L'ARTE DI ERA TE VITTORE GHIRLANDI
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esagerazione lo porta quasi ad una maniera nuova; il che può dimostrare che, in realtà i
diversi stili a cui piegava la sua arte non erano se non altrettanti esperimenti onde tentava
di portare alla luce quel suo mondo coloristico che non trovava per anco la via d’una più
concreta espressione artistica.
Del nuovo indirizzo determinato nell’arte del Galgario dall’Adler ben s’avvede il Tassi,
dilungandosi oltre ogni suo costume di biografo, meglio inteso a dati di fatto che a giudizi
critici, nel notare il cambiamento che apparisce nelle opere di quello dopo la partenza per
Milano e la dimora nello studio del pittore d'Andegavia.
Il Locatelli 7 invece, che nelle notizie d’opere, nei dati cronologici e persino negli aned-
Vittore Ghislandi : Ritratto di giovine disegnatore
Bergamo, Galleria Carrara.
doti segue le tracce del Tassi e ne esagera sino al fastidio le favole biografiche, toglie in
modo spiccio ogni efficacia dell’arte dell’Adler su quella del Ghislandi, dicendo : « ma sembra
che il tare del pittore non gli garbasse, nè gli avesse potuto dare fondamento per un nuovo
stile ».
Se non gli dette un nuovo stile, e non poteva naturalmente, gl’ insegnò parecchie cose
che valsero a orientare la sua arte verso una forma più risolutamente decorativa.
Si può affermare che l’Adler rivelò al Ghislandi un’arte settecentesca ancora intorbidata
d’elementi caravaggeschi; gl’insinuò quasi quel suo contrasto, quel suo dissidio, che, come
ho già detto, gli riusciva di dominare a volta con la sua grande giocondità quasi rabelesiana,
dissidio che doveva però acuirsi nel frate, sino a portarlo ai termini estremi e più contrad-
1 Basino Locatelli, Illustri Bergamaschi.
L'Arte. XVI, 45.
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esagerazione lo porta quasi ad una maniera nuova; il che può dimostrare che, in realtà i
diversi stili a cui piegava la sua arte non erano se non altrettanti esperimenti onde tentava
di portare alla luce quel suo mondo coloristico che non trovava per anco la via d’una più
concreta espressione artistica.
Del nuovo indirizzo determinato nell’arte del Galgario dall’Adler ben s’avvede il Tassi,
dilungandosi oltre ogni suo costume di biografo, meglio inteso a dati di fatto che a giudizi
critici, nel notare il cambiamento che apparisce nelle opere di quello dopo la partenza per
Milano e la dimora nello studio del pittore d'Andegavia.
Il Locatelli 7 invece, che nelle notizie d’opere, nei dati cronologici e persino negli aned-
Vittore Ghislandi : Ritratto di giovine disegnatore
Bergamo, Galleria Carrara.
doti segue le tracce del Tassi e ne esagera sino al fastidio le favole biografiche, toglie in
modo spiccio ogni efficacia dell’arte dell’Adler su quella del Ghislandi, dicendo : « ma sembra
che il tare del pittore non gli garbasse, nè gli avesse potuto dare fondamento per un nuovo
stile ».
Se non gli dette un nuovo stile, e non poteva naturalmente, gl’ insegnò parecchie cose
che valsero a orientare la sua arte verso una forma più risolutamente decorativa.
Si può affermare che l’Adler rivelò al Ghislandi un’arte settecentesca ancora intorbidata
d’elementi caravaggeschi; gl’insinuò quasi quel suo contrasto, quel suo dissidio, che, come
ho già detto, gli riusciva di dominare a volta con la sua grande giocondità quasi rabelesiana,
dissidio che doveva però acuirsi nel frate, sino a portarlo ai termini estremi e più contrad-
1 Basino Locatelli, Illustri Bergamaschi.
L'Arte. XVI, 45.