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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 5
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Biancale, Michele: L' arte di frate Vittore Ghislandi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0378

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344

MICHELE BIANCA LE

a Venezia e per dodici anni, secondo la notizia del Tassi, si pose sotto la sua direzione e
imitò così perfettamente la sua maniera, che quegli ingelosito lo costrinse ad abbandonare la
sua scuola.

Il Tassi dice soltanto ch’egli entrò nella scuola del Bombe-Ili per la gran fama che questi
di sè spargea e per il primato che teneva nei ritratti, ma, come il Bombelli, ugualmente lo
Zampezzi e Pietro Vecchia godevano alta fama a Venezia ed eseguivano ugualmente ritratti.
Perchè dunque il Ghislandi preferì la scuola del Bombelli ? Perchè questi imitava il Vero-

Vittore Ghislandi : Ritratto d’uomo
Bergamo, Collez. Ginougliach.

nese, verso cui il Ghislandi si sentiva straordinariamente attratto per la ricchezza del colore e
per il senso decorativo.

Ma nei dodici anni che il frate frequentò la scuola del Bombelli, egli non dovette solo
imitare il Veronese di seconda mano; chè il maestro attenuava la sua imitazione de’grandi
veneti nello studio del Guercino, 1 sì che la sua maniera era una specie di compromesso tra
l’arte dei veneti e quella bolognese. Anche in tale orientamento il Ghislandi seguì il suo
maestro.

Il Tassi nota che « molto delicate e finite erano in tali tempi le sue teste», e a testimo-
nianza cita la figura d’un prete e l’altra detta di Vitellio presso i conti Carrara di Borgo
Sant’Antonio.

La figura di Vitellio si vede nell’accademia Carrara e l’altra del prete a me pare possa
riconoscersi nel ritratto di canonico che si trova anche nella Carrara, a Bergamo. In tali opere

1 T hi km e und Becker, Allgemeine Lexicon der bildenden Kiinstler, IY, 262.
 
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