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GINO FOCOLARI
Vergine Annunziata protettrice della primitiva Accademia; e se le Immagini di San Marco e
di San Luca sono andate disperse, rimangono però ancora i ritratti dei Dogi che nella seconda
metà del settecento avevano continuato a proteggere lo studio.
Dei precedenti storici dell’Accademia veneta, derivata dal Collegio dei pittori, risalendo
sino al separarsi di questo dalla vecchia Scuola artigiana, è stato scritto a sufficenza. 1 Una
vera e propria Accademia d’arte non si ebbe a Venezia prima del 1756, per quanto molte
ragunanze d’artisti e scuole private, o sorte per iniziativa del Collegio, ne assumessero abu-
sivamente il nome;2 e a più riprese si discutesse e si deliberasse di fondarne una. Nel 1724
lo stesso Senato diede incarico ai Riformatori dello Studio di Padova di trovare il modo di
istituire «una ben ordinata Accademia» prendendo lume sì dai pittori che dagli scultori ; e i
capi dell’una e dell’altra arte, presentarono allora una nobilissima supplica. Ma tutto finì in
parole. Solo nel 1749 i pittori ardirono chiedere un luogo centrale che servisse per lo studio,
e il 3 marzo del 1750, richiamata l’attenzione dei Riformatori sopra una stanza del Fondaco
Fig. 2 — Frontispizio del libro : Regole per imparare
a disegnare i corpi umani, di jacopo Palma.
della farina a San Marco, l’ottennero con l’appoggio del Magistrato del sale, come « luogo
di riduzione dell’Accademia». Per allestire il nuovo «piccolo ricovero delle belle arti » il Col-
legio dei pittori diede fondo a tutto il suo avere. Ivi, nel locale a piano terra, aperto sul
bacino di San Marco, Giambattista Piazzetta, innamorato del disegnar vivace e pittoresco, fu
nei suoi ultimi anni l’amato maestro dei giovani.3 Sull’esempio delle Regole per imparare a
disegnare i corpi di Giacomo Palma il giovane (fig. 2),4 libro che per quasi due secoli era stato si
1 Vedi : Dall’Acqua Giusti, L‘Accademia e le Gal-
lerie di Venezia, Relazioni storiche, in Atti delta
R. Accademia di Belle Arti di Venezia, 1873.
2 Per le riunioni di artisti e le scuole che a Venezia
assunsero il nome di Accademia, vedi : I de Sandrart,
Accademiae picturae nobilis, Norimbergae, 1683, pa-
gina 311 ; Vincenzo Canal, Vita di Gregorio liz-
zarmi, ecc., Milano, 1827, voi. Ili, pag. 365; Box-
tari-Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pittura, Mi-
lano, 1827, voi. Ili, pag. 365.
3 A. Longhi, nel Compendio delle Vite de' Pittori
veneziani istorici, Venezia, 1762, dice che il Piazzetta
fu « il primo direttore della pubblica Accademia
nel 1750 ».
4 Incisioni di Giacomo Franco pubblicate nel 1636,
vedi in proposito Cicogna, •Iscrizioni, voi. V, pa-
gina 432.
Philipp Esengren artista tedesco, che visse a Ve-
nezia nei primi decenni del seicento e vi morì, lasciava
nel suo testamento del 19 maggio 1631, al pittore
Alabardi quattro libri di disegni di mano del Palma e
a Matio Pongon libri sei di disegno di sua mano
«fatti nell’Accademia», vedi: G. Ludwig, Archivia-
l.ische Beitrdge zar G. D. V. M., Berlin, 191 t, pag. 92.
GINO FOCOLARI
Vergine Annunziata protettrice della primitiva Accademia; e se le Immagini di San Marco e
di San Luca sono andate disperse, rimangono però ancora i ritratti dei Dogi che nella seconda
metà del settecento avevano continuato a proteggere lo studio.
Dei precedenti storici dell’Accademia veneta, derivata dal Collegio dei pittori, risalendo
sino al separarsi di questo dalla vecchia Scuola artigiana, è stato scritto a sufficenza. 1 Una
vera e propria Accademia d’arte non si ebbe a Venezia prima del 1756, per quanto molte
ragunanze d’artisti e scuole private, o sorte per iniziativa del Collegio, ne assumessero abu-
sivamente il nome;2 e a più riprese si discutesse e si deliberasse di fondarne una. Nel 1724
lo stesso Senato diede incarico ai Riformatori dello Studio di Padova di trovare il modo di
istituire «una ben ordinata Accademia» prendendo lume sì dai pittori che dagli scultori ; e i
capi dell’una e dell’altra arte, presentarono allora una nobilissima supplica. Ma tutto finì in
parole. Solo nel 1749 i pittori ardirono chiedere un luogo centrale che servisse per lo studio,
e il 3 marzo del 1750, richiamata l’attenzione dei Riformatori sopra una stanza del Fondaco
Fig. 2 — Frontispizio del libro : Regole per imparare
a disegnare i corpi umani, di jacopo Palma.
della farina a San Marco, l’ottennero con l’appoggio del Magistrato del sale, come « luogo
di riduzione dell’Accademia». Per allestire il nuovo «piccolo ricovero delle belle arti » il Col-
legio dei pittori diede fondo a tutto il suo avere. Ivi, nel locale a piano terra, aperto sul
bacino di San Marco, Giambattista Piazzetta, innamorato del disegnar vivace e pittoresco, fu
nei suoi ultimi anni l’amato maestro dei giovani.3 Sull’esempio delle Regole per imparare a
disegnare i corpi di Giacomo Palma il giovane (fig. 2),4 libro che per quasi due secoli era stato si
1 Vedi : Dall’Acqua Giusti, L‘Accademia e le Gal-
lerie di Venezia, Relazioni storiche, in Atti delta
R. Accademia di Belle Arti di Venezia, 1873.
2 Per le riunioni di artisti e le scuole che a Venezia
assunsero il nome di Accademia, vedi : I de Sandrart,
Accademiae picturae nobilis, Norimbergae, 1683, pa-
gina 311 ; Vincenzo Canal, Vita di Gregorio liz-
zarmi, ecc., Milano, 1827, voi. Ili, pag. 365; Box-
tari-Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pittura, Mi-
lano, 1827, voi. Ili, pag. 365.
3 A. Longhi, nel Compendio delle Vite de' Pittori
veneziani istorici, Venezia, 1762, dice che il Piazzetta
fu « il primo direttore della pubblica Accademia
nel 1750 ».
4 Incisioni di Giacomo Franco pubblicate nel 1636,
vedi in proposito Cicogna, •Iscrizioni, voi. V, pa-
gina 432.
Philipp Esengren artista tedesco, che visse a Ve-
nezia nei primi decenni del seicento e vi morì, lasciava
nel suo testamento del 19 maggio 1631, al pittore
Alabardi quattro libri di disegni di mano del Palma e
a Matio Pongon libri sei di disegno di sua mano
«fatti nell’Accademia», vedi: G. Ludwig, Archivia-
l.ische Beitrdge zar G. D. V. M., Berlin, 191 t, pag. 92.