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ALDO FORATTI
disce il tempio, e ne fanno ricordo una miniatura deglTnsignia1 e l’incisione prima d’un raro
libro stampato nel 1716.2 Nel 1717 il servita Giampaolo Sacchi fa il progetto del nuovo san-
tuario, oggi custodito nella libreria del senatore Malvezzi de Medici ; 3 4 la pianta ovale (che si
prolunga nella cappella maggiore a pianta quadrangola) con sei cappelle che s’aprono fra
colonne abbinate, dagli archi tondi, e la volta impostata sul muro del perimetro ci avvertono
che il pensiero del frate matematico risale al Serbo. v Fu supposto 5 che il Dotti si servisse
dell’ idea del Sacchi, ma un semplice confronto de' due disegni pianimetrici ne chiarisce le
differenze; la vasta rotonda non ha ispirato la gran costruzione ellittica, che gira intorno al
tamburo della cupola senza risolversi unicamente in questa. Quando si scoprì la cappella della
Vergine, nel 1713, i fabbriceri nutrirono il desiderio di riedificare la chiesa; e, nel 1722, sca-
vando i fondamenti dell’ultimo pezzo di portico, i muri laterali ebbero de’cretti, e fu neces-
sario un rinforzo a scarpa; a questo danno seguì un incendio che determinò la convenzione
del 7 giugno 1723 fra le suore di San Mattia, custodi della sacra immagine, e gli assunti alla fab-
Fig. 8 — C. F. Dotti : Palazzo Davia-Bargellini (scala). Bologna.
brica de’ portici per inalzare l’ampia chiesa a coronamento del colle della Guardia.6 Ai 16 luglio
dello stesso anno mons. Bernardino Marescotti ne pose la prima pietra, esaudendo così il voto
popolare. Giovanni Antonio Conti diede parere favorevole al progetto del Dotti' e, nel 1726,
l’Accademia romana di San Luca, rivedendolo, propose piccole modificazioni quanto al luogo
dell’altar maggiore;8 i fabbriceri, che avevano fatto eseguire un modello di legno da maestro
Lodovico e dall’intagliatore Pietro Laghi (come sappiamo dalle note del 1724),9 mandarono
l’architetto a Roma, donde questi ritornò deliberato di dar più slancio alla cupola, un po’
depressa nel primo disegno che si conserva nell’Archivio della fabbriceria. Salutare fu il viaggio
all’opera e all’artista; le svelte moli del Gesù e di Sant’Andrea della Valle ebbero efficacia
IArch. eli Stato di Bologna, Insignia, v. XIII,
c. 43 r.
~A. Ferreri e G. M. Moretti, Prospetto, pianta
ed elevazione de’portici che dalia città di Bologna
conducono al Alante delta Guardia, ecc., Bologna, 1716.
3 Cartone EE, n. 43.
4 Tutte Topere d’architettura e prospettiva, ecc.,
Venezia, 1600, pag. 204 e segg.
5 Informa7done al/i forestieri, ecc., op. cit , pag. T89.
6 Arch. de’Domenicani di Bologna, doc. 1511.
7 Arch. di Stato di Bologna, San Luca e San Mattia,
cart. Y.
8 Bibl. Comun. di Bologna, Arch. Gozzadini, Mi-
scellanea, A. V. G. Ili, 7, voi. I.
9 Un modello di legno esiste in un andito del vec-
chio convento.
ALDO FORATTI
disce il tempio, e ne fanno ricordo una miniatura deglTnsignia1 e l’incisione prima d’un raro
libro stampato nel 1716.2 Nel 1717 il servita Giampaolo Sacchi fa il progetto del nuovo san-
tuario, oggi custodito nella libreria del senatore Malvezzi de Medici ; 3 4 la pianta ovale (che si
prolunga nella cappella maggiore a pianta quadrangola) con sei cappelle che s’aprono fra
colonne abbinate, dagli archi tondi, e la volta impostata sul muro del perimetro ci avvertono
che il pensiero del frate matematico risale al Serbo. v Fu supposto 5 che il Dotti si servisse
dell’ idea del Sacchi, ma un semplice confronto de' due disegni pianimetrici ne chiarisce le
differenze; la vasta rotonda non ha ispirato la gran costruzione ellittica, che gira intorno al
tamburo della cupola senza risolversi unicamente in questa. Quando si scoprì la cappella della
Vergine, nel 1713, i fabbriceri nutrirono il desiderio di riedificare la chiesa; e, nel 1722, sca-
vando i fondamenti dell’ultimo pezzo di portico, i muri laterali ebbero de’cretti, e fu neces-
sario un rinforzo a scarpa; a questo danno seguì un incendio che determinò la convenzione
del 7 giugno 1723 fra le suore di San Mattia, custodi della sacra immagine, e gli assunti alla fab-
Fig. 8 — C. F. Dotti : Palazzo Davia-Bargellini (scala). Bologna.
brica de’ portici per inalzare l’ampia chiesa a coronamento del colle della Guardia.6 Ai 16 luglio
dello stesso anno mons. Bernardino Marescotti ne pose la prima pietra, esaudendo così il voto
popolare. Giovanni Antonio Conti diede parere favorevole al progetto del Dotti' e, nel 1726,
l’Accademia romana di San Luca, rivedendolo, propose piccole modificazioni quanto al luogo
dell’altar maggiore;8 i fabbriceri, che avevano fatto eseguire un modello di legno da maestro
Lodovico e dall’intagliatore Pietro Laghi (come sappiamo dalle note del 1724),9 mandarono
l’architetto a Roma, donde questi ritornò deliberato di dar più slancio alla cupola, un po’
depressa nel primo disegno che si conserva nell’Archivio della fabbriceria. Salutare fu il viaggio
all’opera e all’artista; le svelte moli del Gesù e di Sant’Andrea della Valle ebbero efficacia
IArch. eli Stato di Bologna, Insignia, v. XIII,
c. 43 r.
~A. Ferreri e G. M. Moretti, Prospetto, pianta
ed elevazione de’portici che dalia città di Bologna
conducono al Alante delta Guardia, ecc., Bologna, 1716.
3 Cartone EE, n. 43.
4 Tutte Topere d’architettura e prospettiva, ecc.,
Venezia, 1600, pag. 204 e segg.
5 Informa7done al/i forestieri, ecc., op. cit , pag. T89.
6 Arch. de’Domenicani di Bologna, doc. 1511.
7 Arch. di Stato di Bologna, San Luca e San Mattia,
cart. Y.
8 Bibl. Comun. di Bologna, Arch. Gozzadini, Mi-
scellanea, A. V. G. Ili, 7, voi. I.
9 Un modello di legno esiste in un andito del vec-
chio convento.