MATTEO DI PIETRO DA GUALDO
(DIPINTI INEDITI O SCONOSCIUTI)
L’opera certa più antica che abbiamo di lui, è il trittico del 1462 nella Pinacoteca di
Gualdo Tadino; documenti di archivio ce lo mostrano ancor vivo nel 1503 ; egli, dunque,
fiorì nel più bel periodo della Rinascenza. Ma l’opera sua di modesto e ingenuo pittore
popolare perde ogni pregio se vien giudicata alla stregua di confronti estesi appena fuori
della cerchia paesana nella quale egli formò le sua maniera rozza e pur non priva di espres-
sione e di un vivo senso decorativo.
Tarde reminiscenze della scuola del Nelli, spunti marchigiani tolti dal Boccati e da
Gerolamo di Giovanni, qualche influsso senese derivatogli da Ansano di Pietro, del quale
una tavola, e non delle migliori, si conserva tuttora in Gualdo, e l’arte di Nicolò da ho-
(DIPINTI INEDITI O SCONOSCIUTI)
L’opera certa più antica che abbiamo di lui, è il trittico del 1462 nella Pinacoteca di
Gualdo Tadino; documenti di archivio ce lo mostrano ancor vivo nel 1503 ; egli, dunque,
fiorì nel più bel periodo della Rinascenza. Ma l’opera sua di modesto e ingenuo pittore
popolare perde ogni pregio se vien giudicata alla stregua di confronti estesi appena fuori
della cerchia paesana nella quale egli formò le sua maniera rozza e pur non priva di espres-
sione e di un vivo senso decorativo.
Tarde reminiscenze della scuola del Nelli, spunti marchigiani tolti dal Boccati e da
Gerolamo di Giovanni, qualche influsso senese derivatogli da Ansano di Pietro, del quale
una tavola, e non delle migliori, si conserva tuttora in Gualdo, e l’arte di Nicolò da ho-