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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 4
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Scaccia-Scarafoni, Camillo: Il tesoro sacro del duomo di Veroli ed i suoi cimeli medioevali, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0330

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2 g6

CAMILLO SCACCIA-SCARAFONL

alla osservazione del vero, non mancando in essa quei caratteri anatomici e veristici che invece
vedemmo mancare completamente nel ricordato busto di Santa Salome. Gli occhi tagliati a man-
dorla e ricoperti di smalto hanno qualche cosa di spaventoso; i capelli ondulati e riuniti a
ciuffetti e ricci sono ottenuti con una tecnica assai superiore a quella con cui li vediamo
nell’altro busto già ricordato. Tutto il reliquiario posa sopra una base rettangolare, i cui spi-
goli smussati sono sorretti da quattro leoncini anch’essi di argento.

Manca a questo cimelio qualunque indicazione di luogo e di persona. Indubbiamente però
esso è opera degli stessi argentieri di Casamari, anzi credo debba attribuirsi allo stesso abate
Giovanni, per la cui iniziativa fu fatta la croce ed a cui si riferiscono gli altri reliquiari che
ora esamineremo: il motivo ornamentale che gira intorno alla tunica
in questo busto è difatti lo stesso trovato con cui l’artista orna il collo
di San Pietro nella croce ora descritta. Certo ad ogni modo andrebbe
riferito al secolo XIII non solo perchè a questo periodo si riferiscono
anche gli altri reliquari casamariensi, ma anche perchè solo dopo l’in-
dulto di Onorio III (1217) i monaci di questa badia potettero — come
si è visto — arredare di oggetti preziosi la loro chiesa. Inoltre un
paragone anche superficiale con la testa di Santa Salome (principio del
secolo XIll] ci costringe a portare questo reliquiario sullo scorcio del
medesimo secolo, epoca appunto in cui viveva l’abate Giovanni VII.

La terza fra le reliquie di Casamari ricordata dagli storici della badia
è il braccio destro di San Matteo, con cui il Santo avrebbe scritto il
suo Vangelo. Questo evangelista è anche esso legato in modo speciale
a Casamari : nella chiesa del cenobio infatti uno degli altari della crociera
è dedicato a questo Santo e nella sua festa attorno al monastero si tiene
ancora dalle vicine popolazioni una animatissima fiera.

Il reliquiario 1 fatto a forma eli braccio fino al gomito è alto cm. 48 ;
tutto d’argento, porta dorate le sole unghie della mano. A differenza
di altri reliquiari consimili che presentano partiti di pieghe della ma-
nica,2 qui invece il braccio è semplice, senza ornati; la sola mano ha
modellature schematiche e rigide. Corre però intorno alla base, intorno
al polso e dall’alto al basso del braccio una finissima decorazione in
filigrana che porta, come nella croce santa, incastonate alcune gemme
rotonde e poligonali : così doveva esser pure lavorato il coperchio
dell’apertura a forma di croce che lascia vedere la reliquia, coperchio
che ora manca e di cui rimane solo traccia nella cerniera. Questo finis-
simo lavoro in filigrana, che non può assolutamente credersi un’appli-
cazione posteriore, essendo integralmente unito al reliquiario, può for-
nirci una prova che anche la decorazione di questo genere, che vedemmo
sulla croce astile, sia veramente lavoro contemporaneo alle altre parti
di quel cimelio, tanto più che i motivi ornamentali di questi lavori si
richiamano vicendevolmente. La parte inferiore di questo reliquiario porta
il nome dell’abate Giovanni Bove, onde va attribuito anche questo alla
l’iscrizione, in caratteri gotici ormai poco leggibili, reca le seguenti

Braccio di San Matteo
(Fot. del Min. P. I.).

fine del secolo XITI :
parole :

MATHEEVS MISTE DONPNVS IOHES BOS ABBAS CASEMARII FECIT FIERI.

1 11 Rondinini lo ricorda con le parole: « Sancti ponitur», luogo cit.

Matthei Apostoli brachium nedum carne exutum, quod 2 Così difatti sono ottenuti i reliquiari delle braccia
argentea in theca Immani bracini instar elaborata re- di Santa Salome.
 
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