BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
160
20. Venturi (Leonello). Giorgione e il Giorgio-
nismo. Milano, Hoepli, 1913, con 85 illustr., pag. 403.
L. 25.
Diamo l’indice generale del volume.
Cap. I. 11 problema di Giorgione.
Gap. II. Giorgione : Premessa — La tradizione religiosa
— La trasformazione degli studi dal vero — La scena fan-
tastica — La decorazione — Conclusione.
Cap. III. Il Giorgionismo : Tiziano — Sebastiano del
Piombo — Palma Vecchio — Giov. Antonio da Pordenone
— Dosso Dossi — Giulio Campagnola — Girolamo Roma-
nino — Francesco Torbido — Lorenzo Luzzo — Girolamo
Savoldo — Vincenzo Catena — Giovanni Caldani — Ber-
nardino Licinio — Pellegrino da S. Daniele e Sebastiano
Florigerio — Domenico Mancini — Opere anonime —
Xilografie — Ricordi di Giorgione nei seguaci di Tiziano
— 11 Giorgionismo nel Seicento.
Appendice A. Fonti e bibliografia su Giorgione.
Appendice B. Storia esterna delle opere di Giorgione.
Appendice C. Note al Giorgionismo.
Arti minori.
21. De Foville (I.), La medaille de Jules-Cèsar
Varano. — « Revue numismatique », 1912, p. 268.
L’A. sostiene l’attribuzione ad Antonio Marescotti di una
plachetta della collezione Dreyfus e di una medaglia con-
servata al South-Kensington Museum.
L’una e l’altra rappresentano Giulio Cesare Varano si-
gnore di Camerino; ma la medaglia non ha segnatura: la
plachetta porta incise le lettere A. F , che si leggerebbero ap-
punto Antonius fecit. Il Foville, che vuole eseguite le due
opere circa il 1450, per ragioni storiche tuttavia non evidentis-
sime, e da un maestro della Corte ferrarese, sostiene la paternità
del Marescotti come unico medaglista di quel tempo a Fer-
rara con il nome di Antonio. Tanto più, egli dice, che il
raffronto d Ila medaglia del Varano con quella rappresen-
tante Galeazzo Marescotti, opera certa del medesimo artista,
ci fanno persuasi della somiglianza dello stile. (a. s).
22. Hermanin (Federico). Incisioni e disegni. I. La
Campagna Romana nelle acque forti degli olandesi e
dei fiamminghi del secolo decimo settimo. — Roma,
Domenico Anderson, editore, M.CM.XII.
Sono 21 tavole eseguite con rara maestria, presentate da
una introduzione che è una rapida, ma efficace sintesi della
storia del paesaggio in Italia nel secolo xvir, dettata con
una non comune equanimità nel fissare i limiti dell’arte pae-
sistica italiana di fronte a quella straniera. Dalle tavole sono
banditi i pi'tori francesi e tedeschi, quelli perchè idealisti e
quindi opposti per arte al realismo degli olandesi e fiam-
minghi, questi perchè, dopo Adamo Elsheimer e prima del
secolo XIX, nulla di notevole produssero nell’ illustrazione
paesistica di Roma, ma anche di essi parla l’autore, come
parla degli italiani, in iscorcio, per meglio inquadrare e spie-
gare l’arte dei fiamminghi e olandesi. La quale è di un rea-
lismo ristretto sì, ma intimo, e di un’ importanza maggiore
di quella francese per la storia della vita a Roma e nei din-
torni. Invece di rievocazione storica a grandi linee, la re-
surrezione esatta della realtà, la ricerca del particolare carat-
terizzatore della vita quotidiana; invece di grandi orizzonti,
piccoli cantucci o antri racchiusi; invece di fauni e di ninfe,
pastoriepastore : ecco le caratteristiche delle principali interpre-
tazioni fiamminghe e olandesi della campagna romana del
seicento. Alcune incisioni, specie del Dujardin, sembrano veri
modelli dell’arte del Palizzi. La raccolta è al fascicolo I ; se
il fascicolo II documenterà le interpretazioni francesi della
campagna romana, il pubblico potrà conoscere i due punti
di vista opposti nell’ interpretazione dal realismo all'idea-
lismo. E la documentazione avrà un valore simbolico dpi mo-
vimento artistico di ogni U mpo, non escluso quello contem-
poraneo a noi. (/. vi).
23. Poggi (Giovanni) Mostra dei cartoni e dei di-
segni di Federico Bar oc ciò. — Arti Grafici! e, Ber-
gamo, 1913.
Per commemorare il terzo centenario della morte (30 no-
vembre 1612) di Federico Barocci, si è inaugurata a Fi-
renze una Mostra dei cartoni e disegni del pittore urbinate.
All’elenco di essi, compilato dal cav. Ferri e da F. di Pietro,
ha creduto opportuno il Poggi premettere la vita dell’artista,
scritta nel ’6oo dal Bellori, illustrandola con note esplicative.
(a. s.).
Per i lavori pubblicati ne U ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica
■per I Italia e per I estero.
Adolfo Venturi, Direttore.
Roma, Tip. dell’Unione Editrice, Via Federico Cesi, 45.
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20. Venturi (Leonello). Giorgione e il Giorgio-
nismo. Milano, Hoepli, 1913, con 85 illustr., pag. 403.
L. 25.
Diamo l’indice generale del volume.
Cap. I. 11 problema di Giorgione.
Gap. II. Giorgione : Premessa — La tradizione religiosa
— La trasformazione degli studi dal vero — La scena fan-
tastica — La decorazione — Conclusione.
Cap. III. Il Giorgionismo : Tiziano — Sebastiano del
Piombo — Palma Vecchio — Giov. Antonio da Pordenone
— Dosso Dossi — Giulio Campagnola — Girolamo Roma-
nino — Francesco Torbido — Lorenzo Luzzo — Girolamo
Savoldo — Vincenzo Catena — Giovanni Caldani — Ber-
nardino Licinio — Pellegrino da S. Daniele e Sebastiano
Florigerio — Domenico Mancini — Opere anonime —
Xilografie — Ricordi di Giorgione nei seguaci di Tiziano
— 11 Giorgionismo nel Seicento.
Appendice A. Fonti e bibliografia su Giorgione.
Appendice B. Storia esterna delle opere di Giorgione.
Appendice C. Note al Giorgionismo.
Arti minori.
21. De Foville (I.), La medaille de Jules-Cèsar
Varano. — « Revue numismatique », 1912, p. 268.
L’A. sostiene l’attribuzione ad Antonio Marescotti di una
plachetta della collezione Dreyfus e di una medaglia con-
servata al South-Kensington Museum.
L’una e l’altra rappresentano Giulio Cesare Varano si-
gnore di Camerino; ma la medaglia non ha segnatura: la
plachetta porta incise le lettere A. F , che si leggerebbero ap-
punto Antonius fecit. Il Foville, che vuole eseguite le due
opere circa il 1450, per ragioni storiche tuttavia non evidentis-
sime, e da un maestro della Corte ferrarese, sostiene la paternità
del Marescotti come unico medaglista di quel tempo a Fer-
rara con il nome di Antonio. Tanto più, egli dice, che il
raffronto d Ila medaglia del Varano con quella rappresen-
tante Galeazzo Marescotti, opera certa del medesimo artista,
ci fanno persuasi della somiglianza dello stile. (a. s).
22. Hermanin (Federico). Incisioni e disegni. I. La
Campagna Romana nelle acque forti degli olandesi e
dei fiamminghi del secolo decimo settimo. — Roma,
Domenico Anderson, editore, M.CM.XII.
Sono 21 tavole eseguite con rara maestria, presentate da
una introduzione che è una rapida, ma efficace sintesi della
storia del paesaggio in Italia nel secolo xvir, dettata con
una non comune equanimità nel fissare i limiti dell’arte pae-
sistica italiana di fronte a quella straniera. Dalle tavole sono
banditi i pi'tori francesi e tedeschi, quelli perchè idealisti e
quindi opposti per arte al realismo degli olandesi e fiam-
minghi, questi perchè, dopo Adamo Elsheimer e prima del
secolo XIX, nulla di notevole produssero nell’ illustrazione
paesistica di Roma, ma anche di essi parla l’autore, come
parla degli italiani, in iscorcio, per meglio inquadrare e spie-
gare l’arte dei fiamminghi e olandesi. La quale è di un rea-
lismo ristretto sì, ma intimo, e di un’ importanza maggiore
di quella francese per la storia della vita a Roma e nei din-
torni. Invece di rievocazione storica a grandi linee, la re-
surrezione esatta della realtà, la ricerca del particolare carat-
terizzatore della vita quotidiana; invece di grandi orizzonti,
piccoli cantucci o antri racchiusi; invece di fauni e di ninfe,
pastoriepastore : ecco le caratteristiche delle principali interpre-
tazioni fiamminghe e olandesi della campagna romana del
seicento. Alcune incisioni, specie del Dujardin, sembrano veri
modelli dell’arte del Palizzi. La raccolta è al fascicolo I ; se
il fascicolo II documenterà le interpretazioni francesi della
campagna romana, il pubblico potrà conoscere i due punti
di vista opposti nell’ interpretazione dal realismo all'idea-
lismo. E la documentazione avrà un valore simbolico dpi mo-
vimento artistico di ogni U mpo, non escluso quello contem-
poraneo a noi. (/. vi).
23. Poggi (Giovanni) Mostra dei cartoni e dei di-
segni di Federico Bar oc ciò. — Arti Grafici! e, Ber-
gamo, 1913.
Per commemorare il terzo centenario della morte (30 no-
vembre 1612) di Federico Barocci, si è inaugurata a Fi-
renze una Mostra dei cartoni e disegni del pittore urbinate.
All’elenco di essi, compilato dal cav. Ferri e da F. di Pietro,
ha creduto opportuno il Poggi premettere la vita dell’artista,
scritta nel ’6oo dal Bellori, illustrandola con note esplicative.
(a. s.).
Per i lavori pubblicati ne U ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica
■per I Italia e per I estero.
Adolfo Venturi, Direttore.
Roma, Tip. dell’Unione Editrice, Via Federico Cesi, 45.