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xiv

Prefazione

egli ricorda il Rev. G. H. Palmer e C. H. Walker che si sono
interessati grandemente dell'opera sua e in vari modi ne hanno
di molto facilitato l'avanzamento; inoltre il bibliotecario pre-
sente della Bodleiana, il Sig. Falconer Madan, è stato sempre
pronto a rispondere intorno a questioni paleografiche. Al Dottor
E. A. Loew egli è obligato per molte informazioni sulla scrit-
tura beneventana; fra i dotti di canto gregoriano egli é gra-
tissimo a Don Gabriello Beyssac di Solesmes, il quale sempre
con la più squisita premura ha rinunciato a tanto tempo che
gli era prezioso, per dilucidare e illustrare alcuni punti difficili,
ma, più che a ogni altro, l'autore è riconoscente verso Don Raf-
faello Baralli di Lucca; parecchi anni or sono egli l'aveva sti-
molato allo studio dei neumi, facendogliene rilevare la grande
importanza, ed il Baralli ne lo ha ricompensato non solo col
rendere quest'opera in buona lingua toscana, ma altresi col rive-
dere tutte le bozze di stampa e col favorire buon numero di
suggerimenti ed emendamenti, molti dei quali si ritrovano tra
le note a pie' di pagina seguiti dalle iniziali R. B.

Ma come ringraziare abbastanza i miei amici che lavo-
rano nella Biblioteca Vaticana? Mons. Vattasso sul principio
dell'opera e il Dr. Liebaert sul finire mi hanno sempre pronta-
mente aiutato con la loro scienza paleografica sulla data di questo
o quel ms. e, nel loro campo speciale, Mons. Stornaiolo, il Dottor
Carusi e il Comm. Pio Franchi dei Cavalieri sono stati genti-
lissimi ad ogni mia richiesta. In molti punti dove le questioni
liturgiche eran connesse col mio argomento Mons. Giov. Mer-
cati è stato sempre al mio fianco e alla mia disposizione con pre-
ziosi suggerimenti ricavati dal vasto tesoro della sua scienza.

Ma il P. Fr. Ehrle ha il merito di aver iniziata que-
st'opera ; non solo, ma e' l'ha sempre assistita per tutto il
lungo tempo del suo progresso coi suoi costanti, lieti e cordiali
incoraggiamenti. Tra le molte belle qualità che lo hanno reso
caro a tutti gli studiosi che frequentano la biblioteca e lo hanno
fatto il bibliotecario-modello del tempo nostro, bisogna sempre
ricordare l'incessante premura che egli si dà dei lavori di tutti
i suoi studiosi, la facile accessibilità, i continui incoraggiamenti.
Senza il suo aiuto quest'opera non sarebbe mai stata cominciata,
senza di lui non sarebbe stata terminata giammai.

Finalmente io oso concludere con una parola di gratitudine
e di umili grazie a Sua Santità il Papa Pio X, il cui grande
zelo per la restaurazione del canto gregoriano è uguagliato sol-
tanto dalla liberalità con cui apre senza restrizioni la sua Biblio-
teca agli studiosi di tutte le nazioni e di tutte le credenze,
e a volte permette che essi siano associati ai suoi bibliote-
cari nel pubblicare i tesori della Vaticana. Se per diciotto
anni io ho goduto l'inestimabile favore di poter lavorare nella
Biblioteca Apostolica, era ben giusto che l'ultimo contraccambio
fosse d'accogliere l'invito a scrivere quest'opera mia. Un inglese il
quale deve alla missione di S. Gregorio l'evangelizzazione del suo
paese ed è profondamente persuaso dell'intrinseco pregio, dello
spirito eminentemente religioso, della potenza evangelizzatrice
della musica denominata dal grande Pontefice, dev'esser ben
grato di aver potuto prender parte ufficiale nell'ultimo cente-
nario celebrato ad onore di Fui e d'aver potuto fare del suo
meglio in questo tributo alla persona e all'opera del suo illustre
successore.
 
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