Fig. io — Cristoforo di' Lendinara : San Marco
Modena, Sagrestia del Duomo — (Fotografia Anderson).
di Pisa, i Santesi del duomo parmense indicevano un concorso per una mostra di spalliera
con cassa, avendo intenzione di abbellire la sacristia.
Vi presero parte Tommaso Sacchi da Cremona e Cristoforo, rappresentato dal figliuolo
Bernardino. I disegni, giudicati da Marco Giuffredi della Cantinata e Jacopo Loschi, pittore
di discreta fama, dimostrarono la grande superiorità del Lendinarese : e per vero nelle cas-
sepanche della sacristia dei consorziati Cristoforo accolse decisamente i motivi delicati del
più puro Rinascimento e delle cornici a palmette, dei pilastrini a candeliere variate, adorne
di mascheroni, di uccelli o di festoni di frutta e fiori, operati d’intaglio e d’intarsio fece
corona a riuscitissime prospettive, quale ritraente i tre Ponti sovra il Torrente, quale adorna
d’un giovane in lettura entro un clipeo, motivo vaghissimo che ci ha dato maniera
LORENZO R CRISTOFORO DA LENDINARA E LA LORO SCUOLA 325
è creduto, ma si può facilmente riconoscere in quella che abbraccia l’ultimo pilone a sinistra,
di fronte alla tribuna, dal motivo dei giovani leggenti inscritti in un tondo, al tutto simili
a quello gentilissimo delle spalliere poste a ornamento della sacristia consorziale di Parma
(fig. 11). La mostra dovette piacere, e certo fruttò l’incarico d’eseguire il coro al Canozio,
che ebbe intanto a occuparsi d’altri lavori per la Cattedrale pisana, come sappiamo dalle
note dei registri riportate dal Tanfani Centofanti. Ma essendo i lavori degli stalli stati protratti
sino al 1494 non potè Cristoforo prendervi più parte, perchè morto nel frattempo, nel 1491.
Mentr’egli attendeva a quest’ultimi lavori per la Cattedrale di San Martino e per quella
Modena, Sagrestia del Duomo — (Fotografia Anderson).
di Pisa, i Santesi del duomo parmense indicevano un concorso per una mostra di spalliera
con cassa, avendo intenzione di abbellire la sacristia.
Vi presero parte Tommaso Sacchi da Cremona e Cristoforo, rappresentato dal figliuolo
Bernardino. I disegni, giudicati da Marco Giuffredi della Cantinata e Jacopo Loschi, pittore
di discreta fama, dimostrarono la grande superiorità del Lendinarese : e per vero nelle cas-
sepanche della sacristia dei consorziati Cristoforo accolse decisamente i motivi delicati del
più puro Rinascimento e delle cornici a palmette, dei pilastrini a candeliere variate, adorne
di mascheroni, di uccelli o di festoni di frutta e fiori, operati d’intaglio e d’intarsio fece
corona a riuscitissime prospettive, quale ritraente i tre Ponti sovra il Torrente, quale adorna
d’un giovane in lettura entro un clipeo, motivo vaghissimo che ci ha dato maniera
LORENZO R CRISTOFORO DA LENDINARA E LA LORO SCUOLA 325
è creduto, ma si può facilmente riconoscere in quella che abbraccia l’ultimo pilone a sinistra,
di fronte alla tribuna, dal motivo dei giovani leggenti inscritti in un tondo, al tutto simili
a quello gentilissimo delle spalliere poste a ornamento della sacristia consorziale di Parma
(fig. 11). La mostra dovette piacere, e certo fruttò l’incarico d’eseguire il coro al Canozio,
che ebbe intanto a occuparsi d’altri lavori per la Cattedrale pisana, come sappiamo dalle
note dei registri riportate dal Tanfani Centofanti. Ma essendo i lavori degli stalli stati protratti
sino al 1494 non potè Cristoforo prendervi più parte, perchè morto nel frattempo, nel 1491.
Mentr’egli attendeva a quest’ultimi lavori per la Cattedrale di San Martino e per quella