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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 5
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Biancale, Michele: L' arte di frate Vittore Ghislandi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0395

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L'ARTE DI FRATE VITTORE GHIA LAN DI

3b 1

l’uno del Cavaliere in abito rosa, della collezione Ginougliach, l’altro di Paolo Querini: lo
stesso ideale d’ima nobiltà decorativa riluce in entrambi, atteggiati in un’identica posa: ma
quanta differenza tra loro! Il ritratto del giovine è un accordo di rosa ed oro: esso ha volto
fine, modellato dolce, chiaroscuro ben fuso e senza violenza. Lo sguardo del pittore trascorre
agile su questa figura; uno stesso amore lo rivolge al volto e aH’abito, sì che tutto è in uno
stesso piano di visione leggera e un po’ superficiale. Ma in Paolo Qnerini tutta la figura, con
tutti i particolari è come scavata profondamente in una realtà viva : nobile la posa ma raccolta
nel suo atto dignitoso, pensoso, fiero, e l’impasto vi è denso, maturo. I due ritratti possono
indicare con evidenza in che modo il Ghislandi intese ed attuò l’ideale d’una esteriore nobiltà

Vittore Ghislandi : Ritratto di donna. Bergamo, Carrara.

e grazia del secolo decimottavo : da prima più ligio ad essa, vario nell’accordo cromatico, raf-
finato nella posa, squisito a tratti; e in seguito meno ligio, più profondo, più intimo, più
massiccio.

Il ritratto di Paolo Querini e in parte il Ritratto del Frate, dai capelli floridi, ammassati
sulla fronte, dalla bocca che pare disfarsi come un frutto troppo succoso, stanno ad indicare
il supremo equilibrio, dell’arte ghislandiana, tra l’intimità fatta di densità della sua tecnica
pittorica e il senso decorativo, esterno, settecentesco. Egli sarà in seguito più risoluto, più
austero, più nudo: ma più forte. L’Autoritratto alla Carrara è scultorio nei piani del volto,
segnati con tale forza da scomporlo quasi, cosi afflosciato, così percorso da solchi nella carne

L’Arte. XVI, 46.
 
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