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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 6
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Mitidieri, Salvatore: Mattia Preti detto il "Cavalier Calabrese": Cenno sulla vita e sull'opera e cataloso delle opere
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0467

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Fig. 3 — Mattia Preti : Scena della peste del 1656
Napoli, Museo Nazionale.

trova compreso tra gli anni in cui l’abate Celestino D. Fabrizio Campana fu arcivescovo di
Consa e fece eseguire, secondo il Celano,1 a proprie spese le pitture della soffitta del Cavaliere
Calabrese. Gli anni del suo arcivescovato vanno dal 1637 al 1667. 2

Giunto a Malta nel 1661, il Preti vi rimase, salvo qualche assenza, fino agli ultimi giorni
della sua vita, lavorando molto per le chiese e specialmente per quella di San Giovanni, la
cui decorazione, quantunque alterata dal restauro, resta un’opera grandiosa ad attestare la
grande r.cchezza inventiva, l’agile fantasia e la disinvoltura con la quale riesce a narrare
nella volta maggiore del tempio le storie di San Giovanni Battista in diciotto scomparti.

1 Op. cit., t. Ili, pag. 280. per la storia, le arti e le industrie delle province na-

2 Cfr. G. Filangieri, principe di Satriano, Documenti poletanc, voi. Ili, pagg. 279 e 382.

MATTIA PATTI DETTO JL «CAVA LI TP CALABRESE »

era occupato a Malta per i lavori in San Giovanni, e il Maestro dei Cavalieri di Malta non
lo lasciava partire.

Dobbiamo dunque spostare la data e riportarla al glorioso e fecondo periodo che va
dal 1656 al 1660, ultimo anno questo in cui il Preti rimase a Napoli, perchè, dopo un sog-
giorno di mesi a Roma, lo troviamo a Malta nel settembre del 1661. In questo periodo dipinse
pure le storie di San Pietro Celestino e di Santa Caterina d’Alessandria, in San Pietro a
Maiella, lasciando una delle pagine più forti dell’arte napoletana del ’6oo. Periodò che si

L'Arte. XVI, 55.
 
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