L'ACCADEMIA VENEZIANA DI PITTURA E SCOLTURA DEL SETTECENTO 367
ai Santi Apostoli e il grazioso palazzotto a sinistra di chi guarda la Ca d’oro che porta scolpita
la data 1766.
Come tutti gli studiosi di prospettiva egli s’era dedicato all’ incisione in rame servendo-
sene per opere d’arte quanto per gli studi.
Si senti specialmente attratto dall’illustrazione degli antichi monumenti cittadini. Nell’/zY?-
nografia della Basilica di San Marco 1 2 pubblicata dallo Zatta nel 1761, riprodusse in belle
tavole il prospetto, la pianta, 1’ interno della magnifica chiesa. Mancava il Visentini di quella
fantasia fervente che suscitava in Marco Ricci, in Michele Maneschi e poi in Giambattista
Piranesi le portentose visioni architettoniche, ed era dallo studio e dallo spirito critico portato
a prediligere, sull’esempio del Pannini, il ben composto e il classico e finiva col divenire un
poco freddo e pedante. 3 Nel dipinto che egli donò all’Accademia: una veduta con colonne,
Fig. 27 — Marco e Sebastiano Ricci : Rovine. Vicenza, Museo civico.
archi, loggiati e frontoni di bianco marmo sormontati da statue (fig. 29), vediamo nel piano archi-
tetti e geometri affaccendati col filo a piombo, colle squadre, coi compassi a rilevare la pianta
dell’edificio antico: primo insegnamento della scuola di architettura prospettica e fondamentale
secondo la buona dottrina del Visentini.4 Di simili vedute architettoniche, dove prevalgono
1 Aveva intagliato di sua invenzione le vedute delle
Isole, delle quali già nel 1738 si giovava l’editore Pa-
squali per adornare la pubblicazione in foglio grande
delle opere del Guicciardini. In quel libro vediamo
anche usate le vedutine di Venezia poste dentro le
lettere dell’alfabeto che il Visentini raccolse poi sotto
il titolo di Littercincin felicitas. Nel 1751 raccolse in
volume le trentotto vedute di Venezia incise da quadri
di Antonio Canal unendo nella testata il suo ritratto
a quello del grande vedutista.
2 Avrebbe voluto, ricorda il Moschini, incidere in
parecchie tavole anche il mirabile pavimento, ma non
ebbe la pazienza di finire; ne lasciò però il disegno
che si conserva dalla Fabbriceria di S. Marco.
3 La continuazione dell’opera Degli errori degli
architetti di Teofilo Gal 1 iciol 1 i che il Visentini pub-
blicò nel 1767, prendendo in esame e dando riprodotti
schematicamente alcuni monumenti veneziani e cavan-
done dei particolari architettonici, lo mostra irrigidito
nelle regole della simmetria; mentre la sua Raccolta di
l’ari schizzi d'ornati di celebri autori nobilmente per-
fezionati accresciuti ed intagliati stampata nel 1771 è
proprio un manuale didattico.
4 E stata incisa dal Wagner con l’anno 1779.
ai Santi Apostoli e il grazioso palazzotto a sinistra di chi guarda la Ca d’oro che porta scolpita
la data 1766.
Come tutti gli studiosi di prospettiva egli s’era dedicato all’ incisione in rame servendo-
sene per opere d’arte quanto per gli studi.
Si senti specialmente attratto dall’illustrazione degli antichi monumenti cittadini. Nell’/zY?-
nografia della Basilica di San Marco 1 2 pubblicata dallo Zatta nel 1761, riprodusse in belle
tavole il prospetto, la pianta, 1’ interno della magnifica chiesa. Mancava il Visentini di quella
fantasia fervente che suscitava in Marco Ricci, in Michele Maneschi e poi in Giambattista
Piranesi le portentose visioni architettoniche, ed era dallo studio e dallo spirito critico portato
a prediligere, sull’esempio del Pannini, il ben composto e il classico e finiva col divenire un
poco freddo e pedante. 3 Nel dipinto che egli donò all’Accademia: una veduta con colonne,
Fig. 27 — Marco e Sebastiano Ricci : Rovine. Vicenza, Museo civico.
archi, loggiati e frontoni di bianco marmo sormontati da statue (fig. 29), vediamo nel piano archi-
tetti e geometri affaccendati col filo a piombo, colle squadre, coi compassi a rilevare la pianta
dell’edificio antico: primo insegnamento della scuola di architettura prospettica e fondamentale
secondo la buona dottrina del Visentini.4 Di simili vedute architettoniche, dove prevalgono
1 Aveva intagliato di sua invenzione le vedute delle
Isole, delle quali già nel 1738 si giovava l’editore Pa-
squali per adornare la pubblicazione in foglio grande
delle opere del Guicciardini. In quel libro vediamo
anche usate le vedutine di Venezia poste dentro le
lettere dell’alfabeto che il Visentini raccolse poi sotto
il titolo di Littercincin felicitas. Nel 1751 raccolse in
volume le trentotto vedute di Venezia incise da quadri
di Antonio Canal unendo nella testata il suo ritratto
a quello del grande vedutista.
2 Avrebbe voluto, ricorda il Moschini, incidere in
parecchie tavole anche il mirabile pavimento, ma non
ebbe la pazienza di finire; ne lasciò però il disegno
che si conserva dalla Fabbriceria di S. Marco.
3 La continuazione dell’opera Degli errori degli
architetti di Teofilo Gal 1 iciol 1 i che il Visentini pub-
blicò nel 1767, prendendo in esame e dando riprodotti
schematicamente alcuni monumenti veneziani e cavan-
done dei particolari architettonici, lo mostra irrigidito
nelle regole della simmetria; mentre la sua Raccolta di
l’ari schizzi d'ornati di celebri autori nobilmente per-
fezionati accresciuti ed intagliati stampata nel 1771 è
proprio un manuale didattico.
4 E stata incisa dal Wagner con l’anno 1779.