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9*

Addenda

originale ; ad ogni modo gli antichissimi neumi furono aggiunti pochissimo dopo,
e si può benissimo ascriverli al sec. ix. Lo scriba primo inserì certamente il segno

sulla parola « legere », f. 113v, 1. 16.

A prima vista mi parve che potess' essere un neuma composto rappresen-
tante i tre neumi ordinariamente assegnati alle tre sillabe di questa parola, cioè,
pes, fi. e pun., cf. P. M., IV, 179, 1 ma, esaminato bene tutto il ms., ho trovato nei
ff. 89v, 167r, 173v, 186v (una oratio e tre Prefazi), sulla penultima sili, delle parole
«sincera», « pervenimus », « exercere » ed « haurimus », quattro accenti circon-
flessi molto simili, e perciò tal segno è probabilmente un esempio di segno di let-
tura dei più antichi tempi (vedi Introduzione) applicato alla parola « legere » per
rammentare al diacono che la seconda sili, è lunga come in « legèrunt », non
« legére ». È certo che il segno per « legere » è assai più elaborato di quello sulle
altre quattro parole; non è un semplice accento circonflesso, e quindi potrebbe
essere una vera nota musicale, nel qual caso potrebbe darsi che fosse uno degli
esempi più antichi che esistano di neumi-accenti.2

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Ma YExultet è pieno di neumi-accenti posteriori di varie mani. Tra quelli
scritti prima degli altri, stando all'inchiostro e al ductus, v'è il pun. fatto a mez-
zaluna, come quelli della classe E, segnatamente E 5, E 6, forma che, per solito,
si riscontra nei neumi di Metz ;3 il segno a principio della 1. 4 è somigliantissimo
alla scrittura dello scriba originale, e così pure quello su « Fugat », f. 113r, 1. 16.
Si deve anche por mente alle cancellature su « O », 11. 1, 2, 4 e sull'ultima sili, di
« pietatis », 1. 2, dove pare che un lungo neuma originale sia stato grattato per
sostituirgli una melodia più semplice.

Dei neumi indubitatamente posteriori, la w. non ha episema, cf. 1. 2, ult.
neuma; il pes è arrotondato, cf. F5, F 13, ma la forma del pes liq. 9-11 è quella
che più dappresso rappresenta quella del ms.; la fi. occorre come A 1, o H2, o
h 1 ; il cephal. che si vede sulla prima sili, di « ergo » e « circa » rassomiglia vir. liq.
A 7, ofl. liq. A 8. Le parole « O » ed « Haec » onde cominciano parecchi periodi ed
hanno sempre neumi composti (cf. N° 110, pag. 31), sono rappresentate, la prima
da forme un po' simili ad or. 7, o da una fi. seguita da or., e la seconda da tristr.
liq. 2.

Alcuni di questi neumi aggiunti occorrono al di sotto del testo; c. 1. 2 « O »;
f. 112v, 1. 12; 113r, 1. 12, ed anche fra esso, cf. f. 112v, 1. 21.

La lettera 5 si vede sull'ult. sili, di « inaestimabilis » e sulla seconda di « ser-
vum », ambedue nella 1. 2; quindi parrebbe una lettera significativa; ma altrove
nel ms., p. e., f. 46v e fors'anche alla fine della 1. 4 al disopra, sta per la parola Striscia di pergamena, già parte della copertina del Vatic. Stamp. 2452 è

« supple », ed è un segno di parola omessa. j parte di un Antifonario del sec. xiv.

N° 1053 (dopo 336). Ottob. 266, f. 52.

« Nomenclator ecclesiae » di scrittura italiana del sec. xm. Il f. 52 è un foglio
volante, che contiene le parti cantabile della Messa In dedicatione ecclesiae. Quattro
linee, tre a punta secca, una rossa; chiave F; guida,pes angoloso. Le note sono
pressoché quadre, ma vi rimangono traccie dei segni applicabili alle sillabe lique-
scenti.

N° 1054 (dopo 430). Vatic. 2050.

Inchiusa vi è una striscia di pergamena, frammento di un Antifonario ita
liano del sec. xi/xii ; una lin. rossa.

N° 1055 (dopo 453). Vatic. 1514.

lohannis Fiorentini Commetti, in Vergila Bucolica del sec. xiv. I ff. 56, 57,
62, 63 sono palimpsesti sopra un Antifonario italiano del sec. xn; quattro 11.; una
gialla, una rossa.

N° 1056 (dopo 485). Vatic. 1637.

Terenzio del sec. xv in., tutto palimpsesto; i ff. 73-104 formavano parte di
un Antifonario italiano del sec. san; quattro 11., una rossa.

N° 1057 (dopo 576). Vatic. 10645, ff. loia, loib.

Nella legatura del codice, Vatic. 10078, Obituario del sec. xv della cattedrale
di Wurzburg, si trovano frammenti di due ff. di Antifonario tedesco del sec. xiv
(280 cm. di altezza, 15 righe per pagina), contenenti dal R. | « Ductus est...] a spiritu »
sino al R. « Septies in die » per la prima domenica di Quaresima e dall' Ant.
[« Dominus mihi...] homo » della terza domenica sino dXYAnt. [« Veri ador jatores...
ventate » della feria sesta seguente. Quattro 11. nere; chiavi: fo c.

Nu 1058 (dopo 846 a). Ottob. 298, f. 86v.

Note di musica misurata, senza testo, senza rigo.

N° 1059 (dopo 967). Palat. 957, ff. 85^92'.

Sec. xiv (A. D. 1368). Stimma musice magistri Guidonis.

Inc. Det de psallendis metis pariterque canendi
Expt. Principium norunt fìnemque jubet fore fixum,

cf. A. Brandi, Guido Aretino, Firenze, 1882, p. 345.

N° 1060 (dopo 440). Ottob. 514, ff. 8, 9.

A questo Salterio di origine inglese del sec. xm furono aggiunti nel sec. xiv
dei fogli di un Laudario Italiano, dei quali i ff. 8, 9 sono palimpsesti sopra un Tro-
pario (probabilmente) scritto verso l'anno 1100. Il testo è adesso illeggibile, ma
si vede che il rigo consisteva in quattro linee, una rossa, con chiave F.

N° 1061 (dopo 955). Ottob. 2069, ff. 82v sgg.

Boezio, De institutione musicae, sec. xiv, con figure.

N° 1062 (dopo 771). Ottob. 160, f. n4v.

Epistolae S. Pauli, di scrittura beneventana del sec. xm; a piè del f. 114v si
trova capovolta un rigo di note quadrate,senza testo, probabilmente del sec. xv;
cinque IL secche, chiave F.

N° 1063 (dopo 1042). Palat. 1346, f. 114'.

Una figura della divisio monochordi del sec. xn si trova con altre figure
delle scienze.

N° 1064 (dopo 237). Regin. 309, f. 149".

Bedae Computus, Annales di S. Dionigi di Parigi del sec. ix. Uno scrittore
del sec. xi ha inserito sul f. 149r i Versus « Ad Boreae partes » (cf. N" 274, p. 101)
.con neumi diastematici francesi; la melodia, che estende per 9 11., è quella che
si vede nella Tav. 56 b.

N° 1065 (dopo 722). Vatic. 10645, f. 102

a.

1 Presi nel loro complesso, i neumi non corrispondono a nessuna delle melodie
delYExultet pubblicate nella Intr. alla Pai. Mus., voi. IV.

* Un esempio molto simile trovasi nell'accento circonflesso sulla parola * venimus »
in Thibaut, o. e, tav. 11.

3 Questi neumi furono scoperti dopo che le Tavole dei neumi erano già fotografate
e quindi non compariscono in esse.
 
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