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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 5
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Fogolari, Gino: L' accademia veneziana di pittura e scoltura del settecento, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0398

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L’ACCADEMIA VENEZIANA
DI PITTURA E SCOLTURA DEL SETTECENTO

(Continuazione e fine, vedi fase, precedente)

FA meraviglia a noi, che giudichiamo di lontano, non vedere nel 1756 aggregato all’Ac-
cademia un artista di tanto merito e nome quale Antonio Canal; nè è sufficiente scusa
l’osservare che allora probabilmente egli era lontano da Venezia, perchè, come vedremo, anche
nel 1763 la sua elezione non fu senza difficoltà; mentre Francesco Guardi, che era pur cognato
del Tiepolo, è nominato accademico solo nel 1784, cioè otto anni dopo che già erano stati
eletti Angelica Kauffman e Antonio Canova, gli eroi di un’altra età.

A spiegare il ritardo e quasi la diffidenza neH'ammettere all’Accademia i nostri grandi
vedutisti, dobbiamo ricordare, ancora, che scopo precipuo della istituzione era lo studio del
nudo e quindi i pittori di figura insieme con gli scultori dovevano avervi il sopravvento; mentre
le vedute e i paesaggi erano un genere alquanto dispregiato. A torto veramente, perchè già
nei primi del Settecento la pittura di tal genere aveva preso un posto notevolissimo anche a
Venezia.

Nel Seicento il dipingere vedute, o battaglie, o quadri di natura morta, era generalmente a
Venezia occupazione di pittori stranieri, come di quel Giovanni Eisman di Salisburgo che venne
quivi verso la metà del secolo e trovò in Carlo Brisighella un continuatore della sua maniera. 1
Dava poca riputazione a quel genere d’arte anche Tesser trattato da pittori stravaganti e
straccioni, per quel bisogno di rivolta contro la dominante società fastosa e tronfia che divam-
pava, fra le contraddizioni e gli eccessi nel Seicento, in cotesti istintivi veristi.

A Venezia era famoso come pittore stravagante, lunatico e oltre ogni dire straccione, il vedu-
tista Bartolomeo Pedon. Ne ho trovato un gustoso profilo, che riporto in nota,2 in un zibaldone

1 Nel Zibaldoìi di memorie storiche appartenti a
professori delle belle arti del disegno r/jS, appar-
tenente al Temanza e poi al Moschini, ora nella
Biblioteca del seminario patriarcale n. 796, troviamo
così ricordato Giovanni Eisman, pittore paesista:
« Questo fu di Salisburgo e nacque l’anno 1604. Morì
in Venezia di 94 anni l’anno 1698 in contrada di
S. Sofia. 1 Sig. Conio mercanti tedeschi hanno due
bellissimi paesi di questa mano. Era questi nato di
onesta e civile condizione Si crede che operasse la
pittura in Vienna ove dimorò a lungo sempre eser-
citando l’arte sua. Venne in Venezia in età di anni
quaranta ove dimorò tutto il resto della sua vita. Eisman

amò molto Carlo Brisighella, giovane veneziano al

quale insegnò l’arte del dipingere e tanto lo amò che
lo condusse seco in diversi posti di Germania, in Roma
e per Italia ove seco lo faceva dipingere. Finalmente

10 istituì suo figlio adottivo e lo lasciò erede non meno
delle sue facoltà che del suo valore».

2 Zibaldone sopracitato. Bartolomeo Pedon : « Questi
morì a Venezia nella contrada di S. Paternian li 3 feb-
braio l’anno 1732, m. v. e fu sepolto sotto il portico.
L'età sua era di 67 anni circ. — Nacque il suddetto
Bartolomeo Pedon li 15 ottobre 1665 e fu battezzato

11 19 dello stesso mese nella parrocchia di S. Barto-
lomeo. Questi era eccellente negli paesi e nelle tem-
peste, era pur eccellente nelle figure che introduceva
nelle mecleme. Lavorò molto e si faceva molto stima di
 
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