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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 7 (Luglio 1865)
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Degli ipogei cristiani scoperti nella villa Patrizi
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0059

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— 51 —

nome, eccone apparire un secondo, e forse altri ne
troveremo disseminati a brevi distanze, per la legge
che ho accennato nel Bullettaio di Maggio p. 34. Ma
la basilica costruita in linea dinanzi alla profondissima
ed ampia scala è carattere distintivo del sepolcreto
e del sito, cui propriamente competono il nome del
santo e le storiche notizie da me epilogate.

Ora dovrei accingermi a proporre ed esaminare
le lacere reliquie di epitaffi raccolte sopra terra e
sotterra, ed a descrivere le tombe costruite all'aperto,
e gli ambulacri, i cubicoli, i sepolcri scavati nelle vi-
scere del suolo. Ma i lettori già sanno per esperienza
che siffatto minuto esame impossibile nel Bullettino è
riservato alla Roma sotterranea; laonde si contente-
ranno di pochi cenni intorno al sotterraneo ed a qual-
che iscrizione importante in esso superstite. L'ipogeo,
cbe nel Decembre dello scorso anno ho compendiosa-
samente descritto, è diviso in due piani di breve cir-
cuito. Non ha ornamenti di affreschi, non di scul-
ture; solo pochi cubicoli assai semplici e disadorni; e
delle iscrizioni sono sparse per le gallerie e dentro i
loculi frantumi sminuzzati in minime parli. Gli atti
de'ss. Nereo ed Achilleo e Domitilla assegnano la morte
e la sepoltura di s. Nicomede ai tempi in circa di Do-
miziano; e fanno quel martire contemporaneo di s. Pe-
tronilla. La veracità generica di quegli atti nel fatto
della data dei tempi dei Flavii Augusti è stata da me
ampiamente dichiarata nei fogli precedenti. Laonde an-
che all'età, cui ivi si fa risalire il santo prete e martire
Nicomede, dobbiamo dare molto peso. Gli atti però non
dicono che il santo fu sepolto in crypta, come di Ne-
reo ed Achilleo espressamente testificano ; e le cripte
scavate in horto Justi potrebbero a tenore di quella
storia essere più recenti dell'età di s. Nicomede. Nella
Roma sotterranea discuterò accuratamente la cronolo-
gia di queste cripte : per ora basti l'accennare qualche
indizio, che persuade molta essere la loro antichità.
A piedi dell'ampia scala alla destra di chi discende
è scavato un cubicolo di mediocri proporzioni con tre
soli arcosoli assai bassi e diversi dalParcosoìio a mensa
divenuto normale verso la fine del secolo III. Anche
gli altri arcosoli e le altre arche sepolcrali de'pochi
cubicoli scavati nel piano inferiore del cemetcro sono
per lo più di forme diverse dalle communemenleusitate
nella fine del secolo III, e piuttosto s'avvicinano a quelle
delle stanze sepolcrali di rito semitico, come in pro-
posito dell'ipogeo di Domitilla ho spiegato nel bullet-
tino di Maggio a pag. 39. Nel primo cubicolo poi sono
stale rinvenute molto reliquie di greche iscrizioni, il
cui stile e le cui formole confermano l'indizio di ve-
tustà fornitoci dall'architettura dei sepolcri. In fine una
data chiara e lampante almeno di questo ci assicura,
che l'ipogeo certamente esisteva prima della fine del
secolo III nè allora era nato. Imperocché è graffita
sulla calce d'un loculo posto verso il fondo dell'am-
bulacro principale c scavato assai in basso ed in
condizioni, che me lo fanno credere non dei più
antichi ma dei più recenti. Le lettere superstiti di-
cono così:

.....DIOCLETIANO MAXIMIANO coss.

VKAL....

Nei monumenti dei nostri cemeteri rarissime sono le
date consolari anteriori a Costantino; per la quale
considerazione io stimo importantissimo questo graf-
fito e meritevole di speciale commento, anche astrazion
fatta dal punto cronologico, che stabilisce nella storia
del sotterraneo di che ragiono.

Sei volte Diocleziano diè il nome all'anno con il
suo collega nell' impero, Massimiano; cioè nel 287
290, 293, 299, 303, 304. Nel più antico di questi
anni, cioè nel 287, Massimiano per la prima volta
assunse i fasci, ma Diocleziano già numerava il terzo
consolato. Laonde, la nostra data che niun numero di
consolato aggiunge a Diocleziano, è senza fallo imper-
fetta. Non perciò vorrei giudicarla incerta e vagante
tra i sei anni predelti, ovvero interpretarla dell'im-
pero, e non d'uno dei consolati congiunti di Diocle-
ziano e di Massimiano. Si consultino le regole delle
date cronologiche nelle iscrizioni cristiane, che mi
sono studiato di proporre chiare e fondate sopra ogni
maniera di monumenti, e si vedrà, la data dell'impero
non essere stata in uso negli epitaffi romani dei primi
tre secoli; e le date consolari imperfette essere però
tali, che quando furono scritte designarono senz'equi-
voco un anno determinalo (1). In fatti tre cristiane
iscrizioni fino ad ora conoscevamo insignite delle date
consolari Dioclezianee ; tutte sono più o meno imper-
fette, ma tutte hanno i caratteri numerici nell'inten-
zione di chi le scrisse sufficienti a determinarle (2).
Una quarta iscrizione con simile data è ora venuta
in luce dal cemelero Chiusino di s. Mustiola; e ben-
ché le note consolari d'altri anni segnate in epitàffi
di quel cemelero sieno assai negligenti e compendio-
se, questa, che nomina Diocleziano e Massimiano, ac-
curatamente ne annovera i consolali e senza equivoco
determina l'anno 290 così (3):

DEPOSI
TIO BEDEM
TE DIOCLETIA
no AVG UH ET M
AanMIANO III
CoNS XVIII KAL
/EB

Per i quali confronti delle iscrizioni cristiane oggi
note, designanti gli anni consolari di Diocleziano e di
Massimiano io stimo, che il graffito cronologico no-
vellamente scoperto non sia stato equivoco ed inde-
terminalo quando fu scritto; che spetti cioè al primo
processo consolare di quei due Augusti insieme con-
giunti nel 287.

L'analisi accurata del sotterraneo e della sua pianta

(1) Inscr. christ. T. 1 proleg. p. XI, XII, XX.

(2) L. c. p. 22 n. lo, 23 n. 16, 26 u. 21.

(3) V. Cavedoni, Opuscoli religiosi c letterari! di Modena, Luglio 186;>
pag. 7.

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