L'ACCADEMIA VENEZIANA DI PITTURA E SCOLTURA DEL SETTECENTO
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letto e alle pale d’altare le grandi composizioni ad affresco, o come il Fittoci si limitassero
alle tele. Parecchi di essi come Francesco Fontebasso, Gaspare Diziani, Domenico Tiepolo,
il Maggiotto, l'Angeli, Pietro Longhi, Giacomo Guaranà, Jacopo Marieschi, il Marinetti detto
Ciozotto, Fabio Canal, Antonio Zanchi, sono, qual più qual meno, abbastanza noti, e avremo
occasione di parlarne in seguito. Insisterò su qualcuno poco noto o sconosciuto.
Non saprei indicare a Venezia1 pitture di qualche importanza di Giambattista Crosato,
mentre egli gode bella fama in Piemonte per i fastosi soffitti ad affresco nei palazzi e nelle
ville reali.2 Era rinomato specialmente come quadraturista. «E uno di quei pittori, scrive il
Danzi, che ingannano l’occhio col rilievo e che i sodi finti fan parer veri». D’opera sua più
P'ig. 6 — G. R. Crosato. Il Sacrificio di Ifigenia. Stupinigi.
bella si ammira a Stupinigi nell’anticamera dell’appartamento del Re. Quivi il soffitto raffigura
il Sacrificio di Ifigenia in un porto di mare con gran concorso di gente (fig. 6).
Ha una maniera tutta sua, che non imita servilmente il Tiepolo, come han fatto quasi
tutti gli altri decoratori veneziani. Morì a quanto si crede nel 1756, l’anno stesso della fon-
dazione dell’Accademia.
Meriterebbe veramente maggior nome Gi
pittore di effetto e di buon gusto almeno nel
datore chino ad adorar la croce fra le corna
1 II Moschini ricorda un suo Padre eterno nel sof-
fitto della Cappella del Sacramento a San Moisè.
1 chiaroscuri a palazzo Corniani e la tela dell’Ora-
torio del crocefisso a Santa Marcuola, pure ricordati
dal Moschini, non esistono più.
2 Si ha ricordo di pagamenti fattigli per lavori nel
-iseppe Camerata (1762)3 scolaro del Dazzarini,
suo capolavoro a Sant’ Eustachio, col santo cac-
del cervo.
Palazzo reale di Torino nel 1733. Per altre sue opere
in Piemonte, vedi Bartoi 1, Notizia di pitture, I,
pag. ri, 12, 31, 56, 65 e 75.
3 A. Ponghi ne scrisse la vita nel suo Compendio
citato.
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letto e alle pale d’altare le grandi composizioni ad affresco, o come il Fittoci si limitassero
alle tele. Parecchi di essi come Francesco Fontebasso, Gaspare Diziani, Domenico Tiepolo,
il Maggiotto, l'Angeli, Pietro Longhi, Giacomo Guaranà, Jacopo Marieschi, il Marinetti detto
Ciozotto, Fabio Canal, Antonio Zanchi, sono, qual più qual meno, abbastanza noti, e avremo
occasione di parlarne in seguito. Insisterò su qualcuno poco noto o sconosciuto.
Non saprei indicare a Venezia1 pitture di qualche importanza di Giambattista Crosato,
mentre egli gode bella fama in Piemonte per i fastosi soffitti ad affresco nei palazzi e nelle
ville reali.2 Era rinomato specialmente come quadraturista. «E uno di quei pittori, scrive il
Danzi, che ingannano l’occhio col rilievo e che i sodi finti fan parer veri». D’opera sua più
P'ig. 6 — G. R. Crosato. Il Sacrificio di Ifigenia. Stupinigi.
bella si ammira a Stupinigi nell’anticamera dell’appartamento del Re. Quivi il soffitto raffigura
il Sacrificio di Ifigenia in un porto di mare con gran concorso di gente (fig. 6).
Ha una maniera tutta sua, che non imita servilmente il Tiepolo, come han fatto quasi
tutti gli altri decoratori veneziani. Morì a quanto si crede nel 1756, l’anno stesso della fon-
dazione dell’Accademia.
Meriterebbe veramente maggior nome Gi
pittore di effetto e di buon gusto almeno nel
datore chino ad adorar la croce fra le corna
1 II Moschini ricorda un suo Padre eterno nel sof-
fitto della Cappella del Sacramento a San Moisè.
1 chiaroscuri a palazzo Corniani e la tela dell’Ora-
torio del crocefisso a Santa Marcuola, pure ricordati
dal Moschini, non esistono più.
2 Si ha ricordo di pagamenti fattigli per lavori nel
-iseppe Camerata (1762)3 scolaro del Dazzarini,
suo capolavoro a Sant’ Eustachio, col santo cac-
del cervo.
Palazzo reale di Torino nel 1733. Per altre sue opere
in Piemonte, vedi Bartoi 1, Notizia di pitture, I,
pag. ri, 12, 31, 56, 65 e 75.
3 A. Ponghi ne scrisse la vita nel suo Compendio
citato.