L'ACCADEMIA VENEZIANA DI PITTURA E SCOLTURA DEL SETTECENTO 263
Nel giugno del 1762 si autorizzò il presidente Gasparo Diziani ed il cassiere Francesco
Zanchi a spendere sino alla somma di cento ducati per far dipingere il soffitto della camera
delle riduzioni. Quell’incarico era stato prima dato a Fabio Canal certamente il migliore fre-
scante tra i seguaci del Tiepolo.
Il Canal, forse già allora malaticcio, non accolse l’invito;1 e qualche tempo dopo, essendo
già stato dipinto tutto il cornicione e avendo lo stesso cassiere Francesco Zanchi, celebre
scenografo e buon pittore di quadrature, fatti gii ornati a chiaroscuro e messo l’oro dove
andava, si passò l’incarico a Jacopo Guaranà (n. 1720, m. 1807) altro prodigo frescante alla
tiepolesca.
Nel soffitto della maggior sala dell’Accademia, che ancora rimane al Fonteghetto, egli
Fig. 20 — Alessandro Longhi :
Il doge Alvise Mocenigo. Venezia, Gallerie.
Fig. 21 — Alessandro Longhi :
Il doge Paolo Renier. Venezia, Gallerie.
dipinse due donne in cielo, simboleggianti forse IArte e la Gloria, tra gemetti volanti, mentre
due uomini nudi, 1 Vizi, fuggono e precipitano (fig. 17).
Quasi tutti i suoi soffitti ripetono simili motivi tiepoieschi2 con figure femminili volanti,
poste a contrasto di uomini nudi che cadono riversi e contorti, disegnati faticosamente, colo-
riti di un rosso crudo che appare più violento per il contrasto con le tinte leggiere ed eva-
nescenti delle sue dee. Incerto e scorretto nel disegno, il Guaranà, sa talvolta vincere coll’im-
1 11 18 ottobre 1763 il cassiere si assunse il carico
di insistere presso di lui perchè o si determinasse ad
eseguire la pittura secondo l’assunto oppure ponesse
in libertà che altri lo supplisse in tale affare.
Sappiamo che il Canal nel 176S era morto e nel
posto rimasto vacante l’Accademia nominava il suo
figliuolo Francesco Canal.
2 II soffitto deve aver molto sofferto per i restauri.
Il libro Cassa già nel 1778 nota ai due di marzo lire
« trentadue contate a D° Zuane Trosolin Pittor orna-
tista per aver restaurato in varie situazioni gli ornati
della stanza delle redazioni, e pitturato due goggiole
nell’antisala per riporvi le due statue di gesso ulti-
mamente acquistate» e nel 1779 ai 5 di aprile « lire
trenta soldi due contate all’accademico Francesco
Zanchi per rimborsi del da lui speso in colori e fat-
tura per rinovar gli ornati nella stanza delle recin-
zioni guasti e rovinati dalla pioggia penetrata dal sof-
fitto, ecc. ».
Nel giugno del 1762 si autorizzò il presidente Gasparo Diziani ed il cassiere Francesco
Zanchi a spendere sino alla somma di cento ducati per far dipingere il soffitto della camera
delle riduzioni. Quell’incarico era stato prima dato a Fabio Canal certamente il migliore fre-
scante tra i seguaci del Tiepolo.
Il Canal, forse già allora malaticcio, non accolse l’invito;1 e qualche tempo dopo, essendo
già stato dipinto tutto il cornicione e avendo lo stesso cassiere Francesco Zanchi, celebre
scenografo e buon pittore di quadrature, fatti gii ornati a chiaroscuro e messo l’oro dove
andava, si passò l’incarico a Jacopo Guaranà (n. 1720, m. 1807) altro prodigo frescante alla
tiepolesca.
Nel soffitto della maggior sala dell’Accademia, che ancora rimane al Fonteghetto, egli
Fig. 20 — Alessandro Longhi :
Il doge Alvise Mocenigo. Venezia, Gallerie.
Fig. 21 — Alessandro Longhi :
Il doge Paolo Renier. Venezia, Gallerie.
dipinse due donne in cielo, simboleggianti forse IArte e la Gloria, tra gemetti volanti, mentre
due uomini nudi, 1 Vizi, fuggono e precipitano (fig. 17).
Quasi tutti i suoi soffitti ripetono simili motivi tiepoieschi2 con figure femminili volanti,
poste a contrasto di uomini nudi che cadono riversi e contorti, disegnati faticosamente, colo-
riti di un rosso crudo che appare più violento per il contrasto con le tinte leggiere ed eva-
nescenti delle sue dee. Incerto e scorretto nel disegno, il Guaranà, sa talvolta vincere coll’im-
1 11 18 ottobre 1763 il cassiere si assunse il carico
di insistere presso di lui perchè o si determinasse ad
eseguire la pittura secondo l’assunto oppure ponesse
in libertà che altri lo supplisse in tale affare.
Sappiamo che il Canal nel 176S era morto e nel
posto rimasto vacante l’Accademia nominava il suo
figliuolo Francesco Canal.
2 II soffitto deve aver molto sofferto per i restauri.
Il libro Cassa già nel 1778 nota ai due di marzo lire
« trentadue contate a D° Zuane Trosolin Pittor orna-
tista per aver restaurato in varie situazioni gli ornati
della stanza delle redazioni, e pitturato due goggiole
nell’antisala per riporvi le due statue di gesso ulti-
mamente acquistate» e nel 1779 ai 5 di aprile « lire
trenta soldi due contate all’accademico Francesco
Zanchi per rimborsi del da lui speso in colori e fat-
tura per rinovar gli ornati nella stanza delle recin-
zioni guasti e rovinati dalla pioggia penetrata dal sof-
fitto, ecc. ».