Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BULLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE
N.° 67. (17. delPanno III.) Marzo 1855.

Illustrazione di una lapide dell'antica Narona. Continuazione.—Nuove scoperteSannitiche.—Poche osservazioni
sull'articolo precedente. — Brevi osservazioni su dipinti di alcune tombe di Albanella.

Illustrazione di una lapide dell'antica Narona.
Continuazione del numero precedente.

Al conlrario se ivi si parlasse del Pompeiano se-
niore, eh' esser doveva quasi sessagenario, come in
tanli anni non si sarebbe trovato un ritaglio di qual-
che mese per guiderdonarlo dei suoi servigi, e co-
me poi non comprenderlo nel numero degli uomini
forti dopo la vittoria , con cui aveva salvata l'Ita-
lia dall'incursione dei barbari? Vero è che Pompeia-
no Quinliano non poteva a quel tempo aver già con-
dotto in moglie la primogenita di L. Vero, perchè se
la madre di lei non si maritò se non che nel 917, la
figlia nel 929 non doveva contare se non che dieci o
undici anni. Poteva però essergli stata promessa, e
potè in contemplazione dei conchiusi sponsali decre-
tategli la porpora consolare. Anche Claudio promise
la sua figlia Ottavia quasi bambina a L. Silano, a cui
abbreviò per questo la strada degli onori, e quantun-
que quelle nozze non avessero poi effetto, ciò non im-
pedì a Seneca e Dione di chiamarlo suo genero.

Ma chi sarà questo Claudio Pompeiano Quintiano?
Dicevasi figlio del console del 926, che come ho an-
nunziato slimavasi un'ignoto fratello del vincitore
de' Calti. Ma questo fratello sarà divenuto un' ente
immaginario dopo essersi veduto che quel console
altri non fu che il vincitore medesimo. Per lo che
considerando che la stirpe dei Claudi Pompeiani sco-
nosciuta perl'addietro non fu Romana, una Anlioche-
aa, io non so dare a Quintiano altra origine se non
quella di reputarlo il primogenito dello stesso Pom-
peiano seniore nato da un suo matrimonio giovanile
con una Quintia , ben supponibile in un' uomo di

quella età. Quando egli sposò la vedova di L. Vero nel
anno ni.

922 sarà stato all'incirca quinquagenario, se da Ca-
pitolino si nota che era allora grandaevus, onde po-
teva ben avere un giovine che sette anni dopo oltre-
passasse di alcun poco l'età consolare. Ugualmente se
nel 933 in cui morì M. Aurelio aetate anteibat, per
autorità di Erodiano, tutti gli antichi amici di lui, era
dunque, se non può asserirsi di altri, più attempato
di Pertinace, che aveva a quel tempo cinquantaquat-
tro anni. D'altra parte qual difficoltà che quel prin-
cipe amasse di ristringere maggiormente i vinco-
li delle loro famiglie con un' iterato sposalizio? Così
Augusto maritò la sua Giulia a Tiberio nato da Livia
sua moglie, e così Claudio ed Agrippina strinsero in
nodo coniugale i loro precedenti figli Ottavia e Ne-
rone. La mia congettura ha poi anche un fondamento
in Lampridio ( Comm. c. 5), da cui si racconta , che
dopo essere stata messa a morte Lucilla oceisus est
etiam Claudius quasi a latronibus, cuius fìlius cum pu-
gione quondam ad Commodum ingressus est. È vero
ch'egli si è ingannato, perchè Pompeiano il padre so-
pravisse a Commodo, e che ilCasaubono nelle note a
quel luogo, e nel'e altre al Caracalladi Spartiano[c.3)
ha trovato altresì la ragione di un tale errore, ma
ciò non toglie che quello storico abbia creduto che il
congiurato fosse figlio del secondo marito di Lucilla,
Queste cose siano dette per chi volesse sostenere
l'autenticità della lettera di M. Aurelio al senato , e
per mostrare che anche ammetìendo sulla dubbia fe-
de di Volcatio un Pompeiano suffetfo nel 929 non
emerge da ciò alcun pregiudizio all'anteriorità che si
è determinata ai due consolati dell'autore della gran-
dezza di quella casa. Anche dal secondo e più splen-
dido coniugio ebbe egli successione ricordandosi da
Dione i figli che mandava ad assistere agli spettacoli
 
Annotationen