IL TESORO SACRO DEL DUOMO DI VERO LI ED / SUOI CIMELI
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qui le molte stele funerarie ove questo motivo ritorna, ricorderò solo il celebre sarcofago
delle dolenti di Costantinopoli, nel quale s’incontrano squisite variazioni del medesimo tema.
Al di sopra del Cristo crocifisso il santo in atto benedicente è identificato dalla parola
N11 k VA le cui lettere si succedono in senso verticale a sinistra del capo del Redentore; indub-
biamente esso è San Nicola, arcivescovo di Mira: il posto importante che occupa nella nostra
croce è spiegato dalla popolarità del Santo, il cui corpo è tuttora conservato in Bari : la posa
della mano in atto benedicente ben si addice alla sua dignità episcopale; 1 infine lo stesso
santo compare in molti altri monumenti dell’arte bizantina nella medesima posa della mano
benedicente appoggiata al libro sostenuto dalla sinistra: così nel celebre trittico di avorio di
Encolpio della chiesa di Sant’Erasmo rovescio)
(Fotografia del Ministero della Pubblica Istruzione).
Harbaville del Museo del Louvre 1 2 é nel medesimo atteggiamento nella stauroteca di Gran,
dove è indicato dal nome NIILOAAOO. Sicché mi sembra di dover mettere da parte l’ipotesi
affacciata dal Borgia e seguita poi dal Mai di leggere NULA, che unito all’abbreviatura del
titolo 1(1 \C, dovrebbe significare I IICOV 0 X[Pb'TO]0 INULA (Iesus Christus vincit). La quale
espressione si trova — è vero — in altri encolpi,3 come in quello già ricordato proveniente
da Corfù, ma sempre indipendentemente dal titolo. Di più poi i sopra ricordati illustratori
tralasciarono una lettera che è parte di questa iscrizione e lasciarono senza nome questo santo,
mentre non ne mancano le altre figure del nostro encolpio.
Su questa medesima faccia vanno inoltre notate le due palme che sorgono dalla base
1 Vedi Borgia, De Cruce Ve Ut:, pag. liv. ' 3 La stessa espressione si leggeva anche in due co-
2 Venturi, Storia dell’arte, luogo cit. lonne di Costantinopoli (Mai, op. cit., pag. 7 e 8).
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qui le molte stele funerarie ove questo motivo ritorna, ricorderò solo il celebre sarcofago
delle dolenti di Costantinopoli, nel quale s’incontrano squisite variazioni del medesimo tema.
Al di sopra del Cristo crocifisso il santo in atto benedicente è identificato dalla parola
N11 k VA le cui lettere si succedono in senso verticale a sinistra del capo del Redentore; indub-
biamente esso è San Nicola, arcivescovo di Mira: il posto importante che occupa nella nostra
croce è spiegato dalla popolarità del Santo, il cui corpo è tuttora conservato in Bari : la posa
della mano in atto benedicente ben si addice alla sua dignità episcopale; 1 infine lo stesso
santo compare in molti altri monumenti dell’arte bizantina nella medesima posa della mano
benedicente appoggiata al libro sostenuto dalla sinistra: così nel celebre trittico di avorio di
Encolpio della chiesa di Sant’Erasmo rovescio)
(Fotografia del Ministero della Pubblica Istruzione).
Harbaville del Museo del Louvre 1 2 é nel medesimo atteggiamento nella stauroteca di Gran,
dove è indicato dal nome NIILOAAOO. Sicché mi sembra di dover mettere da parte l’ipotesi
affacciata dal Borgia e seguita poi dal Mai di leggere NULA, che unito all’abbreviatura del
titolo 1(1 \C, dovrebbe significare I IICOV 0 X[Pb'TO]0 INULA (Iesus Christus vincit). La quale
espressione si trova — è vero — in altri encolpi,3 come in quello già ricordato proveniente
da Corfù, ma sempre indipendentemente dal titolo. Di più poi i sopra ricordati illustratori
tralasciarono una lettera che è parte di questa iscrizione e lasciarono senza nome questo santo,
mentre non ne mancano le altre figure del nostro encolpio.
Su questa medesima faccia vanno inoltre notate le due palme che sorgono dalla base
1 Vedi Borgia, De Cruce Ve Ut:, pag. liv. ' 3 La stessa espressione si leggeva anche in due co-
2 Venturi, Storia dell’arte, luogo cit. lonne di Costantinopoli (Mai, op. cit., pag. 7 e 8).