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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 6
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Foratti, Aldo: Carlo Francesco Dotti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0440

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ALDO FORATTI

Una delle più interessanti opere del Dotti è il rimodernamento di San Domenico in
Bologna. Ma per raccapezzarci come fosse il tempio prima della odierna trasformazione, bisogna
riassumere alcune notizie storiche. Leandro Alberti1 lo descrive, sotto il 1221, a tre navi,
con tre cappelle e coperto di volte rette da pilastri quadri; esso finiva ove s’apre la porta
delle Grade, e Fra Lodovico da Prelormo2 narra che la cappella di Sant’Antonio (adesso di
San Giuseppe) si murava, nel 1459, su la linea della « porta magna ecclesiae, quae habebat ante
imam magnani voltam cimi duobus magnis columms marmoreisy. Il prolungamento dalla cap-
pella di San Giuseppe alla Ghislardi era a tetto piano con quadri messi a oro « et dipeliti

Fig. 5 — San Domenico (interno). Bologna.

con uarie & curiose figure» nel 1528. La facciata, il cui protiro fu inchiuso nel portico sette-
centistico, abbattuto nel 1874, è oggi restituita alle antiche forme secondo la descrizione del-
l’Alberti, che corrisponde alla xilografia di Floriano del Buono (1630), di cui parla per la
prima volta il Gozzadini, 3 tacciando di «misfatto» l’idea dottesca e preferendole l'altra del
Torreggiaci che, a vero dire, sforma l’icnografia.4 Fra le opinioni discordi non esitiamo a sce-

1 Delle Historie di Bologna, 1. IX della deca 7,
Bologna, 1541.

2 Cronaca ms. conservata nel Convento de’Dome-

nicani, c. 84.

’ G. G[ozzadini], Della facciata da rifarsi alla

chiesa di San Domenico (estr. dalla Gazz. dell’Emilia,
1882, un. 342-343), pag. 5.

4 II Padre T. Bonora (Sulla chiesa di San Dome-
nico e la sua facciata, Bologna, 1882, pag. 16-17) di-
fese opportunamente il Dotti provando quali e quante
 
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