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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 3
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Scaccia-Scarafoni, Camillo: Il tesoro sacro del duomo di Veroli es i suoi cimeli medioevali, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0232

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CAMILL O SCA CCIA-SCAR AFONI

della croce e si elevano ai lati del Cristo ; mentre qui hanno una parte decorativa poco impor-
tante ; esse pure vanno ricollegate ad una significativa decorazione delle stauroteche bizantine
e risalgono anch’esse al tipo della croce costantiniana illustrata dal De Gruneisen. Queste
palme che sorgevano alla base della croce e che staccandosi da essa si piegavano in alto quasi
ad abbracciarla sono i.1 ricordo della vittoria di Costantino su Massenzio. In processo di tempo
esse degenerarono in forme stilizzate 1 e si trasformarono variamente alcune volte raggiun-
gendo le estremità dell’asse trasversale come nelle celebri porte di bronzo fatte fare dall’abate
Desiderio per la badia di Monte Cassino,1 2 altre volte ripiegandosi su sè medesime in modo
di aspirale offrono la base alle figure di Maria e di Giovanni ai lati della croce. La treccia
semplicissima che incornicia la croce e ne delimita i vari campi è decorazione non rara in
produzioni di oreficeria bizantina: essa ricorre come decorazione della teca di Pasquale I rin-
venuta nel Sancta Sanctorum,3 s’incontra pure in una capsella di argento (sec. V o Vi) ritro-
vata in quello stesso Tesoro 4 ed in una capsella africana illustrata dal De Rossi.5

La faccia posteriore della croce porta nel centro la figura della Vergine, mentre la più
antica iconografia di queste croci presenta più spesso la Deesis, la glorificazione cioè dell’Uomo-

Dio. Nè la Vergine è qui rappresentata, come in altri encolpi meno recenti nella posa tradi-
zionale dell’orante a braccia aperte 6 ed a capo scoperto, ma qui è raffigurata nelle linee carat-
teristiche della ayr/ Lsotozoc stringente al seno il Figlio e velata da un pallio che dal capo,
dove secondò un vezzo preferito dagli artisti bizantini, è segnato da una crocetta,7 le scende pel-
le spalle. Anche questa figura di Maria trova riscontri con altri monumenti bizantini e spe-
cialmente con la placca, anch’essa di bronzo, proveniente dalla basilica di Torcello ed ora al
Kensington Museum, che il Diehl 8 attribuisce al secolo XI o xli; la rispondenza fra queste
due rappresentazioni della Vergine è perfetta anche nei particolari del vestito, oltre che nelle
linee generali.

I tre Santi raffigurati nei tre estremi della croce sono identificati dalia clamide per tre
Santi militari e sono propriamente i tre Santi guerrieri Demetrio, Giorgio e Procopio che
s’incontrano generalmente insieme in non pochi monumenti dell’arte bizantina e che, special-
mente dopo la lotta iconoclasta, furono raffigurati spesso insieme con Teodoro nella loro veste

1 De Nicola, Bollettino d’arte del Ministero della
P. I., num. cit.

2 Venturi, Storia dell’arte, voi. II, pag. 561 e 654;
Diehl, op. cit., pag. 632.

’ Grisar, Il « Sancta Sanctorum » ed il suo tesoro
sacro, pag. 123, fig. 35.

4 Grisar, Ibidem, pag. 147, fig. 43.

s De Rossi, Bull, d’arch. crisi., 1887, pag. 119.

6 Vedi Pencolpio di Corfù già ricordato, collocato
fra l’vm e il ix secolo ed un altro in Rohault de
Fleury, op. cit. pag. 211.

7 Nella citata teca d’argento della croce gemmata
di Pasquale I (sec. ix) non solo la Vergine, ma anche
le pie donne portano sul capo questo segno. Grisar,
Ibidem, pag. 131...

8 Diehl, op. cit., pag. 639.
 
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