L'ACCADEMIA VENEZIANA DI PITTURA E SCOI TURA DEL SETI EVENTO 377
alle leggi prospettiche; ma perciò ancor più trionfa come
facile e immaginoso pittore; perchè egli non è mai, come è
stato detto le tante volte, per contrapporlo al Guardi, finito,
minuto, leccato, matematico; anzi, ben pochi arrivano a tanto
ardimento di piani, e dipingendo pone il calore denso e
grasso quasi a rilievo.
Negli anni susseguenti troviamo il suo nome Canal o Ca-
naletto tra gli intervenuti alle pocne riunioni annuali. Ci
resta anche ricordo di una seduta in cui egli, insieme con
un accademico scultore, si dovette astenere dalla votazione,
per lasciar arbitri nel giudizio di vecchie pitture i soli figu-
risti che non ammettevano, ed oggi non pochi pittori sareb-
bero del loro parere, che potesse giudicare di una pittura
se non chi avesse saputo, bene o male, imitarla; pur non
avendo nè occhi nè spirito aperti e pronti.
L’ultima volta che il Canaletto intervenne alle sedute ac-
cademiche fu il 23 agosto 1767, e, come si sa, egli moriva
a Venezia il 20 aprile 1768 nella sua abitazione a San Lio.
L’ 8 di maggio dello stesso anno, radunandosi gli accade-
mici, constatavano che erano mancati di vita D° Gio. Batta
Pittoni; D" Fabio Canal e D" Antonio Canai pittori e si pro-
poneva di sostituirli con altri tre pittori e riuscivano infatti
Francesco Maggiotto di Domenico, Pietro Novelli e Dome-
nico Fontebasso di Francesco.
Nel 1772, essendo presidente Giuseppe Angeli, gli acca-
demici acconsentirono a nominare dite altri soggetti che per
il loro merito e sapere utili fossero e giovevoli a /’ Accademia
particolarmente rapporto all' architettura prospettica e cioè pf-,_"pr,in(,esco Battaci ioli •
Pietro Gaspari e Francesco Battaglieli che da anni si erano Prospettiva architettonica
già ritenuti degni di essere aggregati. Venezia, R. Gallerie.
Pietro Gaspari faceva parte di una famiglia tutta di pittori
architetti prospettici. I suoi fratelli Giacomo e Giovan Paolo non erano meno rinomati di lui
nella stessa arte e valenti tutti in progettare architetture specialmente fantastiche per scene
di teatro e molto apprezzati perciò alle Corti di Germania. 1 2 Anche Pietro passò in Baviera
alla Corte del principe elettore Carlo Teodoro, al quale dedicò una raccolta di quattordici
stampe con scene architettoniche tolte da antichi edifici e con figure di I. Laute. Grato del-
1 11 console di Firenze, signor Benedetto Berti,
aveva avanzato, per mezzo del pittore Nazzario Naz-
zari, istanza all’Accademia perchè volesse decidere
intorno agli autori di due quadri che a tale scopo ve-
nivano presentati e consegnati, desiderando tanto il
signor Cav. Ceretani da Siena, proprietario di essi,
quanto il signor Co. Lecchi da Brescia, compratore,
di sottostare alla giudicatura dell’Accademia. L’uno
dei dipinti in tavola con tre ritratti si diceva di Ti-
ziano, l’altro in tela figurava un Cupido con tra le
gambe due amorini e si voleva del Correggio o del
Parmigianino. Raccoltasi perciò il 20 marzo 1767 l’ac-
cademica congregazione sotto la presidenza di Gasparo
Diziani, si scrissero i nomi degli intervenuti, dichia-
rando che nè lo scultore Gio. Maria Morlaiter nè
Antonio Canal, prospettico, avrebbero potuto votare,
ed infatti si raccolsero poi le polizze sigillate esibite
dai pittori figuristi in numero di dieci e non compresi,
si ripete nel resoconto, Gio. Maria Morlaiter, scultore,
ed Antonio Canal, paesista e prospettico, e segnate
le opinioni di ciascuno, risultò dopo lo spoglio che
nè l’un dipinto.era di Tiziano nè l’altro del Correggio
o del Parmiggianino, ma bensì di autore che aveva
voluto imitare e l’uno e gli altri di questi autori.
2 Alla Galleria nazionale Corsini a Roma si con-
serva una bella veduta col Portico di Ottavia che
porta la firma F. Antonio Gaspari e più sotto Gio. P.
Non trovo notizie di un fratello di Pietro Gaspari che
si chiamasse Antonio. Vedi L.Ozzola, Giovanni Paolo
Pannini, in Arte, 1909, pag. 15 e seguenti.
L’Arte. XVI, 48.
alle leggi prospettiche; ma perciò ancor più trionfa come
facile e immaginoso pittore; perchè egli non è mai, come è
stato detto le tante volte, per contrapporlo al Guardi, finito,
minuto, leccato, matematico; anzi, ben pochi arrivano a tanto
ardimento di piani, e dipingendo pone il calore denso e
grasso quasi a rilievo.
Negli anni susseguenti troviamo il suo nome Canal o Ca-
naletto tra gli intervenuti alle pocne riunioni annuali. Ci
resta anche ricordo di una seduta in cui egli, insieme con
un accademico scultore, si dovette astenere dalla votazione,
per lasciar arbitri nel giudizio di vecchie pitture i soli figu-
risti che non ammettevano, ed oggi non pochi pittori sareb-
bero del loro parere, che potesse giudicare di una pittura
se non chi avesse saputo, bene o male, imitarla; pur non
avendo nè occhi nè spirito aperti e pronti.
L’ultima volta che il Canaletto intervenne alle sedute ac-
cademiche fu il 23 agosto 1767, e, come si sa, egli moriva
a Venezia il 20 aprile 1768 nella sua abitazione a San Lio.
L’ 8 di maggio dello stesso anno, radunandosi gli accade-
mici, constatavano che erano mancati di vita D° Gio. Batta
Pittoni; D" Fabio Canal e D" Antonio Canai pittori e si pro-
poneva di sostituirli con altri tre pittori e riuscivano infatti
Francesco Maggiotto di Domenico, Pietro Novelli e Dome-
nico Fontebasso di Francesco.
Nel 1772, essendo presidente Giuseppe Angeli, gli acca-
demici acconsentirono a nominare dite altri soggetti che per
il loro merito e sapere utili fossero e giovevoli a /’ Accademia
particolarmente rapporto all' architettura prospettica e cioè pf-,_"pr,in(,esco Battaci ioli •
Pietro Gaspari e Francesco Battaglieli che da anni si erano Prospettiva architettonica
già ritenuti degni di essere aggregati. Venezia, R. Gallerie.
Pietro Gaspari faceva parte di una famiglia tutta di pittori
architetti prospettici. I suoi fratelli Giacomo e Giovan Paolo non erano meno rinomati di lui
nella stessa arte e valenti tutti in progettare architetture specialmente fantastiche per scene
di teatro e molto apprezzati perciò alle Corti di Germania. 1 2 Anche Pietro passò in Baviera
alla Corte del principe elettore Carlo Teodoro, al quale dedicò una raccolta di quattordici
stampe con scene architettoniche tolte da antichi edifici e con figure di I. Laute. Grato del-
1 11 console di Firenze, signor Benedetto Berti,
aveva avanzato, per mezzo del pittore Nazzario Naz-
zari, istanza all’Accademia perchè volesse decidere
intorno agli autori di due quadri che a tale scopo ve-
nivano presentati e consegnati, desiderando tanto il
signor Cav. Ceretani da Siena, proprietario di essi,
quanto il signor Co. Lecchi da Brescia, compratore,
di sottostare alla giudicatura dell’Accademia. L’uno
dei dipinti in tavola con tre ritratti si diceva di Ti-
ziano, l’altro in tela figurava un Cupido con tra le
gambe due amorini e si voleva del Correggio o del
Parmigianino. Raccoltasi perciò il 20 marzo 1767 l’ac-
cademica congregazione sotto la presidenza di Gasparo
Diziani, si scrissero i nomi degli intervenuti, dichia-
rando che nè lo scultore Gio. Maria Morlaiter nè
Antonio Canal, prospettico, avrebbero potuto votare,
ed infatti si raccolsero poi le polizze sigillate esibite
dai pittori figuristi in numero di dieci e non compresi,
si ripete nel resoconto, Gio. Maria Morlaiter, scultore,
ed Antonio Canal, paesista e prospettico, e segnate
le opinioni di ciascuno, risultò dopo lo spoglio che
nè l’un dipinto.era di Tiziano nè l’altro del Correggio
o del Parmiggianino, ma bensì di autore che aveva
voluto imitare e l’uno e gli altri di questi autori.
2 Alla Galleria nazionale Corsini a Roma si con-
serva una bella veduta col Portico di Ottavia che
porta la firma F. Antonio Gaspari e più sotto Gio. P.
Non trovo notizie di un fratello di Pietro Gaspari che
si chiamasse Antonio. Vedi L.Ozzola, Giovanni Paolo
Pannini, in Arte, 1909, pag. 15 e seguenti.
L’Arte. XVI, 48.