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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 1
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Ozzòla, Leandro: Le rovine romane nella pittura del XVII e XVIII secolo, [1]: Appunti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0037

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LE ROVINE ROMANE NELLA PITTURA DEL XVII E XVIII SECOLO

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Nel 1678, per esempio, Colbert inviò a Roma un giovane architetto, Desgocletz, per dise-
gnare una volta di più i monumenti di Roma, già studiati e ristudiati dalla stessa scuola
Francese. 1

E lo studio e la copia dei ruderi antichi, che in quel secolo venivano facendo gli artisti
è testimoniato in parecchi quadri e stampe di contemporanei.1 2

L’amore delle antichità romane, del resto, in quel tempo era così profondamente penetrato
nel popolo di Roma, che gli fece reclamare dal Papa una legge restrittiva sulla esportazione
di oggetti antichi all’estero, legge che fu promulgata il io febbraio 1686.3

Il settecento non solo aumentò tutte le forme di studio e di ammirazione, che finora

abbiamo preso in esame, ma arrivò perfino a far sorgere nei giardini riproduzioni artificiali
di ruderi romani.4

Fu del resto questo il secolo che vide fiorire il Pannini, Hubert Robert e il Piranesi.

1 V. Henry Lemonnier, L’Art Frangais au temps
de Luis [XIV (Paris, Hachette, 1911), pag. iiqetutto
il capitolo. Cfr. anche il Courajod, da cui ha preso
le mosse il Lemonnier, sulla tirannia pedagogica del-
l’antico nell’insegnamento artistico del 600. Courajod,
Legons, ecc. Paris 1903, voi. Ili, passim.

2 Stefano della Bella, per esempio, in un suo rame
ha rappresentato il vaso Medici e accanto, in grandi
proporzioni, un giovanetto che sta copiandolo a dise-
gno. L’incisione reca questa scritta : «Romae in Hortis
Medicaeis Vas Marmoreum eximium. S. D. Bella.
MDCLVI ».

Una stampa del Vivares riproduce un quadro di
Claudio Lorenese, intitolato il Mattino, nel quale è
ritratto un pittore in campagna che sta disegnando
dei ruderi, e accanto a lui un ragazzo che, gli regge

l’ombrello per ripararlo dal sole. In essa di fronte al

pittore sorgono delle rovine classiche, un colonnato
ionico e un tempietto corinzio. Per terra sono sparsi
frammenti di colonne.

Al Museo Vittoria e Alberto di Londra si conserva
un cpiadro attribuito a Nicola Poussin (C. A. I. 22)
che molto più probabilmente appartiene al Lemaire-
Poussin (1597-1649), in cui sono raffigurate delle archi-
tetture romane in rovina con parecchi giovani artisti
intenti a studiarle, a disegnarle e ad osservare i disegni
eseguiti dai compagni.

Un’altra scena di artisti che disegnano rovine è nel
quadro di Ottavio Viviani (fioriva circa il 1640) della
Galleria di Dresda (n. 423).

Di un altro quadro dello Swanevelt, con lo stesso
soggetto, si parlerà più avanti nel testo.

3 V. H. Lemonnier, volume cit., pagg. 112, 113.

4 Intendo riferirmi al Ruinenberg del parco di Sans
 
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