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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 5
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Biancale, Michele: L' arte di frate Vittore Ghislandi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0384

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MICHELE BIANCA LE

gli occhi, rileva le canne nasali, segna le pieghe carnose negli angoli della bocca; ma non con-
centra la vita, non esprime forza, non soffia il mistero: è un gioco di luce in pelle in pelle
che non passa al di là. Si osservi il Ritratto d’uomo zn turbante al palazzo Lupi a Bergamo :
il suo sguardo vuol comunicare non so che senso di vita severa e pensosa: ma da tutta la
figura si sprigiona, invece, un piacevole senso di grazia dato dalla decorazione della tunica
fiorita, dal ricco turbante, dagli orecchini e dal pizzo che spunta sullo scollo del suo arnese.
Tale contrasto costituisce l’originalità dell’arte dell’Adler, contrasto che s’accentua nel Ghislandi,

Vittore Ghislandi : Ritratto di giovinetto
Bergamo, Collezione Ginougliach.

in cui la bizzarria dell’ornamento prevale sul carattere dei suoi ritratti. Che anzi per lui un
ritratto — in questo periodo — è come un tema per una sua bizzarria fantastico-decorativa.

Per quanto s’è detto l’Adler può considerarsi come uno di quegli artisti di transizione
che l’ideale seicentesco snaturarono via via, pur preparando, con la trasformazione del Cara-
vaggio, il Settecento. In lui lo stesso ideale coloristico, che nel Caravaggio e nei suoi migliori
discepoli aveva importanza fondamentale, come quello che mirava al valore psicologico del-
l’opera, diventa superficiale, è pura esteriorità, staccato da quei nessi intimi che ne costitui-
vano la giustificazione logica.

Che cosa poteva imparare da un siffatto maestro il frate di Galgano ? Ciò che fino allora
nessuno artista gli aveva rivelato : l’opposizione dell’ombra alla luce in un particolare fine
 
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