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178

Notaz. quadr. Franc. dopo il 1300. 637. Tav. 121. (Vatic. 3748).

Notaz. quadr. Ital. dopo il 1300. 638. Tav. 122 a. (Borghes. 14)

N° 637. Tav. 121 Vatic. 3748, f. i6ir. 1

Ff. i 72 ; 353 x 243 mm., 11. 2 1 ; righi 7. A-X8 Y4

Benedictionale : ( « Incipiunt benedictiones episcopales per anni circu-
lum » f. ir) copiato per un arcivescovo di Rouen («Vis michi et ecclesie
Rothomagensi », f. 129/, « tibi N. Rothomagensi archiepiscopo », f. 1431).
Le miniature del Benedictionale sono sul tipo di quelle di Tours del terzo
quarto del sec. xv. L'arma della casa reale di Francia nel f. ir e i gigli
d'oro (gialli) su fondo azzurro, che s'incontrano sì spesso nei disegni delle
miniature, fanno pensare che codesto splendido ms. sia stato un dono reale
e che colui che lo ricevette fosse probabilmente il Card. Guglielmo d'Estou-
teville, arcivescovo di Rouen, 1453-1483, il quale sovente funse da legato
pontificio in Francia. 2

La melodia accompagna tutte quelle parti che ordinariamente si tro-
vano musicate in un Benedictionale-; il f. 1611" (tav. 121) fornisce la parte

della cerimonia per la Coronazione di un Re di Francia, la colletta è
quella post datimi anulum e X Ant. « Confortare et esto vir » da cantarsi
nel tempo che al Re dai vescovi si cingeva la spada.

Il rigo è di quattro 11. rosse, tracciato indipendentemente dalle 11. tirate
pel testo; le chiavi sono un c quadrato e F, o come nella tav., o col primo
membro composto di due note quadrate l'una sull'altra e legate insieme
dalla parte destra.

La vir., Q 6*, r. 2, prima nota, e il puri., Q 2* (cf. rig. 3, ult. nota),
sembrano equivalenti, quantunque la prima si trovi più comunemente sul-
l'ult. sili, di una parola. La fi. piglia varie forme dipendenti dall'assenza o
presenza della linea verticale; con quella linea nella posizione propria
davanti al primo membro è Q 1, ma, per solito, ha una codina finale e
quindi diventa Q 8; più di rado, (p. e. rig. 3, penult. nota), la lin. verticale
a principio manca, Q 16*. Il pes è Q 13, ovvero Q 18*, r. 2 « dei », e lo
scan. Q 19.

b) Italiana.

N° 638. Tav. 122 a Borghes. 14, f. 86r.3

Ff. 154; 281X211 mm., 11. 22; righi vari. A-C10 D12 (42) |

E-M10 (122) j N10 OP12

Pontificale, principalmente d'uso romano: («Ordo romanus », ff. ir, 3ir;
« Hic secundum romanam curiam », f. 13r, « Incipit alius ordo [2a m. « secun-
dum dalmatinos »] f. 43r); le parecchie correzioni delle rubriche e del testo
fanno testimonianza dell'adattamento ad uso Romano di un ordo locale. 4
Il ms. da Ehrensberger è detto « Pontificale Rigense » ; è certo che appar-
tenne a Federico (Barone) arcivescovo di Riga, 1304-1341, dacché la
nota aggiunta nel f. i54vha: « Ordinarium sive Pontificale fratris Frede-
rici Archiepiscopi Rigensis ordinis fratrum minorum et pertinet ad eccle-
siam Rigensem », ma il nome dell'anteriore proprietario, scritto al disopra
del precedente e a pie di pagina, fu cancellato; sembra che costui sia
stato vescovo di una diocesi il cui nome finisce in ...cani, o ...tani.
I due giuramenti nel corpus libri, f. 147v, danno a pensare che il codice
sia stato scritto per Paolo, vescovo di Semgallen nella provincia di Riga,
1322-1326 («diocesis S[emgallensis o Seloniensis] vobis domino P[aulo]
dei gratia S[emgallensis, ecc.] diocesis episcopo ... et ecclesiae R[igensiJ».
« Ego talis ecclesiae episcopus P[aulus] ... ecclesiae Rpgensi] et vobis
domino B[? Baroni] dei gratia Rigensis sedis archiepiscopo » ; ma la que-
stione non è senza difficoltà, perchè B invece di F per l'arcivescovo è affatto
inusitato, r' e Paulus fu in realtà vescovo di Curland nella stessa provincia,
essendo la diocesi di Semgallen stata unita a quella di Riga nel 1251.

Sebbene due sole volte cangi la mano di scritto nel codice, cioè ai
ff. 1 31v e i48v, si può tuttavia in esso scoprire almeno otto scribi diversi
quanto alla notazione. Fu lasciato lo spazio libero per la melodia, ma in
alcuni casi, p. e. ff. i3r, i9v, 2or, 20v, non venne riempito.

A musicò Xalius ordo della consacrazione d'una chiesa nei ff. 43r-ó2v;
l'ufficio ad eiciendos penitentes, ff. 8iv-83v; quello della domenica delle
Palme, f. 83v sgg. e del Sabato santo, f. 991. B inserì la melodia dei Pre-
fazi nei ff. i34v-i4ir. C notò XOrdo Romanus della consacrazione di una
chiesa, ff. 3ir-42ve pressoché in ogni pagina dove A aveva scritto una
melodia, C corresse o le Ant. intere, ovvero frasi musicali particolari di
esse, certo da un esemplare Romano ch'egli aveva sott'occhio; la mano
di costui si riconosce altresì nei margini dei ff. i9v, 39v, 97v. D scrisse

nel f. ior l'intonazione del « Veni creator spiritus ». Raggiunse note sul
testo del f. 12''. F fece lo stesso nel f. 621". G scrisse la melodia del Con-
fiteor nei ff. i48v, 1491 e quella pel principio delXOrdo ad velandas vir-
gines, f, 149v. H, notatore gotico, alterò la forma delle note di F nel f. 149v
e terminò la notazione dell'ufficio. Inoltre, le benedizioni nei ff. 123^13l'-
avevano un segno simile a fi., g r, scritto in rosso sulla quarta sillaba di
una pausa, per indicare il punto dove fare l'inflessione.

La tav. i22# dà esempi di notazione usata da A. Il f. 86r ha parte
della processione nella domenica delle Palme con XAnt. « Occurrunt turbe »
(Cfr. tavv. 7 6, \yd).

A usa di un rigo di 4 11. rosse con guida, punto quadrato con lin.
obliqua in su alla sua destra, che s'incontra pure nel corso di un rigo,
cf. r. 2 ; chiavi: c, o arrotondato come nel corso del rig. 2, ovvero qua-
drato come nei righi 3 e 4, o F nei righi 1. 2. 5. 6, o rotondo nel corso
del rigo 3 ; le sbarre occorrono frequentissime.

La notazione è di un tipo molto singolare e tale che non l'abbiamo
incontrata altrove, ma ci rincresce molto che non se ne conosca lo scri-
ptorium (Qui la mettiamo nella sezione italiana, perché tale ci sembra
chiaramente la scrittura del testo). Le note sono una serie di larghi pun.
sbarrati da una lineetta verticale al principio e alla fine, Q 8*; fi. Q 13*;
pes (1) con la piccola verticale alla sommità e nella parte inferiore, Q 25*
(cf. r. 2, seconda sili, di « obsequia » ) ; (2) dalla parte inferiore solamente,
Q 26* (cf. « cum », r. 1); (3) di forma affatto diversa, Q 24* (cf. rig. ult.,
prima sili, di « uenit»); pes fi. Q 13*; scan. Q 6*; clini. Q 7*; pun. liq. 26*
(cf. antepenult. nota dell'ult. rigo). Il penult.pun. di « evovae », r. 4, indica
la liquescenza della m di « amen », così pure quello della seconda sili, di
« Osanna », r. ult. Esso è fatto come una grossa virgola.

In altre Ant. scritte da A notiamo altresì l'uso costante di un pun.,
fatto come quello della tav., ma obliquo in giù a destra, com'un accento
grave, per solito, con una lineetta che lo sbarra in principio e in fine.
Codesto pun., quando è usato solo, come p. e. nella terminazione di un
tono salmodico, sembra rappresentare una nota breve, cf. f. 45r, finale di
secondo tono, FF E C D, dove il primo F e il C sono orizzontali, laddove
le altre note sono pun. obliqui. Questo pun. si presenta pure come secondo
membro di una fi. e come primo di uno scan. legato ; tre di siffatti pun.,
staccati in linea discendente obliqua, rappresentano un clini.

1 Ehrensberger, p. 545; Beissel, p. 43.

2 La rappresentazione della Coronazione di una Regina di Francia sembrerebbe
copiata da una più antica. Se così non fosse, il ms. dovrebbe mettersi dopo il 1491, quando
Carlo Vili sposò Anna di Bretagna.

3 Ehrensberger, p. 553.

4 I due Ordo consecrationis ecclesiae differiscono quanto al testo delle rubriche,
delle Antifone e delle Collette; cfr. ff. 31r e 47r, 37v e 54r, ed anche, qua e là, un poco quanto
alla melodia ; cfr. ff. 36" e 44'.

5 Nessun arcivescovo di Riga ebbe un nome cristiano che cominciasse con B.
 
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