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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 4
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Fiocco, Giuseppe: Lorenzo e Cristoforo da Lendinara e la Loro Sculoa, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0317

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LORENZO E CRISTOFORO DA LENDINARA E LA LORO SCUOLA

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da quando con soli legni bianchi e neri era uso rappresentare architetture, sino a che, adottato
dalla scuola veneta il metodo di tingere i frustoli lignei con acque e colori bolliti, restarono
invilite le opere degli artisti toscani, ricorda che ciò avvenne per virtù dei Canozi dapprima,
e quindi di fra Giovanni, di fra Raffaele da Brescia e del celebre Damiano da Bergamo.1

Precisamente sull’inizio del 1462, allorché fra Sebastiano legato dalla professione mona-
stica, fatta l’anno innanzi, dimorava nel convento ulivetano di San Benedetto Novello, il
nome dei fratelli Lorenzo e Cristoforo doveva essere più che mai noto a Padova, per avervi

Fig. 4 — Lorenzo e Cristoforo da Lendinara : Confessionale
Padova, Santo — (Fotografia Alinari).

avuto l’incarico di eseguire il coro del Santo, che riuscì degno del massimo tempio citta-
dino e della loro celebrità.

Difficile era piuttosto precisare dove l’arte evoluta dei Lendinaresi avesse più special-
mente confortato ad operare il fraticello olivetano secondo i più ragionevoli metodi pitto-
rici, ed a far sì che l’industria monacale, più d’ogni altra adatta alla minuziosa fatica degli
intagli, s’impadronisse della tecnica squisita. Il Caffi pensò che la tarsia, passata prima negli
Stati veneti che altrove trovasse asilo con fra .Sebastiano da Rovigno nel cenobio di San-
t’Elena presso Venezia, che sarebbe stato il vero focolare della scuola olivetana.* 2 Ma tutto
questo non è esatto; nella pacifica isoletta il frate Schiavone non andò che tardi, nel 1484,

*Ab. L. Lanzi, Storia pittorica dell’ Italia, Bas- Risorgimento dell'arte, in Politecnico, v. X, Milano,
sano, 1795, t. II, § I, pag. 49. ' 1861, pag. 636.

2 M. Caffi, Sulla scultura in legno in Italia nel
 
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