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GIUSEPPE FIOCCO
Canozio si accinse ai lavori per la cattedrale, in cui mostrò la sua solita valentia ritraendo
di commesso prospettive e figure.
Cinque dei pannelli lignei, composti per gli armadi della sacristia, hanno trovato ricovero
nella Pinacoteca del palazzo Ducale; quattro d’essi adorni di fantastiche vedute e l’altro
dell’intera figura di San Martino, vestita degli abiti pontificali, simile in maestà ai Santi
condotti da Lorenzo per la basilica Antoniana sovra i disegni forniti dallo Squarcione nel 1462,
cioè quando Cristoforo cooperava col fratello a Padova. 1
Alcuni documenti scoperti dal Supino ci fanno conoscere quanta fortuna avesse l’arte
Fig. 9 — Cristoforo da Lendinara : San Giovanni
Modena, Sagrestia del Duomo — (Fotografia Anderson).
dei Lendinaresi anche a Pisa, dove nel i486 maestro Cristoforo d’Andrea fece una sedia
per mostra nella Primaziale, su cui, piacendo, s’avea a fare il mercato. 2
La sedia eseguita in collaborazione di Jacopo da Villa non è andata perduta, come si
scritto : In sagrestia (del duomo) si vede la bell’opera
e mirabile di prospettiva di Cristoforo Lendinara, mae-
stro di Matteo Ch'itali padre di me scrittore delle pre-
senti storie. Così pure la colleganza di lavoro con Jacopo
da Villa risulta dai documenti pisani che citerò innanzi.
1 P. Campetti, Catalogo della Pinacoteca comunale
di Lucca, 1909, pagg. 87-88.
2 I. B. Supino, Archivio storico dell’arte (1893)
anno VI, fase. Ili, pag. 12.
L. Tanfani Centofanti, Notizie di artisti tratte
da documenti pisani, 1898, pagg. 131-334, aggiunse
altri documenti inediti.
GIUSEPPE FIOCCO
Canozio si accinse ai lavori per la cattedrale, in cui mostrò la sua solita valentia ritraendo
di commesso prospettive e figure.
Cinque dei pannelli lignei, composti per gli armadi della sacristia, hanno trovato ricovero
nella Pinacoteca del palazzo Ducale; quattro d’essi adorni di fantastiche vedute e l’altro
dell’intera figura di San Martino, vestita degli abiti pontificali, simile in maestà ai Santi
condotti da Lorenzo per la basilica Antoniana sovra i disegni forniti dallo Squarcione nel 1462,
cioè quando Cristoforo cooperava col fratello a Padova. 1
Alcuni documenti scoperti dal Supino ci fanno conoscere quanta fortuna avesse l’arte
Fig. 9 — Cristoforo da Lendinara : San Giovanni
Modena, Sagrestia del Duomo — (Fotografia Anderson).
dei Lendinaresi anche a Pisa, dove nel i486 maestro Cristoforo d’Andrea fece una sedia
per mostra nella Primaziale, su cui, piacendo, s’avea a fare il mercato. 2
La sedia eseguita in collaborazione di Jacopo da Villa non è andata perduta, come si
scritto : In sagrestia (del duomo) si vede la bell’opera
e mirabile di prospettiva di Cristoforo Lendinara, mae-
stro di Matteo Ch'itali padre di me scrittore delle pre-
senti storie. Così pure la colleganza di lavoro con Jacopo
da Villa risulta dai documenti pisani che citerò innanzi.
1 P. Campetti, Catalogo della Pinacoteca comunale
di Lucca, 1909, pagg. 87-88.
2 I. B. Supino, Archivio storico dell’arte (1893)
anno VI, fase. Ili, pag. 12.
L. Tanfani Centofanti, Notizie di artisti tratte
da documenti pisani, 1898, pagg. 131-334, aggiunse
altri documenti inediti.