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Né tacer vogliamo come tla questa lamina cnmnna
vedesi tanto esser stala cosa essenziale lo scrivere il
nome della persona imprecata che dubitandosi di er-
rore in esso , si aggiunse la clausola di precauzione
sive ea alio nomine est. Potrebbe infine osservarsi
che mancando qui le solile forinole imprecative , dc-
veano tutte intendersi comprese nella sola frase di
nomen delatum.

L'epigrafe, che diamo sotto il n. 6 della tavola me-
desima, leggesi nella faccia interna di una bellissima
ala di bronzo, frammento certamente di una statua di
divinità sventuratamente perduta. Non solo il lavoro
dell'ala nella sua parte esterna è di grandissima fi-
nezza e beltà, ma anche le lettere di questa epigrafe
mostrano per la loro eleganza di appartenere a' felici
tempi dell1 arte. E notevole I' ortografia FORTONA ,
la quale o vuoisi considerare come arcaismo, o come
idiotismo , trovar può sempre esempli per esser gin-
slificata : V quoque, dicea Prisciano (lib. I c. 6 tom.I
f.34.Rrehl), mullis ltaliae populis in usu non erat,
sed e contrario 0. L'aggiunto di Maler, che dassi
ad Arellia Fortuna , dovea certamente venir diluci-
dato da altra iscrizione , che esser dovea nello stesso
monumento, o ad esso vicina, ed in cui leggersi do-
vea l'indicazione della figlia o del figlio. Era questo
nn uso antico , di cui, se fosse 1' uopo , potrebbero
recarsi non pochi esempli. Nella celebre cista kircke-
riana pur di vetusta ortografia leggesi una DINDI A .
MACOLNIA . F1LEA , che lo stesso Lanzi lascia in
dubbio se riferir si debba al precedente nome Novios
Plautios {saggio tom.I p.122 e seg. ediz. di Firenze).

Resta ora a dir qualche cosa del mira. 8 della ta-
vola medesima. È un osco frammento in bronzo. Lo
abbiamo rinvenuto nel real mnseo , ma incerta ce ne
è rimasa la provenienza. Se non c'inganniamo, nella
terza e nella quarta linea fassi menzione di due He/vii.
Ma anche ritenendosi questa spiegazione , in nulla può
essa servire ad indagar la patria della nostra iscri-
zione , giacché la famiglia Helvia 0 Elvio si diffuse
da per tutto, e mentre ne incontriamo menzione pre-
cisamente in diverse città del Lazio, come in Arpino,
ove da una Helvia nacque Cicerone (Plularch. Cicer.
init.) , in Aquino (vedi 1' Helvimnn di Giovenale sat.

0

III v. 318) , in Sora (Pislill, rlescr. stor. fìsioloq. p.
135) , ne troviamo ugna'mente menzione in iscrizioni
lucane (vedi p. ps. Antonini Lican. toni. Il p. 102), ed
in altre di regioni diverse.

Notizia di tre iscrizioni, /' una in mattone ed in
dialetto marrtteino , /' altra greca in marmo , e
la terza latina, anche in marmo , incise nella
tav. I del presente anno.

Mancandoci ormai Io spazio per dare, come ci era-
vamo proposti , alcuna dilucidazione di questi impor-
tanti monumenti , ci limiteremo ad nna semplice no-
tizia di essi , serbandone ad altra occasione la illu-
strazione.

La prima delle iscrizioni, per noi pubblicate nella
tav.I dell' anno presente, è rappresentala in grandezza
naturale sotlo il n. 1. I caratteri ne sono cavi sopra
un frammento di mattone la cui faccia esteriore ò
anche assai consumala. Dall' originale colla possibile
esaltezza si è proccurato ritrarre ogni tratto che an-
cor rimane visibile , e pare non potersi dubitare che
questo monumento presenti una forma di caratteri
tutta marrucina , e non dissimili a quelli del bronzo
di Rapino. Dobbiamo la gentil comunicazione di que-
sto monumento originale all'ottimo amico sig. Cre-
monese , che ci è stato anche di altre notizie cotanto
generoso, come deggiono tutti i nostri lettori sicura-
mente rammentare.

La iscrizione del n. 2 in marmo è stata già di mia
proprietà, e trovasi ora per umile mio dono, che S.M.
il He Francesco I si degnò accettarne , trailo altre del
real museo. Ne lessi già all' accademia ercolanese una
dilucidazione , che sebbene non ancora mossa alle
stampe , fu pure ricordata nel ragguaglio de' lavori
accademici dell'anno 184-3 p.6 e seg. Recentemente ho
trovata impressa una copia della iscrizione stessa nel
bulletlino dell' islit. arc/ieol. di Roma dell'arma 184-7
p. (00 senza che vi si rammentasse quella mia illustra-
zione. II eh. sig. collega dottor Henzen l'ha ancora
accompagnata di pregevoli osservazioni, benché io non
possa convenir con lui nello spipgare il IEPiQST-
NH.25 del marmo per divinità. Mi auguro che possa
 
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