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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 1 (Gennaro 1865)
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Un esplorazione sotterranea sulla via Salaria vecchia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0010

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poi il Colombo della Roma sotterranea, voglio dire
il Bosio (1). Il (inalo vide molti arcosolii, alcuni cu-
bicoli senza pitture, ed uno assai più degli altri spa-
zioso, dipinto a fogliami , ornato di palmo e corone
in istucco, la cui volta era sorretta da quattro pila-
stri posti in isola ; cripta singolare e probabilmente
in antico illustrala da qualche istorico sepolcro d'un
martire insigne. In alcuni sepolcri di questo ccmelero
vido il Bosio lo vestigia de' vetri figurati, de'quali
molto ho scritto ne' due ultimi bollettini ; ed è nota-
bile, che in questi medesimi ipogei egli lesse le dato
già scoperte dall' Aldo degli anni 318 e 361. Ma
poiché non sappiamo, se le date predette erano negli
ambulacri istessi, ove frequenti apparivano le vestigia
de' vetri cemeteriali , non vorrei fondarmi troppo so-
pra questa osservazione per confermare , che i vetri
di quel genere più che in altri luoghi sono numerosi
nei sentieri popolati da sepolcri del secolo quarto.

Il Bosio stimò, che questo fosse il celebre ceme-
tero del clivus cucumeris ; ove tanti martiri illustri
ebbero sepoltura e culto solenne. Ma chi volgerà l'oc-
chio ai documenti topografici ignoti al Bosio da me
teste raccolti; ridotti alla vera lezione e riassunti in
ordinati specchi, facilmente riconoscerà, che il ccme-
lero posto nel clivo del cocomero veniva dopo quello
di s. Ermete (2); mentre i bivii delle tre Madonne
e del Leoncino sono più di s. Ermete vicini alla città.
Del cemelero in clivo cucumeris ho trovalo l'antico
nome ad septem columbas (3) : ivi fra molti famosi
eroi della fede riposava Liberale console e martire (4).
Questo importante gruppo di monumenti in vano lino
ad oggi cercato stava alla destra dell' antica via, che
da s. Ermete menava a s. Valentino sulla Flaminia;
al settentrione di s. Ermete, ma verso ponente. Speria-
mo che qualche inaspettata scoperta ce lo faccia presto
riconoscere. Come è chiaro, che gli ipogei veduti dal
Bosio alla destra della via Pinciana presso le tre Ma-
donne certamente non sono il cemetero ad septem
columbas nel clivo del cocomero ; così dall' esame
de' documenti citati è manifesto , che quegli ipogei
furono il cemetero di s. Pamtilo : stazione solenne
dei pellegrini tra s. Felicita e s. Ermete (3). Le
prove della mia affermazione spettano all' opera della
Roma sotterranea. Allo scopo del racconto da me im-
preso a narrare basta l'avvertirei lettori, che di cotesto
martire Pamtilo un dì tanto celebre in Roma oggi
nulla sappiamo ; e che perciò quest' ignoranza ci dee
aguzzare vieppiù il desiderio di ritrovarne i monu-
menti ed il cemetero, che forse è da noverare tra gli
antichissimi, come gli ornati in istucco veduti dal
Bosio sembrano volerci indicare. Ma dopo la morte
del sommo maestro niuno ci ha dato altre notizie

(1) Bosio, Roma sott. p. 559.

(2) V. La mia Roma sott. T. I p. 176, 177.

(3) L. c. p. 132.
14] V. I. c. p. 320.

(5) V. Bullet. 1863 p. 45.

della sotterranea necropoli posta tra i bivii del Leon-
cino e delle tre Madonne (1); e le mie ricerche per
ritrovarla erano state fino ad ora quasi al tutto in-
fruttuose.

Nei primi giorni del nuovo anno avendo udito
che in una vigna situata alle tre Madonne alcun adito
era aperto a grotte e spelonche adorne di antiche
pittore, corsi sul luogo col mio fratello, la cui col-
laborazione a questa maniera di studii lutti conosco-
no. Io speravo trovare finalmente una nobile regione
del cemelero di s. Pamtilo ed i cubicoli visti dall'Aldo
e dal Bosio. La mia speranza fu adempiuta in pic-
colissima parte ; imperocché di quella sotterranea ne-
cropoli io penetrai appena in qualche estrema lacinia,
o forse piuttosto in qualche contiguo ipogeo. Pur
nondimeno il tentativo fu coronato da una scoperta,
che è pregio dell' opera divulgare prontamente e com-
mentare. Nella vigna posta a cavallo del bivio me-
desimo delle tre Madonne, e sulla cui porta sono af-
fisse alcune epigrafi sepolcrali pagane, fummo con-
dotti alla grotta del vino , che s'interna sotto la via
pubblica, e sotto la vicina vigna, ove il Bosio discese
sotterra. Ivi ci fu mostralo un angusto pertugio, pel
quale messici dentro, ci trovammo in un' antica forma
d'acqua tagliata nel tufa. Dall' acquedotto penetrammo
in un ambulacro cemeteriale scavato ad un livello
più allo. Aveva i loculi tutti aperti e devastali, le
ossa dei sepolti assai conservate; era interrato da
ambe le estremità, e così non dava sbocco veruno
nella rete delle vie sotterranee, e nella regione alor-
ha di cubicoli del cemetero di s. Pamfilo. Fallito il
tentativo da questa banda, entrammo in un altro cu-
nicolo; ove riconoscemmo due forme d'acqua scavate
in linea parallela e simili alla prima. L'angustia del
luogo basso ed affannoso ci consigliava a torcere in-
dietro i nostri passi : a me però quel cunicolo parve
la via tenuta dal P. Giuseppe Marchi quando , sono
già venti anni, fu invitalo a vedere un piccolo ipogeo
pagano adorno di affreschi, ed io ero in sua compa-
gnia. Laonde animato dalla speranza di rivedere l'ipo-
geo visto tanti anni prima e di rinvenire forse ciò
che allora non trovammo, cioè l'adito al cemelero cri-
stiano, procedetti innanzi per l'acquedotto. Ed in fatti
c'imbattemmo in una buca, per la quale ci fu dato sa-
lire agli ambulacri cemeteriali. Indi non lungi rividi
l'accesso all'ipogeo ornato di pitture non cristiane, ed en-
trai in quella stanza. È il cubicolo già nello scorso se-
colo visitato dal Seroux d'Agincourt e da lui divulgato
nella storia dell'arte, Pittura tav. IV n. 12-16. Come
mai questa stanza, i cui afi'rcschi nulla hanno di commu-
ne colle decorazioni de'cubicoli cristiani, stia in qualche
rapporto col cristiano cemetero, sarà spiegato nella/foma
sotterranea. Nè siamo oggi a quei tempi, nei quali un
trovamento eccezionale di siffatto genere avrebbe per-
suasi taluni della promiscuità di sepolcri pagani e cristia-
ni nelle catacombe romane. Alla sentenza, che asseriva

(1) V. Boldclti, Osscrr. sui ccm. p. 575.
 
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