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BULLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE

N.° 59. (9. dell' anno III.) Dicembre 1854.

Alcune monete Ispane illustrate col riscontro del nuovo frammento di P. Annio Floro.—Bibliografia.

Alcune monete Ispane illustrate col riscontro del nuovo
frammento di P. Annio Floro.

Il eh. Oehler, a questi ultimi anni, rinvenne in un
codice membranaceo del secolo XII della Biblioteca
di Bruxelles un insigne frammento intitolato : P. An~
nii Fiori, Virgilius oralor, an poeta, che fu da prima
pubblicato da' eh. Rilschl e Schopen nel Museo Re-
nano (I p. 302 segg. ), e poscia più accuratamente
dal eh. Otto Jahn ( Praef. ad Epit. Iulii Fiori pag.
XLI-XLIIII ), pel riscontro del quale parmi si dia
bella luce ad alquante antiche Monete della Spagna
Betica e Tarraconese (1).

P. Annio Floro , come si raccoglie dal suddetto
nuovo suo frammento, e da altri rapportati da Spar-
ziano [in Hadr. 16) e da Carisio (I, p. 38, 99, 113),
fiorì sotto V impero di Traiano e di Adriano ; e fin
da' giovinetto, di forse XIII anni (cf. Orelli Inscr. n.
2603), nel decennio decorso dall'anno 86 al 96 dell'
era volgare , concorse in Roma inter poetas Latinos
al premio della corona del certame sacro di Giove
Capitolino, che gli venne aggiudicala summo consensu,
ma eh' egli non potè altrimenti conseguire dalla mano
stessa dell' Augusto imperante , come di rito , invilo
Caesare et resistente, ne Africa coronam magni lovis
altìngeret; probabilmente pel rancore di Domiziano
conlra gli Africani, che mostraronsi avversi al padre
suo Vespasiano e benevoli verso Vitellio (Tacit. Hist.
II, 97: cf. Sueton. Vesp. 4). 11 giovinetto poeta gran-
demente adontato di quell' ingiusto rifiuto, andò va-
gando per mare e per terra in lontani e diversi paesi,
e da ultimo , passali i Pirenei, si pose ad abitare in

(1) Mi duole di non avere potuto riscontrare il citato articolo
del Museo Renano.

AXNO in.

una città del littorale della Spagna Tarraconese, ove
aperse scuola di lettere Latine. Egli avea perseverato
in quella vita faticosa un cinque anni, quand'ecco un
bel dì, che stanco per gli studi stavasi ricreando all'
aria libera in luogo ameno presso un tempio, gli si
fecero incontro alcuni Ispani della Betica, che, di ri-
torno per mare dagli spettacoli di Roma, erano stali
sospinti a quella spiaggia dal vento sinistro dell'Afri-
ca. Uno di quelli, uomo di molte lettere, chegliera
stato favorevole nel concorso dell' agone Capitolino ,
lo salutò cortesemente e lo riconobbe. P. Annio Flo-
ro , dopo che gli ebbe raccontato i suoi viaggi e le
sue vicende, conchiuse lodando così il suo soggiorno
in quelle contrade : Et ecce iam familiarilate continua
civitas ipsa nobis blandi tur, quae, si quid credis mihi,
qui multa cognovi, omnium rerum, quae ad quielem
eliguntur, gravissima est. Populum vides, o hospes et
amice, probum frugi quietum tarde quidem, sed iudi-
cio hospitalem. Caelum peculiariter temperalum mìscet
vices, et notam veris tolus annus imilalur. Terra fer-
lilis campis et magis collibus—nam Italiae viles affe-
ttai et comparai areas—serotino non erubescit autumno.
Si quid ad rem perlinet, civitas ipsa generosissimis au-
spiciis inslilula ; nam praeter Caesaris vexilla, quae
porlant triumphos, linde nomen accepit, adest eliam
peregrina nobilitas : quippe, si velerà tempia respicias,
lite ille colilur corniger praedo, qui Tyriam virginem
portans, dum per loia maria lascivit, hic amisit et sub-
slitit, et eius quam ferebat oblilus subito nostrum litus
adamavit.

Il definire la città della Tarraconese, così vaga-
mente accennala dal nostro Floro, si è uu curioso
problema non troppo facile a risolversi. Il eh. Ritschl
fu d'avviso, che sia quivi indicata la città di Tarra-

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