252
GINO FOGO LARI
E un ritratto di poco pregio artistico, ma ci è caro come il primo dei dipinti che ador-
narono le povere stanzette del Fondaco della farina.
Dopo lunghe trattative1 gli accademici ottennero di avere una stanza in più, e per non
essere molestati dal Fondaco e dall’ Officio del formento e da tante rumorose faccende, pre-
ferirono di portarsi al primo piano; ed ivi finalmente la Veneta Accademia di pittura e scultura
trovò la sua sede nel bell’edificio di stile lombardesco costruito, a quanto si crede, nel 1493,2
e poi restaurato nel 1584 e di nuovo nel 1717 secondo le epigrafi 3 che vi si vedono ancora
infisse (fig. 12). Male possiamo oggi formarci un’idea della bellezza del luogo; perchè tutto
quell’ insieme di pubblici edifici lungo il bacino di San Marco, aveva allora un aspetto ben
diverso. Dove oggi sono i giardinetti reali si stendeva il molo detto Terra nuova, uno dei
punti di maggior traffico della città. Stavano quivi i pubblici granai nel grande edificio mer-
Fig. io — Casa Francesco Basilio: Studio del nudo dell’Accademia veneziana. Trieste.
lato col leone di San Marco, scolpito nel 1360. Tutto è stato distrutto e rimutato ai tempi napo-
leonici. Vi risiedeva anche il Magistrato della Sanità e in un edificio attiguo quello delle Degne.
1 Da principio nell’occasione che il Magistrato del
Sale poneva mano a restaurare il pubblico Fondaco
e l’Oftìzio del Formento in San Marco, gli accade-
mici supplicarono che fosse loro concesso di erigere
una nuova sala sempre a piano terreno nello spazio
libero della corte del Fondaco, tra le due ali della
vecchia fabbrica, ciò che poteva anche servire a raf-
forzare l’insieme dell’edificio. Ottennero il permesso;
ma, eseguita la costruzione, i giudici dell’Offizio del
Formento intentarono lite, perchè col nuovo muro era
stata chiusa una loro porta che dava accesso ad una
altanella.
Dopo varie trattative, essendosi assunto il Consi-
gliere Gio. Maria Morlaiter di venire ad un compo-
nimento; con l’appoggio di persone influenti, si sta-
bilì di cedere all’Offizio del Fontico le stanze a ter-
reno, e si diede in cambio all’Accademia quelle del
primo piano, di residenza dello stesso Officio, con tutti
i luoghi annessi e contigui, e si venne ad una netta
separazione.
2 G. Tassini, Edifici di Venezia distrutti o volti ad
uso diverso, ecc., Venezia, 1885, pag. 38-39.
3 Sono riportate dal Cicogna nei manoscritti al
Correr: Inscrizioni sparse per la città. Accademia an-
tica di pittura oggi Sanità, un. 316, 317 e 318.
GINO FOGO LARI
E un ritratto di poco pregio artistico, ma ci è caro come il primo dei dipinti che ador-
narono le povere stanzette del Fondaco della farina.
Dopo lunghe trattative1 gli accademici ottennero di avere una stanza in più, e per non
essere molestati dal Fondaco e dall’ Officio del formento e da tante rumorose faccende, pre-
ferirono di portarsi al primo piano; ed ivi finalmente la Veneta Accademia di pittura e scultura
trovò la sua sede nel bell’edificio di stile lombardesco costruito, a quanto si crede, nel 1493,2
e poi restaurato nel 1584 e di nuovo nel 1717 secondo le epigrafi 3 che vi si vedono ancora
infisse (fig. 12). Male possiamo oggi formarci un’idea della bellezza del luogo; perchè tutto
quell’ insieme di pubblici edifici lungo il bacino di San Marco, aveva allora un aspetto ben
diverso. Dove oggi sono i giardinetti reali si stendeva il molo detto Terra nuova, uno dei
punti di maggior traffico della città. Stavano quivi i pubblici granai nel grande edificio mer-
Fig. io — Casa Francesco Basilio: Studio del nudo dell’Accademia veneziana. Trieste.
lato col leone di San Marco, scolpito nel 1360. Tutto è stato distrutto e rimutato ai tempi napo-
leonici. Vi risiedeva anche il Magistrato della Sanità e in un edificio attiguo quello delle Degne.
1 Da principio nell’occasione che il Magistrato del
Sale poneva mano a restaurare il pubblico Fondaco
e l’Oftìzio del Formento in San Marco, gli accade-
mici supplicarono che fosse loro concesso di erigere
una nuova sala sempre a piano terreno nello spazio
libero della corte del Fondaco, tra le due ali della
vecchia fabbrica, ciò che poteva anche servire a raf-
forzare l’insieme dell’edificio. Ottennero il permesso;
ma, eseguita la costruzione, i giudici dell’Offizio del
Formento intentarono lite, perchè col nuovo muro era
stata chiusa una loro porta che dava accesso ad una
altanella.
Dopo varie trattative, essendosi assunto il Consi-
gliere Gio. Maria Morlaiter di venire ad un compo-
nimento; con l’appoggio di persone influenti, si sta-
bilì di cedere all’Offizio del Fontico le stanze a ter-
reno, e si diede in cambio all’Accademia quelle del
primo piano, di residenza dello stesso Officio, con tutti
i luoghi annessi e contigui, e si venne ad una netta
separazione.
2 G. Tassini, Edifici di Venezia distrutti o volti ad
uso diverso, ecc., Venezia, 1885, pag. 38-39.
3 Sono riportate dal Cicogna nei manoscritti al
Correr: Inscrizioni sparse per la città. Accademia an-
tica di pittura oggi Sanità, un. 316, 317 e 318.