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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 2
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Venturi, Adolfo: Di alcune opere d'arte della collezione Messinger
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0175

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DI ALCUNE OPERE D’ARTE DELLA COLLEZIONE MESSENGER

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Il Baldinucci1 ricorda di lui solanto il ritratto d’un giovanetto fiorentino, ripetuto dal pittore
tre volte; l’autoritratto esiste agli Uffizi, e un ritratto del Gambetti (firmato e datato 1594),
pure agli Uffizi.2 Appunto, in questi ultimi, l’Empoli non si allontana da forme manieristiche,
esatte si, ma che non tradiscono nessuna forte impressione ricevuta dalla realtà; sono semplici
studi dal vero, come il pittore usava per i committenti attorno ai santi delle sue pale d’altare,
per esempio nella pala di Sant’Ivo, pure agli Uffizi. Il manierismo prodotto in lui dalla lunga
imitazione da Andrea del Sarto, si attenuò, quando egli ebbe passati i quarantanni, a causa
dell’ambiente mutato, a causa delle nuove correnti che riformavan la pittura fiorentina. E allora
l'Empoli, davanti a un personaggio d’importanza, compreso della dignità del compito, sentì il
valore decorativo della sontuosamente ornata figura e del suo elmo fantastico, e l’uno e l’altra

Fig. 2 —Jacopo da Empoli: La Cena in Emmaus. Pisa, Collezione Schiff.

compose nello spazio a ricordare una potenza ottenuta con la fortuna. Di più, negli occhi precisò
quella fermezza di volontà e quella penetrazione d’intelligenza che eran le soli doti del potente.

Il volto del Concini dovette rimanere impresso nella fantasia dell’Empoli. Se non erro,
egli lo ricordò nel quadro rappresentante la Cena in Emmaus, che si trova nella collezione
del prof. Roberto Schiff, a Pisa, una delle migliori opere del pittore, dov’egli si lancia nelle
nuove vie aperte dal Caravaggio, non senza aver presente il quadro del medesimo soggetto
che del Caravaggio ora si trova nella National Gallery. Il quadro della collezione Schiff ci
spiega anzi la duttilità dell’ingegno dell’ormai vecchio pittore, che trasforma i modelli del
nuovo realismo con inalterata compostezza toscana, senza perdere la propria individualità;
ecco il perchè dei pregi del ritratto del Concini, del suo realismo, del suo valor decorativo.

1 Notizie, ecc., 1681, pagg. 177-184. ch’io non conosco, indica come opera del Chimenti

2 II Busse in Allgemeines Lexicon d. bild. Kimstler, il ritratto dell’Acciajuoli nell’Accademia di Firenze

voi, VI, 1912, oltre un ritratto nella Galleria Feroni (n. 200): è questo per stile simile al ritratto Concini.
 
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