GIUSEPPE FIOCCO
tuali rappresentazioni d’attrezzi, di arredi e la gabbia di gretole con l’uccello prigione, solito
simbolo delle passioni raffrenate. Fra le prospettive che si potrebbero invece chiamar sto-
riche, in quanto ripoducono vedute dell’antica città, pare che una rappresenti la torre del
Comune e parte del palazzo municipale.
Il capitolato parla di soli 22 stalli, comprendendone altrettanti dell’ordine inferiore,
diciassette per i canonici e cinque per le dignità; e questi erano terminati nel 1473. Gli
altri diciotto condotti a imitazione dei precedenti credo siano dovuti piuttosto che a Pier
Fig. 7 Cristoforo da Lendina-ra: San Luca
Modena, Sagrestia del Duomo — (Fotografia Anderson).
Antonio dell’Abate a Luchino Bianchi, discepolo dei Canozi, secondo egli stesso ci con-
ferma. Certo il suo nome viene ripetuto dalla Serie cronologica dei Vescovi di Parma, come
quello di un lavorante intento al coro del Duomo.
A Cristoforo, costretto ad alternare la dimora fra Parma e Modena, per attendere alle
varie intraprese, dovette essere di giovamento non poco il figlio Bernardino, il quale non
abbandonò per allora i numerosi lavori di S. Geminiano.
Ivi operarono dal 6 maggio 1471 al 23 marzo 1472 attorno al puzolo o tribuna del
nuovo organo, e attorno a due banche e a due porte intarsiate e traforate per ornamento
del presbiterio: nel 1473 poi Cristoforo pose mano al coretto nella cripta; dov’è il deposito
del Patrono cittadino. Opere tutte codeste di cui non resta che la memoria ; mentre si con-
tuali rappresentazioni d’attrezzi, di arredi e la gabbia di gretole con l’uccello prigione, solito
simbolo delle passioni raffrenate. Fra le prospettive che si potrebbero invece chiamar sto-
riche, in quanto ripoducono vedute dell’antica città, pare che una rappresenti la torre del
Comune e parte del palazzo municipale.
Il capitolato parla di soli 22 stalli, comprendendone altrettanti dell’ordine inferiore,
diciassette per i canonici e cinque per le dignità; e questi erano terminati nel 1473. Gli
altri diciotto condotti a imitazione dei precedenti credo siano dovuti piuttosto che a Pier
Fig. 7 Cristoforo da Lendina-ra: San Luca
Modena, Sagrestia del Duomo — (Fotografia Anderson).
Antonio dell’Abate a Luchino Bianchi, discepolo dei Canozi, secondo egli stesso ci con-
ferma. Certo il suo nome viene ripetuto dalla Serie cronologica dei Vescovi di Parma, come
quello di un lavorante intento al coro del Duomo.
A Cristoforo, costretto ad alternare la dimora fra Parma e Modena, per attendere alle
varie intraprese, dovette essere di giovamento non poco il figlio Bernardino, il quale non
abbandonò per allora i numerosi lavori di S. Geminiano.
Ivi operarono dal 6 maggio 1471 al 23 marzo 1472 attorno al puzolo o tribuna del
nuovo organo, e attorno a due banche e a due porte intarsiate e traforate per ornamento
del presbiterio: nel 1473 poi Cristoforo pose mano al coretto nella cripta; dov’è il deposito
del Patrono cittadino. Opere tutte codeste di cui non resta che la memoria ; mentre si con-