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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 1
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Ozzòla, Leandro: Le rovine romane nella pittura del XVII e XVIII secolo, [1]: Appunti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0040

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LEANDRO O ZZO LA

Infatti già nella prima metà del cinquecento appaiono dei quadri, in cui le architetture
classiche costituiscono la parte più importante del dipinto, poiché, in confronto, le figure hanno
proporzioni assai modeste. 1

Queste opere rappresentano per noi soltanto 1’avviamento al quadro di rovine, in quanto
contengono i primi tentativi di dare una forma a sé, di costituire una fisionomia pittorica alle
composizioni architettoniche, già usate come parte secondaria nei fondi delle storie.

I primi esempi però di vere rovine, che noi abbiamo ritrovato, sono nelle opere di
Marten van Heemskerk e di Cristoforo Schwarz.

Al primo (1498-1574), celebre per i suoi disegni di monumenti romani, è attribuito un

Fig. 9 — Bartolomeo Breenbergh : Ruderi romani. Monaco, Pinacoteca

quadro (n. 115) della Galleria Schonborn di Vienna, rappresentante San Gerolamo nel deserto.
Il paesaggio fantastico è tutto sparso di ruderi classici, con statue antiche, tra le quali un
gruppo cf Ercole e Anteo.

A Cristoforo Schwarz (i55°_I597) è assegnata una pittura (n. 1540) della Galleria di
Vienna, che raffigura un bagno femminile. L’artista, imitatore della scuola veneziana, inquadrò,

1 Rammentiamo qui le scene con architetture clas- fantastica del Foro Romano, ideata da Ludovico Re-
siche d’Albert Altdorfer e specialmente la Susanna finger per la sua storia di Marco Curzio, che si vede

nel bagno della Pinacoteca di Monaco (n. 289) se- alla Pinacoteca di Monaco (n. 269).
guata con Panno 1526. Del 1540 è la ricostruzione
 
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