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MARIO SALMI
Le figure accennano ad assottigliarsi, ed è un lavoro di transizione fra gl’ influssi, che il
pittore già subiva, di Spinello aretino e quelli di Lorenzo Monaco che si vedranno nel grande
polittico assegnato a Lorenzo di Niccolò, nella sacrestia di Santa Croce; opera posteriore
quindi al polittico in .San Domenico di Cortona, eseguito per San Marco a Firenze (allo-
gato nel 1401) che nella tavola di mezzo mostra lo stesso soggetto, eseguito con forme pros-
sime a Spinello.
Pescia. Museo Civico, n. 8, tavoletta con la Vergine in un trono cuspidato, col Bimbo,
vestito di un gonnellino, ritto sulle ginocchia a destra; nella cuspide ad arco mistilineo, 1
l’Eterno e due angeli. I colori sono un po’ discordanti e fu spelato il quadro in qualche
parte. Vi è evidente la maniera di Lorenzo di Niccolò ed è prossimo al trittico di San Leo-
Fig. 4 — Mariotto di Nardo : Polittico. San Donnino a Villamagna.
nardo in Arcetri.2 Il grazioso motivo del Bambino che sta in piedi è tolto da Spinello e si
vede in affreschi della sua scuola in San Francesco e nella pieve di Arezzo.
Firenze. Magazzini degli Uffizi, numeri 4658, 4660, 4662, 4664, pilastrini appartenenti
ad un trittico, ognuno dei quali porta dipinte due figure di santi. Ordinario lavoro della bottega.
Mariotto di Nardo (*f* 1424), anch’egli personalità prolifica di questo periodo ed affine a
Lorenzo di Niccolò, lo conosciamo per artista di minor valore ed affrettato. Dopo le molte
1 La cornice di questa tavola termina a cuspide ma
formando una variazione dell’arco accosciato in cui
gli archi posti in senso inverso invece di unirsi diret-
tamente, sono separati da una corta linea verticale.
Fu chiamato arco mistilineo fiorentino (cfr. M. Rey-
mond, in Rivista d’arte, 1904, pag. 245) e in archi-
tettura venne usato a Firenze dapprima nelle porte
di Orsammichele ; dopo di che, accolto in altri edilìzi,
ai primi del Quattrocento se ne diffuse l’uso anche
nelle cuspidi delle tavole, che è raro, in questo tempo,
terminino diversamente. Avanti, era già stato usato
nella tavoletta n. 1 attribuita a Bernardo Dacldi nella
Pinacoteca di Napoli, e nella Deposizione di Giottino
agli Uffizi, nè, che noi sappiamo, fu posto in opera
in altre ancone durante tutto il xiv secolo.
2 Somiglianze evidenti con questo lavoro e col trit-
tico della Raccolta Rosenthal a Monaco, pubblicati
dal Siren, in L’Arte, 1908, pag. 190, mostra, a giu-
dicare dalla riproduzione, tanto da crederli tutti dello
stesso autore, un polittico già della collezione Tosca-
nelli sotto il nomedi Spinello Aretino ( bianche XXXII
dell’Album), che sarebbe utile sapere in quale raccolta
si trovi presentemente.
MARIO SALMI
Le figure accennano ad assottigliarsi, ed è un lavoro di transizione fra gl’ influssi, che il
pittore già subiva, di Spinello aretino e quelli di Lorenzo Monaco che si vedranno nel grande
polittico assegnato a Lorenzo di Niccolò, nella sacrestia di Santa Croce; opera posteriore
quindi al polittico in .San Domenico di Cortona, eseguito per San Marco a Firenze (allo-
gato nel 1401) che nella tavola di mezzo mostra lo stesso soggetto, eseguito con forme pros-
sime a Spinello.
Pescia. Museo Civico, n. 8, tavoletta con la Vergine in un trono cuspidato, col Bimbo,
vestito di un gonnellino, ritto sulle ginocchia a destra; nella cuspide ad arco mistilineo, 1
l’Eterno e due angeli. I colori sono un po’ discordanti e fu spelato il quadro in qualche
parte. Vi è evidente la maniera di Lorenzo di Niccolò ed è prossimo al trittico di San Leo-
Fig. 4 — Mariotto di Nardo : Polittico. San Donnino a Villamagna.
nardo in Arcetri.2 Il grazioso motivo del Bambino che sta in piedi è tolto da Spinello e si
vede in affreschi della sua scuola in San Francesco e nella pieve di Arezzo.
Firenze. Magazzini degli Uffizi, numeri 4658, 4660, 4662, 4664, pilastrini appartenenti
ad un trittico, ognuno dei quali porta dipinte due figure di santi. Ordinario lavoro della bottega.
Mariotto di Nardo (*f* 1424), anch’egli personalità prolifica di questo periodo ed affine a
Lorenzo di Niccolò, lo conosciamo per artista di minor valore ed affrettato. Dopo le molte
1 La cornice di questa tavola termina a cuspide ma
formando una variazione dell’arco accosciato in cui
gli archi posti in senso inverso invece di unirsi diret-
tamente, sono separati da una corta linea verticale.
Fu chiamato arco mistilineo fiorentino (cfr. M. Rey-
mond, in Rivista d’arte, 1904, pag. 245) e in archi-
tettura venne usato a Firenze dapprima nelle porte
di Orsammichele ; dopo di che, accolto in altri edilìzi,
ai primi del Quattrocento se ne diffuse l’uso anche
nelle cuspidi delle tavole, che è raro, in questo tempo,
terminino diversamente. Avanti, era già stato usato
nella tavoletta n. 1 attribuita a Bernardo Dacldi nella
Pinacoteca di Napoli, e nella Deposizione di Giottino
agli Uffizi, nè, che noi sappiamo, fu posto in opera
in altre ancone durante tutto il xiv secolo.
2 Somiglianze evidenti con questo lavoro e col trit-
tico della Raccolta Rosenthal a Monaco, pubblicati
dal Siren, in L’Arte, 1908, pag. 190, mostra, a giu-
dicare dalla riproduzione, tanto da crederli tutti dello
stesso autore, un polittico già della collezione Tosca-
nelli sotto il nomedi Spinello Aretino ( bianche XXXII
dell’Album), che sarebbe utile sapere in quale raccolta
si trovi presentemente.