel torso nudo, entro una gloria di angeli. Egli ha le braccia aperte
e volge in basso la testa, ornata di una breve e pallida barba e alquanto inclinata sull’omero
 
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