Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Foratti, Aldo: Carlo Francesco Dotti
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0437

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CARLO FRANCESCO DOTTI

-I-03

Guiiitt,1 cui non pare ragionevole che il nostro lavorasse dal 1680 ai 1744; ma non consiste
nella lunghezza del tempo (chè l’attività dell’artista occupa più che dodici lustri), bensì nel-
l’assegnare la fabbrica ad un fanciullo di dieci anni.

Il primo lavoro, in cui l’architetto si differenzia dal capomaestro, fu la demolita cappella
del Crocifisso in San Francesco, di cui conosciamo alcuni disegni del 1713 ed una fotografia.3
I cronisti concordano nel darne l’invenzione al Torreggiani ; ma Giangiacomo Dotti, in un
opuscolo pubblicato anonimo per rettificare alcuni sospetti errori della guida del 1776, asse-
vera che il padre suo « fece di codesta Cappella il Disegno, e prestò assistenza alla bell’Opera » ,4
e che le prove documentate esistono nel suo studio. I capitelli delle colonne isolate, de’ pilastri
e delle paraste, a due ordini di foglie, i caratteristici risalti della trabeazione dai tori fogliati,
che sostituiscono le mensole, i dentelli e le altre modanature liscie aggraziando l’ordine, e
gli archi sopraelevati richiamano l’indirizzo stilistico di altre costruzioni dottesche posteriori.

Fig. 1 — C. F. Dotti : Primo disegno per il Meloncello
Bologna, Archivio di Stato.

Si crede da taluno che la piccola chiesa di San Sigismondo sia stata ricostruita dal Dotti,
per incarico del marchese Sigismondo Malvezzi, negli anni 1731-35, 5 ma è più nel vero chi
riporta la data fra il '25 e il '28,6 se ai 16 d’ottobre 1729 nella chiesa « poc’anzi eretta » si
celebrò «assai solennemente per la prima volta la festa di esso santo».7 Contro l’ipotesi di
cronisti, più o meno attendibili, i quali confondono spesso il Dotti col Torreggiani, stanno il
Taruffi8 e 1’ Oretti.9 Questa fabbrica, povera di concetto ed inelegante all’esterno, cerca uno
sviluppo grandioso d’archi nella tribuna interna, e collega la sua nuda solidità col fare più
largo e più ornato delle chiese di Mi nerbi o e 'di Renazzo.

Medici, Chiese di Bologna, AA. n. 13, c. 104 r.) parla
di alcuni lavori assai importanti, negli anni 1630-35,
su disegno del Dotti, che forse era un capomaestro
impiegato anche a San Petronio.

1 Geschichte des Barockstils in Italien, Stuttgart,
1887, pag. 503.

2 Bibl. Commi, di Bologna, Ardi. Gozzadini, cart.
cit.. cc. 101-104.

3 Di questa siamo grati al compianto A. Rubbiani.

4 Squarci d’annotazioni a varie pagine del libricolo
intitolato Pitt. scoli, ed arch. della città di Bologna,

ec., Faenza, 1777, p. 15.

5 Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna
ritratte e descritte, Bologna, 1844-51. Ili, n. 45.

6 Barbieri, ms. cit., II, c. 338.

7 Bibl. Comun. di Bologna, Arch. Gozzadini: A. Mac-
chi avelli, Compendio storico delle cose più memo
rubili sacro-civili occorse in Bologna (1700-1750), A. V.,
G. Ili, 8 (sotto il giorno indicato).

8 Antica fondazione di Bologna, Bologna, 1738,
pag. 83-84.

9 Afs. cit., c. 301.
 
Annotationen