UACCADEMIA VENEZIANA DI PITTURA E SCOLTURA DEL SETTECENTO
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Come si disse, se ai decoratori e ai prospettici, data la necessità di tali studi anche per
i figuristi, non si era chiusa interamente la porta nelle prime nomine accademiche, non si era
però stati certo troppo deferenti verso i vedutisti. Uno degli eletti, Antonio Joh 1 aveva avuto
a Modena la sua prima educazione ed era poi stato a Roma allievo del Pannini, e forse ne
aveva poi introdotta la maniera a Venezia. Donò egli alle nostre raccolte la prospettiva fan-
tastica di un bagno antico che infatti tiene piuttosto del dipingere chiaro e preciso del Pannini
che del nostrano più colorito e vigoroso, ma è cosa di poco pregio e carattere (fig. 30).2 Se
ne andò egli ben presto da Venezia a viaggiar per la Germania, la Spagna e l’Inghilterra,
occupato sopratutto a dipingere scene da teatro. Finì a Napoli, dove spesso i nostri registri
accademici lo ricordano e vi dimorò molti e molti anni pittore teatrale di re Carlo III e lasciò
morendo nel 1777 due grandi quadri dei fatti di Ferdinando IV e uno dell’eruzione del Vesuvio.3
Ma, per venire senza più al Canaletto, è da credere che egli fosse assente da Venezia
quando si nominarono i primi accademici. Ben poco di positivo si sa circa la biografia del
Fig. 31 — Antonio Canal : Veduta architettonica fantastica.
grande vedutista veneziano, e persino la sua andata in Inghilterra, fissata generalmente verso
il 1746, e la sua lunga dimora colà sono revocate in dubbio da chi non ritiene suoi, ma del
Bellotto, i dipinti di soggetto inglese della National Gallery. Credo utile di pubblicare qui un
suo mirabile dipinto, proveniente dall’Inghilterra (fig. 31), che non solo porta la sua firma, ma
risponde perfettamente al suo modo di dipingere. Alcune tìgurette di soldati inglesi o scoz-
1 Doveva già essere a Venezia nel 1736 perchè lo
svedese Tessili lo nomina nella sua già citata rela-
zione di quell’anno tra i pittori veneziani. Non ne dà
però notizie troppo attendibili : « Antonio Joli élève
de Bibbiena peint la Cene a St. Giovanni Chrjsostomo
et fait assez bien les vues et l’Architecture, mais le
Boulotiois, que est ici a Vienne vaut mieux ; ainsi ce
n’est qu’au defaut de ces derniers qu’il passe ». L’ul-
tima cena del catino dell’abside di S. Giovanni Cri-
sostomo è data dal Moschini a Bartolomeo Letterini e
credo con miglior fondamento.
2 E stata incisa dal Wagner nell’anno 1779.
3 I. I). Fiorillo nella Geschichte der zeichnenden
Kìinstc in G-rossbritanien, Gottingen, 1801, pag. 571,
ricorda che Antonio Joli da Modena, non da Venezia,
come crede il Walpole, lavorò a Londra sul gusto di
Paolo Pannini. Il Walpole descrive un quadro di lui
dove si vede Alessandro Magno che orna la tomba
d’Achille; l’iscrizione del sepolcro è: Hic jacet M.
Achille P. P. E una vera curiosità, conclude il Fiorillo.
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Come si disse, se ai decoratori e ai prospettici, data la necessità di tali studi anche per
i figuristi, non si era chiusa interamente la porta nelle prime nomine accademiche, non si era
però stati certo troppo deferenti verso i vedutisti. Uno degli eletti, Antonio Joh 1 aveva avuto
a Modena la sua prima educazione ed era poi stato a Roma allievo del Pannini, e forse ne
aveva poi introdotta la maniera a Venezia. Donò egli alle nostre raccolte la prospettiva fan-
tastica di un bagno antico che infatti tiene piuttosto del dipingere chiaro e preciso del Pannini
che del nostrano più colorito e vigoroso, ma è cosa di poco pregio e carattere (fig. 30).2 Se
ne andò egli ben presto da Venezia a viaggiar per la Germania, la Spagna e l’Inghilterra,
occupato sopratutto a dipingere scene da teatro. Finì a Napoli, dove spesso i nostri registri
accademici lo ricordano e vi dimorò molti e molti anni pittore teatrale di re Carlo III e lasciò
morendo nel 1777 due grandi quadri dei fatti di Ferdinando IV e uno dell’eruzione del Vesuvio.3
Ma, per venire senza più al Canaletto, è da credere che egli fosse assente da Venezia
quando si nominarono i primi accademici. Ben poco di positivo si sa circa la biografia del
Fig. 31 — Antonio Canal : Veduta architettonica fantastica.
grande vedutista veneziano, e persino la sua andata in Inghilterra, fissata generalmente verso
il 1746, e la sua lunga dimora colà sono revocate in dubbio da chi non ritiene suoi, ma del
Bellotto, i dipinti di soggetto inglese della National Gallery. Credo utile di pubblicare qui un
suo mirabile dipinto, proveniente dall’Inghilterra (fig. 31), che non solo porta la sua firma, ma
risponde perfettamente al suo modo di dipingere. Alcune tìgurette di soldati inglesi o scoz-
1 Doveva già essere a Venezia nel 1736 perchè lo
svedese Tessili lo nomina nella sua già citata rela-
zione di quell’anno tra i pittori veneziani. Non ne dà
però notizie troppo attendibili : « Antonio Joli élève
de Bibbiena peint la Cene a St. Giovanni Chrjsostomo
et fait assez bien les vues et l’Architecture, mais le
Boulotiois, que est ici a Vienne vaut mieux ; ainsi ce
n’est qu’au defaut de ces derniers qu’il passe ». L’ul-
tima cena del catino dell’abside di S. Giovanni Cri-
sostomo è data dal Moschini a Bartolomeo Letterini e
credo con miglior fondamento.
2 E stata incisa dal Wagner nell’anno 1779.
3 I. I). Fiorillo nella Geschichte der zeichnenden
Kìinstc in G-rossbritanien, Gottingen, 1801, pag. 571,
ricorda che Antonio Joli da Modena, non da Venezia,
come crede il Walpole, lavorò a Londra sul gusto di
Paolo Pannini. Il Walpole descrive un quadro di lui
dove si vede Alessandro Magno che orna la tomba
d’Achille; l’iscrizione del sepolcro è: Hic jacet M.
Achille P. P. E una vera curiosità, conclude il Fiorillo.