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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 1
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Ozzòla, Leandro: Le rovine romane nella pittura del XVII e XVIII secolo, [1]: Appunti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0042

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IO

LEANDRO O ZZO LA

Ma rintracciare quei primi dipinti è impresa quasi impossibile. Forse nella seconda metà
del cinquecento qualche artista ebbe l’idea di ritrarre dal vero, o combinare a memoria, una
veduta qualsiasi di ruderi romani. 1 II documento però, se non primo, certo più importante,
che noi possediamo di questo fatto pittorico, si riferisce all’opera di Paolo Bril (1554-1626).

Il Sandrart infatti ci attesta che « Enrico de Os possiede una lamina di rame da lui (Bril)

Fig. 11 — Jan Weenix : Paesaggio con ruderi. Monaco, Pinacotèca.

dipinta, coperta di rovine e di figure elegantissime, quale suole mostrarsi allo spettatore il
Campo Vaccino a Roma. » 1 2

1 Non proprio rovine, ma edifizi romani si vedono
radunati in due paesaggi delle storie di Santa Mad-
dalena, eseguite da Polidoro da Caravaggio tra il 1520
e il 1528 nell? chiesa di San Silvestro a Montecavallo
a Roma. V. J. Gramm, Ideal LandschaJt. (II, 71 e 72),
Freiburg, 1912.

Anche gli Zuccari, nella seconda metà del cinque-

cento, nella decorazione del fregio d’una stanza del
palazzo (ora Museo) della Villa di Papa Giulio, hanno
rappresentato delle vedute di Roma, tra cui sono al-
cune rovine, come il Colosseo.

2 Vedi Accademia Nob. Art. Pict. Norimbergiae
MDCLXXXII, pag. 277.
 
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