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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 2
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Giovannoni, Gustavo: Chiese della seconda metà del cinquecento in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0129

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CHIESE DELLA SECONDA METÀ DEL CINQUECENTO IN ROMA

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Sanmicheli e del Palladio E per le facciate più diretta
relazione di tempo e di concetto con la Trinità dei
Monti presentano la grande finestra termale che occu-
pava la zona superiore di Santa Maria della Pietà (poi
chiesa dei Bergamaschi) in piazza Colonna, secondo
quanto si è dimostrato dall’affresco alia Biblioteca Va-
ticana, 1 e quella della suddetta chiesa di Boschi, edifi-
cata da Pio V.

Era del resto quello della costruzione della Tri-
nità il momento in cui a stabilire tale classico motivo
di conformazione tripla dell’apertura arcuata maggior-
mente doveva influire 1’ imitazione da uno dei più
g'randi monumenti dell’antichità: le Terme Diocleziane,
sotto il Cardinal Du Bellay ed il Borromeo trasformate
come destinazione, ed insieme ricercate ed illustrate
da artisti e da studiosi.2

Le torri laterali, infine, della Trinità hanno di ca-
ratteristico nell’ organismo generale del prospetto di
trovarsi non rientranti rispetto il corpo centrale, ma
sporgenti ; e solo la maestosa linea dell’arco trionfale
(con soluzione non dissimile da quella del già citato
prospetto di fianco di San Giovanni in Laterano) equi
libra la massa, evitando che da questi due alti avan-
corpi la parte media risulti stretta e schiacciata, e
dando ad essi una evidente funzione statica di con-
trafforti.

Queste classificazioni e questi riavvicinamenti non
bastano ancora tuttavia a far arrischiare una conget-
tura circa l’autore. Son troppo povere ancora le nostre
cognizioni su questo periodo, finora tanto trascurato;
son troppi gli artisti del tempo di cui conosciamo poco più del nome, e talvolta neanche il
nome, per potere allacciare una completa rete d’induzioni; le quali per ora si limitano alle
vie maestre, cioè all’opera di pochi artisti principali, i cui caratteri stilistici, più o meno,
cominciamo .a determinare.

Ma pure in questo campo limitato si può bene stabilire in primo luogo una sicura deter-
minazione negativa, escludendo, per evidenti ragioni di data e di stile, il nome di Dome-
nico Fontana, che il Gurlitt3 dice autore di tutta la facciata, anziché della sola scalea; ed
in secondo luogo porre innanzi l’ipotesi che nella seconda fase — quella svoltasi intorno
al 1583 con la costruzione del portale e delle torri - abbia avuto parte, pur seguendo il
progetto anteriormente redatto dall’ignoto autore, Giacomo Della Porta. Lo stile di questi
è richiamato dalla somiglianza dei campanili con quelli di S. Atanasio, dal tipo delle colonne,
inalveolate per metà, che fiancheg'giano la porta, analoghe a quelle del portone Maffei (poi
della Banca Romana); il quale, che io sappia, costituisce di tale disposizione, divenuta poi
comunissima, l’unico esempio contemporaneo in Roma.



Fig. 8 — Martino Lunghi sen. :
Campanile di San Girolamo. Roma.

1 Cfr. Orbaan, Sixtine Rom, London, 1911, tav. a
pag. 11S.

2 Cfr. Lanciami, Storia degli scavi, Roma,. 1903,

II, 137. Tra i disegni numerosissimi vedi tra i più in-

teressanti pei raffronti con la Trinità quelli di Alò
Giovannoli relativi al fianco Nord-Est delle terme.

3 Gurlitt, op. cit., pag. 211.

L'Arte. XVI, 13.
 
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