CARLO FRANCESCO DO7'li
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l’arco a destra, adattandolo a quello a sinistra, prevalse nell’assetto generale, e le alte pila-
strate, fra le quali girano gli archi adorni di cartelle su le serraglie, sono di buon effetto,
benché non celino il ripiego che originò il complesso partito architettonico e un movimento
classicheggiante di cornici architravate e di volti rigogliosi di cartocci (fìg. 5).
In una copia dottesca 1 si conserva lo spaccato della chiesa con che Alfonso Torreggiani
scredita l’opera cominciata, ed altera le distanze de’ primi interpilastri ed intercolunni disar-
Fig. 7 — C. F. Dotti : Madonna di San Luca. Bologna.
monizzando i volti acuti col presbiterio. Egli poi risolve in modo spiccio la questione delle
due cappelle affrontate, e volta un’unica nave.
La fortunata scoperta di una vacchetta, di pugno del Dotti, non riconosciuta finora nel-
l'Archivio Gozzadini,2 e distinta col numero due, ci fa lamentare la mancanza di tutte le
memorie raccolte dal maestro fin dagl’ inizi della sua carriera, ma è la fedele cronistoria della
costruzione della Madonna di San Luca, il santuario che domina Bologna dal colle, e che
costituisce il maggior titolo di nominanza per l’architetto. Non ci fu dato di rintracciare un
disegno della facciata anteriore all’ingrandimento del 1696, ma conosciamo la pianta dell’Am
brosini 3 che mostra la chiesa ad una sola nave con sei altari laterali e l’abside circolare pre
ceduta dalla cupola. Coi lasciti de’cardinali Lazzaro Pallavicini e Benedetto Panfily s’ingran-
1 Bibl. Commi, di Bologna, Arch. Gozzadini, Fa- 2 A. V. FI. IV, 5.
liriche di Bologna, cari. 5/27, c. 39. j Arch. de’Domenicani di Bologna, doc. 923.
L’Arte. XVI, 52.
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l’arco a destra, adattandolo a quello a sinistra, prevalse nell’assetto generale, e le alte pila-
strate, fra le quali girano gli archi adorni di cartelle su le serraglie, sono di buon effetto,
benché non celino il ripiego che originò il complesso partito architettonico e un movimento
classicheggiante di cornici architravate e di volti rigogliosi di cartocci (fìg. 5).
In una copia dottesca 1 si conserva lo spaccato della chiesa con che Alfonso Torreggiani
scredita l’opera cominciata, ed altera le distanze de’ primi interpilastri ed intercolunni disar-
Fig. 7 — C. F. Dotti : Madonna di San Luca. Bologna.
monizzando i volti acuti col presbiterio. Egli poi risolve in modo spiccio la questione delle
due cappelle affrontate, e volta un’unica nave.
La fortunata scoperta di una vacchetta, di pugno del Dotti, non riconosciuta finora nel-
l'Archivio Gozzadini,2 e distinta col numero due, ci fa lamentare la mancanza di tutte le
memorie raccolte dal maestro fin dagl’ inizi della sua carriera, ma è la fedele cronistoria della
costruzione della Madonna di San Luca, il santuario che domina Bologna dal colle, e che
costituisce il maggior titolo di nominanza per l’architetto. Non ci fu dato di rintracciare un
disegno della facciata anteriore all’ingrandimento del 1696, ma conosciamo la pianta dell’Am
brosini 3 che mostra la chiesa ad una sola nave con sei altari laterali e l’abside circolare pre
ceduta dalla cupola. Coi lasciti de’cardinali Lazzaro Pallavicini e Benedetto Panfily s’ingran-
1 Bibl. Commi, di Bologna, Arch. Gozzadini, Fa- 2 A. V. FI. IV, 5.
liriche di Bologna, cari. 5/27, c. 39. j Arch. de’Domenicani di Bologna, doc. 923.
L’Arte. XVI, 52.