DI ALCUNE OPERE D’AREE DELLA COLLEZIONE MESSINGER
147
Il Bernini eccitava al movimento e alla monumentalità ; ma non poteva inventare, egli scultore,
la scala cromatica adatta; la ritrovò il Baciccio ricollegandosi al Barocci e al Rubens. Ed è
bene precisare, perchè non so che sia stato precisato sinora, che tutta la leggerezza cromatica
propria al Barocci, impersonata e sviluppata dal Rubens e dal Van Dych, la quale è la base
della leggerezza decorativa del Settecento, fu in Roma ripresa e adattata ai nuovi bisogni dal
Baciccio, prima che da qualunque altro pittore.
Naturalmente, questa sua felice libertà di fronte al Bernini, diminuisce quando si tratta
non di tecnica pittorica, bensì di metodo di riproduzione realistica. Racconta il Ratti che
«egli ebbe (nei ritratti) una maniera particolare; perocché, dopo d’avere scrupolosamente dise-
gnato quel tale ritratto, che egli prendeva a formare, dava tutta la libertà all’originale di mot-
Fig. 7 — Bartolomeo Passarotti : I beccai. Monaco, Collezione Messinger.
teggiare, di ridere, ed anche di muover la testa ; mentre in sì fatta maniera, soleva dire, che
vedea quel tale ne’ movimenti naturali, e'propri di lui; e perciò allora con tratti risoluti, e
franchi gli dava il pieno della somiglianza». Era questo il sistema del Bernini; ma appnnto
perchè tradotto nella tecnica pittorica personale, risultava un effetto d’indubbia novità. Appunto,
per un pittore che abbia vissuto a Roma nel Seicento, impressionano come cosa singolare l’as-
senza assoluta di toni neri o grigi, le ombre bluastre, il colorito brillante insomma del ritratto
di Alessandro VII. La sensibilità cromatica è il risultato della nervosità dell’artista, la quale
si comunica all'effigie dipinta, infondendole vita. Il ritratto di Clemente IX della galleria Rospi-
gliosi, quello d’Innocenzo XI della galleria di San Luca, del cardinale Leopoldo de’ Medici
della galleria degli Uffizi, hanno assunto un simile effetto di nervosità spirituale e di vivacità
cromatica: il piacere di una tavolozza brillante, la vita, sia pure effimera, prodotta da quella
nervosità, spiegano più che a sufficienza- la fortuna di tali ritratti ufficiali.
147
Il Bernini eccitava al movimento e alla monumentalità ; ma non poteva inventare, egli scultore,
la scala cromatica adatta; la ritrovò il Baciccio ricollegandosi al Barocci e al Rubens. Ed è
bene precisare, perchè non so che sia stato precisato sinora, che tutta la leggerezza cromatica
propria al Barocci, impersonata e sviluppata dal Rubens e dal Van Dych, la quale è la base
della leggerezza decorativa del Settecento, fu in Roma ripresa e adattata ai nuovi bisogni dal
Baciccio, prima che da qualunque altro pittore.
Naturalmente, questa sua felice libertà di fronte al Bernini, diminuisce quando si tratta
non di tecnica pittorica, bensì di metodo di riproduzione realistica. Racconta il Ratti che
«egli ebbe (nei ritratti) una maniera particolare; perocché, dopo d’avere scrupolosamente dise-
gnato quel tale ritratto, che egli prendeva a formare, dava tutta la libertà all’originale di mot-
Fig. 7 — Bartolomeo Passarotti : I beccai. Monaco, Collezione Messinger.
teggiare, di ridere, ed anche di muover la testa ; mentre in sì fatta maniera, soleva dire, che
vedea quel tale ne’ movimenti naturali, e'propri di lui; e perciò allora con tratti risoluti, e
franchi gli dava il pieno della somiglianza». Era questo il sistema del Bernini; ma appnnto
perchè tradotto nella tecnica pittorica personale, risultava un effetto d’indubbia novità. Appunto,
per un pittore che abbia vissuto a Roma nel Seicento, impressionano come cosa singolare l’as-
senza assoluta di toni neri o grigi, le ombre bluastre, il colorito brillante insomma del ritratto
di Alessandro VII. La sensibilità cromatica è il risultato della nervosità dell’artista, la quale
si comunica all'effigie dipinta, infondendole vita. Il ritratto di Clemente IX della galleria Rospi-
gliosi, quello d’Innocenzo XI della galleria di San Luca, del cardinale Leopoldo de’ Medici
della galleria degli Uffizi, hanno assunto un simile effetto di nervosità spirituale e di vivacità
cromatica: il piacere di una tavolozza brillante, la vita, sia pure effimera, prodotta da quella
nervosità, spiegano più che a sufficienza- la fortuna di tali ritratti ufficiali.