L'ACCADEMIA VENEZIANA DI PITTURA E SCOLTURA DEI SETTECENTO
253
Un ponte congiungeva la Terra nuova col nostro Fondaco della farina e sotto gli archi, allora
aperti, si passava in Calle Valaressa, dove erano le Beccherie di San Marco, e lì presso si apriva
ai nobili e alle maschere il Ridotto (fig. 13). All’Accademia si saliva dal porticato per una scala
di legno1 ripida e pericolosa, mentre nei locali a piano terra e nel cortile s’apriva il Fontego
che continuava a provvedere al pubblico la farina. I ricorsi presentati ai Riformatori dello
studio di Padova contro il capo dei Fontegari perchè faceva molesti cambiamenti nei depositi
delle farine e nella vendita, ci rappresentano al vivo le disagiate condizioni in cui si trovava
alle volte l’Accademia in un centro di tanto traffico.
A tali molestie altre se ne aggiungevano, per essere i locali dati all’Accademia pur sempre
di pubblico dominio. Nella scarsezza di edifici pubblici con tante amministrazioni del Governo,
Fig. 11 — Fortunato Pasquetti :
Doge Francesco Loredan. Venezia, Galleria.
gli accademici non vivevano mai sicuri del tranquillo possesso di casa loro.2 Ma, dimenticando
1 In un decreto a stampa del // vendemmicièoro anno
prima della libertà italiana, 1797, in cui si danno
nonne per la continuazione delle scuole Accademiche
sotto il nuovo regime, dettato da Pietro Edward®, così
si descrivevano le condizioni di quei locali. «Tanto
il Collegio che l’Accademia hanno in tutto tre piccole
stanze in opportunissima e tranquilla situazione presso
la Piazza Grande nel luogo detto il Fonteghetto. Una
di esse serve ristrettamente allo studio del Nudo, ed
altre due alle collegiali e accademiche sessioni, ridotte
queste due stanze a qualche decenza per opera degli
stessi professori che vi fecero offerte di qualche loro
lavoro, ed in parte supplirono del proprio agli esborsi
occorrenti per la necessaria riduzione. In questi tre
locali poi si entra per una indecente e pericolosa scala
di tavola che dà pure ingresso sul piano stesso ad una
quarta contigua che serviva alle Riduzioni dell’Ex-
Magistrato del F'onteghetto ora resa vacua e di nes-
sun uso ».
2 Ne abbiamo prova in una lettera nelle buste del
Magistrato dei Riformatori all’Archivio di Stato scritta
P8 gennaio 1780 dal presidente d’allora Gian Dome-
nico Tiepolo ai Riformatori, domandando protezione
perchè in quei giorni erano comparsi improvvisamente
all’Accademia gli Eccellentissimi Fiscali e Noclaro de
Signori sopra Provveditori alla Giustizia Vecchia, as-
sieme con un proto ed altri inservienti, ed aveano
preso le misure tanto della stanza delle riduzioni come
di quella dello studio accademico del disegno, come
altresì, dice la lettera, dell’antisaletta o camerino ove
si accende il fuoco per uso del nudo nelle ore degli
studi e avevano detto e lasciato intendere che la prima
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Un ponte congiungeva la Terra nuova col nostro Fondaco della farina e sotto gli archi, allora
aperti, si passava in Calle Valaressa, dove erano le Beccherie di San Marco, e lì presso si apriva
ai nobili e alle maschere il Ridotto (fig. 13). All’Accademia si saliva dal porticato per una scala
di legno1 ripida e pericolosa, mentre nei locali a piano terra e nel cortile s’apriva il Fontego
che continuava a provvedere al pubblico la farina. I ricorsi presentati ai Riformatori dello
studio di Padova contro il capo dei Fontegari perchè faceva molesti cambiamenti nei depositi
delle farine e nella vendita, ci rappresentano al vivo le disagiate condizioni in cui si trovava
alle volte l’Accademia in un centro di tanto traffico.
A tali molestie altre se ne aggiungevano, per essere i locali dati all’Accademia pur sempre
di pubblico dominio. Nella scarsezza di edifici pubblici con tante amministrazioni del Governo,
Fig. 11 — Fortunato Pasquetti :
Doge Francesco Loredan. Venezia, Galleria.
gli accademici non vivevano mai sicuri del tranquillo possesso di casa loro.2 Ma, dimenticando
1 In un decreto a stampa del // vendemmicièoro anno
prima della libertà italiana, 1797, in cui si danno
nonne per la continuazione delle scuole Accademiche
sotto il nuovo regime, dettato da Pietro Edward®, così
si descrivevano le condizioni di quei locali. «Tanto
il Collegio che l’Accademia hanno in tutto tre piccole
stanze in opportunissima e tranquilla situazione presso
la Piazza Grande nel luogo detto il Fonteghetto. Una
di esse serve ristrettamente allo studio del Nudo, ed
altre due alle collegiali e accademiche sessioni, ridotte
queste due stanze a qualche decenza per opera degli
stessi professori che vi fecero offerte di qualche loro
lavoro, ed in parte supplirono del proprio agli esborsi
occorrenti per la necessaria riduzione. In questi tre
locali poi si entra per una indecente e pericolosa scala
di tavola che dà pure ingresso sul piano stesso ad una
quarta contigua che serviva alle Riduzioni dell’Ex-
Magistrato del F'onteghetto ora resa vacua e di nes-
sun uso ».
2 Ne abbiamo prova in una lettera nelle buste del
Magistrato dei Riformatori all’Archivio di Stato scritta
P8 gennaio 1780 dal presidente d’allora Gian Dome-
nico Tiepolo ai Riformatori, domandando protezione
perchè in quei giorni erano comparsi improvvisamente
all’Accademia gli Eccellentissimi Fiscali e Noclaro de
Signori sopra Provveditori alla Giustizia Vecchia, as-
sieme con un proto ed altri inservienti, ed aveano
preso le misure tanto della stanza delle riduzioni come
di quella dello studio accademico del disegno, come
altresì, dice la lettera, dell’antisaletta o camerino ove
si accende il fuoco per uso del nudo nelle ore degli
studi e avevano detto e lasciato intendere che la prima