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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 3
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Scaccia-Scarafoni, Camillo: Il tesoro sacro del duomo di Veroli es i suoi cimeli medioevali, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0237

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IL TESORO SACRO DEL DUOMO DI VEROLI ED I SUOI CIMELI

203

dall’artista nel grazioso atteggiamento d’uno scherzo materno, giacché il Bambino sta per car-
pire un frutto dalla mano che la madre leva in alto. Gli spazi fra questa figura e gli Evan-
gelisti sono occupati da tre medaglioni, uno dei quali ci dice in una iscrizione, data, autore,
luogo di provenienza: ANNO ■ D • MCCCCL1II • MAGISTER • NICOLAVS • AMICI • CICCI ■
DE • SVLMONA • FECIT ■ HOC • OPV •

Tralasciando osservazioni di ordine secondario, ricorderò solo che questo oggetto, rimasto
fino a poco sconosciuto anche dopo la Mostra di Chieti, porta il nome di un nuovo magister che
viene ora ad aggiungersi alla eletta schiera di artisti sulmonesi del secolo XV. Ricorderò inoltre
che questa croce, la quale non porta il marchio di controllo SVL, che per solito portano tali lavori
sulmonesi, reca invece Santi e Sante che si ricollegano a Veroli e più specialmente alla chiesa
di Santa Maria de’ Franconi e porta sul nodo uno stemma che ricorda quello della nostra

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Breviario di San Ludovico d’Angiò
(Fot. Franchi de’Cavalieri).

cittadina, sicché questo lavoro, fatto da un artista sulmonese fuori della giurisdizione della
sua patria, dovette certo essere eseguito per Veroli. Inoltre l’artista, finora ignoto, appartiene
invece a una famiglia già nota agli studiosi dell’arte abruzzese specialmente per il nome di
Amico eli Antonio di Notar Amico, autore della croce di Sant’ Eusanio Forconese.

Il tesoro della cattedrale conserva anche un antico breviario membranaceo attribuito a
San Luigi d’Angiò e donato al duomo di Veroli dal vescovo mons. Cipriani, secondo quanto
afferma il Moroni, 1 o proveniente dalla Certosa di Trisulti in seguito ad avvenimenti di cui
daremo cenno, secondo quanto dice il citato manoscritto De Bobus. Nella teca ove è custo-
dito il libro un vecchio frammento di pergamena in caratteri gotici porta questa affermazione :

Hoc vere est breviarium pniit
Sancii Ludovici Archiepiscopi Tolosani
Ordinis minorum, fratris regis Caroli.

Dizionario cit., voi. XCIV, pag. io,
 
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